“In una intervista degli anni ‘60 Ingmar Bergman, interrogato sulle origini dell’onirismo nei suoi film, raccontava l’esperienza che lo aveva tanto colpito da far diventare fondante della sua poetica la relazione tra veglia e sonno. Si trattava dell’effetto dell’anestesia generale in occasione ad un piccolo intervento subito da ragazzo. Il regista svedese confessava che ciò che più lo aveva impressionato in quella occasione, era stato il livello di profonda incoscienza raggiunto nel sonno indotto, un momento senza sogno alcuno e nessun livello di ricordi, che l’autore de Il posto delle fragole, riteneva come l’apice della beatitudine. «Perché svegliarsi da quella condizione? Tutto era perfetto, io non c’ero più come esistenza separata dal mondo, ma ero tutt’uno con l’essere». In una immagine: sonno come ritorno alla pienezza dell’essere e dunque, paradossalmente, come «risveglio». Ma l’esperienza di Bergman descrive solo una delle polarità che costellano la storia del pensiero metafisico intorno alla natura essenziale della relazione tra coscienza ed esistenza; altre, come vedremo, si situano infatti sul versante opposto, componendo una dualitudine che le include entrambe […] Il sogno, e dunque l’esperienza onirica, ma di tipo affatto speciale poiché vissuta con uno scopo preciso. Tutta la mitologia dei Greci, ad esempio, è attraversata da sogni e apparizioni oniriche ma, per coloro i quali decidevano di avvicinarsi al Principio creatore e risvegliarsi nella luce della conoscenza, esisteva una particolare tipologia di sogni che poteva essere generata solo dalla visione onirico-iniziatica. Tanto sul piano mitico quanto su quello storico, infatti, il procedimento iniziatico era legato sia ad una sorta di simbolica discesa all’Ade, la catabasi, il contatto con la morte, sia all’incubazione, il dormire in un luogo sacro, per prepararsi a ciò che si sarebbe visto […]. Nella tradizione iniziatico-misterica, in specifico, proprio a partire dalla necessità del risveglio, si entra allora in uno stato di sogno visionario, una sorta di pratica della rêverie come ce la descrive Gaston Bachelard nella sua filosofia dell’Immaginale”. Così scriveva, in un articolo recente (Alias, 18-7-2020), Raffaele K. Salinari, l’ospite del nostro incontro. Addormentarsi, la sera, in un sonno profondo, essere spettatori di una fantasmagorie onirica e poi, al mattino, tornare alla cosiddetta realtà: è un’esperienza che tutti noi facciamo e che costituisce una parte cospicua del tempo della nostra vita. Ma la dimensione del sonno e del sogno e il momento del successivo risveglio — il destarsi nella luce del mattino — possono assumere valenze del tutto differenti ed essere strumenti che dischiudono le porte di un oltre che, per solito, ci sfugge: la soglia di una transizione in cui la coscienza, effettivamente, si risveglia a se stessa e all’unità del tutto. Ed è questo che tradizioni antiche insegnano, trasformando il sogno e la visione in un tesoro di conoscenza e di virtualità trasformative. Ed è a questo, ancora, che simboli e immagini della nostra tradizione occidentale fanno discretamente segno a chi voglia intendere e sia interessato a mettersi in viaggio.
Raffaele K. Salinari ha lavorato per una ventina di anni in Africa Asia ed America Latina come medico responsabile di diversi programmi di sviluppo socio-sanitari. Ha ricoperto incarichi di dirigente di Ong italiane e di consulente delle Nazioni Unite sui problemi sanitari. Presidente onorario di Terre des Hommes International è membro del Board di Save The Children Italy Membro del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale, dal 2001 insegna Ciclo del Progetto presso le Università di Urbino, Parma, Bologna, Link Campus Roma, Tarragona (Spagna). Scrittore e pubblicista, ha dedicato parte della sua produzione all'attraversamento delle tradizioni del mito e del simbolo e alle risorse trasformative dell'immaginazione. Tra i suoi libri segnaliamo fra l'altro: Il gioco del mondo: scissione, insurrezione, ricongiungimento. Visioni di re-esistenza (2007), Il castello di sabbia (2009); Tuffarsi, autobiografia di un'immagine (2010); Alias: Aleph. Mundus imaginalis borgesianus (2017); Salambò unbounded (2019); Vitriol e massoneria (2020).
Evento visibile per intero sulla nostra pagina Facebook.
- presentatore Prof. Davide Susanetti
- relatore Dott. Raffaele K. Salinari
I nostri contatti:
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