22 - Perché posizionare un accesso vascolare centrale per somministrare i trattamenti chemioterapici? Risponde il dott. A. Doronzo, Foggia
Mar 2, 2023 ·
3m 25s
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Un aspetto molto pratico e a volte trascurato, riguarda la modalità di somministrazione dei trattamenti oncologici endovenosi, i quali prevedono la necessità di posizionare un accesso vascolare centrale (CVC) che...
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Un aspetto molto pratico e a volte trascurato, riguarda la modalità di somministrazione dei trattamenti oncologici endovenosi, i quali prevedono la necessità di posizionare un accesso vascolare centrale (CVC) che la paziente manterrà durante tutto il percorso oncologico attivo che sia questo peri-operatorio, preventivo adiuvante o per malattia avanzata.
Senza entrare nei dettagli tecnici dei vari presidi che sono a disposizione, si tratta di dispositivi che vengono impiantati generalmente a livello brachiale o toracico e che prevedono l’incannulamento di una vena centrale di grosso calibro.
Nel momento in cui tale procedura viene proposta alle nostre pazienti, queste rispondono con reticenza comprensibile, perché difatti si tratta di una procedura, anche se in minima parte, invasiva.
Ma perché tale pratica è necessaria?
Pertanto, la buona pratica clinica prevede che tutti i trattamenti chemioterapici endovenosi siano eseguiti attraverso CVC che verranno rimossi a termine del percorso oncologico.
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Senza entrare nei dettagli tecnici dei vari presidi che sono a disposizione, si tratta di dispositivi che vengono impiantati generalmente a livello brachiale o toracico e che prevedono l’incannulamento di una vena centrale di grosso calibro.
Nel momento in cui tale procedura viene proposta alle nostre pazienti, queste rispondono con reticenza comprensibile, perché difatti si tratta di una procedura, anche se in minima parte, invasiva.
Ma perché tale pratica è necessaria?
- Sicurezza della paziente in termini di riduzione del rischio di stravaso dei chemioterapici che sarebbe estremamente dannoso per i tessuti coinvolti, ma anche per una maggiore stabilità dell’accesso venoso con un miglior confort della paziente durante la somministrazione della terapia.
- Altro vantaggio importante della somministrazione attraverso CVC è quello di preservare il patrimonio venoso periferico evitando quindi di rovinare le vene periferiche cosa che avverrebbe invece attraverso la somministrazione ciclica dei chemioterapici direttamente in esse.
Pertanto, la buona pratica clinica prevede che tutti i trattamenti chemioterapici endovenosi siano eseguiti attraverso CVC che verranno rimossi a termine del percorso oncologico.
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