3' grezzi Ep. 92 Sardo
Apr 5, 2021 ·
3m
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Description
Parlare tre lingue ma non conoscerne nessuna che mi permettesse di comunicare con mia nonna, crescere con una lingua diversa da quella parlata dai miei genitori. È successo in Sardegna...
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Parlare tre lingue ma non conoscerne nessuna che mi permettesse di comunicare con mia nonna, crescere con una lingua diversa da quella parlata dai miei genitori. È successo in Sardegna a un sacco di gente della mia generazione.
TESTO TRASCRITTO
Mia nonna parlava solo il sardo, io il sardo non l'ho mai parlato. Quando ero piccola i miei genitori - che tra loro parlavano sardo - pensavano che sarebbe stato male far crescere noi figli con la loro lingua madre, il sardo, che per farci andare meglio a scuola, per darci migliori possibilità per il futuro sarebbe stato giusto farci crescere invece parlando l'italiano, che per tutti e due era la loro seconda seconda lingua, imparata poi una volta che sono andati a lavorare, sono diventati adulti, sicuramente per quanto riguarda mia madre che viene da un paesino interno della Sardegna. Sì sono cresciuta con questo stigma del sardo chiamato in modo dispregiativo 'dialetto', mentre quando sono andato all'università poi ho imparato (in linguistica) che la parola dialetto è una denominazione politica, perché dal punto di vista linguistico esistono solo lingue. Sì il non saper il sardo, il capirlo pochissimo (e solo un certo tipo di sardo parlato a Cagliari, che spesso è una sardizzazione di parole italiane) mi ha completamente tagliato fuori dal mio passato ripeto, e mia nonna che ora non c'è più. Però io con mia nonna non ho mai potuto fare una conversazione diretta, sempre lì con mia mamma che doveva aiutarmi a tradurre e a farci comunicare. Quando sono andata fuori dall'Italia, siccome ero abbastanza legata a mia nonna, quando poi mia nonna ha messo il telefono io la chiamavo e le mie telefonate me le ricordo erano una cosa imbarazzante imbarazzantissima perché chiamavo nonna, lei rispondeva, ripeto nonna parlava solo il sardo, e io non riuscivo mai a dire niente oltre il "Ciao nonna, come stai? Che tempo sta facendo?" Perché anche già quando lei mi rispondeva a queste domande io ridevo sì, nonna, sì, però non è difficile avere al telefono una conversazione con una persona che parla un'altra lingua quando non ci sono lingue in comune. E poi crescendo questa cosa qua un po' ha cominciato a pensarci perché mi sono resa conto che non insegnandomi il sardo i miei genitori, ma soprattutto mia mamma, perché i figli crescono con le mamme, quindi si chiama per questo lingua madre, son rimasta fuori da un sacco di tradizioni, di storie, e poi non ho potuto veramente conoscere a fondo mia nonna che apparteneva a una generazione della guerra, che avrebbe avuto chissà quante storie da raccontare, con la quale avrei potuto anche condividere i miei pensieri e magari anche lei era curiosa di sapere quello che facevo io in giro per il mondo, come vivevo come stavo. Vabbè comunque io cerco di riprendermi il mio passato e cerco un po', non dico di capire il sardo, però ci penso.
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TESTO TRASCRITTO
Mia nonna parlava solo il sardo, io il sardo non l'ho mai parlato. Quando ero piccola i miei genitori - che tra loro parlavano sardo - pensavano che sarebbe stato male far crescere noi figli con la loro lingua madre, il sardo, che per farci andare meglio a scuola, per darci migliori possibilità per il futuro sarebbe stato giusto farci crescere invece parlando l'italiano, che per tutti e due era la loro seconda seconda lingua, imparata poi una volta che sono andati a lavorare, sono diventati adulti, sicuramente per quanto riguarda mia madre che viene da un paesino interno della Sardegna. Sì sono cresciuta con questo stigma del sardo chiamato in modo dispregiativo 'dialetto', mentre quando sono andato all'università poi ho imparato (in linguistica) che la parola dialetto è una denominazione politica, perché dal punto di vista linguistico esistono solo lingue. Sì il non saper il sardo, il capirlo pochissimo (e solo un certo tipo di sardo parlato a Cagliari, che spesso è una sardizzazione di parole italiane) mi ha completamente tagliato fuori dal mio passato ripeto, e mia nonna che ora non c'è più. Però io con mia nonna non ho mai potuto fare una conversazione diretta, sempre lì con mia mamma che doveva aiutarmi a tradurre e a farci comunicare. Quando sono andata fuori dall'Italia, siccome ero abbastanza legata a mia nonna, quando poi mia nonna ha messo il telefono io la chiamavo e le mie telefonate me le ricordo erano una cosa imbarazzante imbarazzantissima perché chiamavo nonna, lei rispondeva, ripeto nonna parlava solo il sardo, e io non riuscivo mai a dire niente oltre il "Ciao nonna, come stai? Che tempo sta facendo?" Perché anche già quando lei mi rispondeva a queste domande io ridevo sì, nonna, sì, però non è difficile avere al telefono una conversazione con una persona che parla un'altra lingua quando non ci sono lingue in comune. E poi crescendo questa cosa qua un po' ha cominciato a pensarci perché mi sono resa conto che non insegnandomi il sardo i miei genitori, ma soprattutto mia mamma, perché i figli crescono con le mamme, quindi si chiama per questo lingua madre, son rimasta fuori da un sacco di tradizioni, di storie, e poi non ho potuto veramente conoscere a fondo mia nonna che apparteneva a una generazione della guerra, che avrebbe avuto chissà quante storie da raccontare, con la quale avrei potuto anche condividere i miei pensieri e magari anche lei era curiosa di sapere quello che facevo io in giro per il mondo, come vivevo come stavo. Vabbè comunque io cerco di riprendermi il mio passato e cerco un po', non dico di capire il sardo, però ci penso.
Information
Author | M. Cristina Marras |
Organization | M. Cristina Marras |
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