Proseguiamo nel nostro viaggio e ci spostiamo solo di qualche km: siamo, infatti, ancora in Toscana, lungo il confine con il Lazio, a Pitigliano ma non visitiamo il noto e incantevole centro abitato quanto piuttosto un museo speciale, che si trova nelle vicinanze del paese, il Museo archeologico all’aperto “A. Manzi”. Qualcuno di voi ricorderà Alberto Manzi, professore che nel primo dopoguerra, dai canali televisivi nazionali, istruiva gli Italiani sull’uso della lingua italiana, ecco, il museo è dedicato proprio a lui che è stato per un breve periodo sindaco di Pitigliano e si è battuto perché il patrimonio storico e archeologico del territorio non andasse disperso. Il progetto dell’area che visitiamo è suo, poi realizzato solo dopo la sua morte. Si tratta, in sostanza, di un percorso museale creato a ridosso di una vasta area archeologica di epoca etrusca che comprende due necropoli e una via cava. L’obiettivo che si era posto Manzi era, innanzitutto, quello di salvaguardare dal depredamento clandestino i resti presenti, facendoli rientrare proprio all’interno di un “parco”, in secondo luogo era quello di valorizzare il patrimonio attraverso una divulgazione che fosse il più didattica possibile così da raggiungere fruitori diversi per estrazione culturale e sociale.