3' grezzi Ep. 382 Ammazzare il gallo (per vendetta)
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Description
L'avete vista la bambina che ha fatto la lotta con il gallo e quando il gallo ha vinto, lo hanno ucciso per vendetta? Questa e altre facezie nell'episodio odierno, ancora...
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Sempre Cristina Marras, sempre i 3 minuti grezzi e sempre obbligata a usare una voce artificiale perché da 4 giorni sono afona. Mi sto curando, la situazione è in leggero miglioramento ma ancora non posso parlare, sto usando l’iPad come lavagna per comunicare.
Finito l’aggiornamento sullo stato del mio strumento di lavoro passo a parlare del gallo ucciso per vendetta.
Io sono stata vegetariana per un quarto di secolo e ho ripreso mangiare carne una decina di anni fa, aggiungo che saranno pure fatti tuoi quello che mangi, no? Quindi questo non è un commento su quello che mangia la gente che a me interessa solo quello che mangio io.
Su Facebook ho visto una serie di immagini che mi hanno colpito: il viso di una bambina di circa 3 – 4 anni con lividi e abrasioni. Oddio, ho pensato, chi ha ridotto così la creatura? Leggo la didascalia: è stato un gallo che la famiglia teneva nel cortile. Non conosco i motivi del litigio tra gallo e bambina, quindi non mi esprimerò, ma passiamo alla galleria delle foto pubblicate: allora, un paio di primi piani della bambina con occhioni lucidi e graffi sul viso, sul collo, dietro le orecchie… (ellamiseria! Ma che era, un gallo da combattimento?), primo piano sulle zampe del gallo, bambina che ride contenta in posa con il gallo morto, padella con olio sfregolante e polpette, bambina sorridente che mangia le polpette.
Mi è tornato subito in mente un Natale, quando io e mio fratello eravamo poco più grandi della bambina del gallo. Noi siamo cresciuti in un appartamento in città, e all'epoca Cagliari non aveva i parchi con gli animali che scorrazzano, a casa nimali non se ne potevano tenere e quindi noi gli animali li vedevamo solo alla televisione. Siamo con in nostri genitori a Serri, un paesino dell’entroterra, in visita dai nonni.
La casa dei nonni è vecchissima, di pietra, con l’orto, il forno per il pane, l’albero di fico, un fienile gigantesco e naturalmente l’aia, e questo natale oltre alle oche e alle galline a casa dei miei nonni c'era anche un tacchino.
Ora, io e mio fratello un tacchino l'avevamo visto solo sui libri ed eravamo terrorizzati e affascinati, perché eravamo molto piccoli e lui molto grande, e faceva fa glu-glu-glu e ci rincorreva e noi a scappare e a gridare e a ridere e a divertirci così. Siamo bambini di città, siamo ingenui, non ci viene in mente niente quando la notte di natale portano l’arrosto in tavola.
Peccato che c'è sempre il solito zio cretino che ci prende in giro perché piangiamo quando ci danno il formaggio con i vermi. Ecco, lo zio cretino si diverte un mondo a dirci che stiamo mangiando il tacchino con cui avevamo giocato tutto il giorno.
E noi giù a piangere.
TRANSLATION and links
Still Cristina Marras, still my podcast, 3 raw minutes, and still forced to use an artificial voice because I've been voiceless for 4 days. I'm getting treatment, the situation is slightly improving but I still can't speak, I'm using the iPad as a whiteboard to communicate.
Once the update on the status of my work tool is over, I'm going to talk about the rooster killed out of revenge.
I have been a vegetarian for a quarter of a century and I started eating meat again about ten years ago, I add that whatever you eat is your business, right? So this is not a comment on what people eat as I am only interested in what I eat.
On Facebook I saw a series of images that struck me: the face of a 3-4 year old girl with bruises and abrasions. Oh my God, I thought, who did this to the little one? I read the caption: it was a rooster that the family kept in the courtyard. I don't know the reasons for the argument between the rooster and the little girl, so I won't comment, but let's move on to the gallery of the photos published: so, a couple of close-ups of the little girl with shiny eyes and scratches on her face, neck, behind her ears… (OMG What was that, a fighting cock?), close-up on rooster's legs, happy laughing little girl posing with dead rooster, frying pan with sizzling oil and meatballs, smiling little girl eating meatballs.
I was immediately reminded of a Christmas when my brother and I were little older than the rooster's girl. We grew up in an apartment in the city, and at the time Cagliari didn't have parks with animals running around, we weren't allowed to keep animals at home and therefore we only saw the animals on television. We are with our parents in Serri, a small village, visiting our grandparents.
The grandparents' house is very old, made of stone, with a vegetable garden, a stone oven for the bread, a fig tree, a gigantic barn and of course the farmyard, and this Christmas, in addition to geese and chickens, at my grandparents' house there was also a turkey.
Now, my brother and I had only seen a turkey in books and we were terrified and fascinated, because we were very small and it was very big, and it went goof-goof-goof and chased after us and we ran away and screamed and laughed and have fun like this. We're city kids, we're naive, we can't think of anything when they bring the roast to the table on Christmas night.
Too bad there's always the usual stupid uncle who makes fun of us because we cry when they give us cheese with worms. You see, the stupid uncle has a lot of fun telling us that we're eating the turkey we've been playing with all day.
And we down crying like there is no tomorrow.
Information
Author | M. Cristina Marras |
Organization | M. Cristina Marras |
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