In questa trasmissione, Massimo Raffaeli, filologo e critico letterario italiano, condivide la sua passione per la letteratura italiana e francese. Raffaeli sottolinea l'importanza di possedere a fondo l'argomento trattato, citando il proverbio latino "rem tene, verba sequentur" (ossia “possiedi l'argomento e le parole seguiranno da sé”). Lui evidenzia che, sebbene le parole siano parte integrante di ciò che si dice, è fondamentale che la realtà emerga chiaramente, senza essere distorta o alterata, facendone un uso particolare durante la redazione di un testo con le opportune citazioni, in quanto si tratta di mettere la voce reale di persone autorevoli all'interno di un discorso personale.
Raffaeli esplora anche il ruolo di grandi intellettuali, come Pier Paolo Pasolini, che seminano dubbi e contraddizioni, poiché non hanno mai un punto di vista unico sul passato e sul futuro. Questa caratteristica è un riflesso della realtà, complessa e variegata di per sé, in contrapposizione al "pensiero unico" (in francese “la pensée unique”), concetto elaborato da Ignacio Ramonet. Quest'ultimo sostiene che nel pensiero unico la ripetizione sostituisce la dimostrazione, minando così l'atto critico.
La figura dell'intervistato mi ha affascinato molto, in quanto come me coltiva un interesse sfrenato per la lingua e la cultura francese, ma soprattutto per la traduzione, arrivando perfino a dedicarsi ad autori controversi come Céline. Egli considera la letteratura francese una sorta di "letteratura gemella" rispetto a quella italiana. Raffaeli enfatizza che ogni cultura "nasce tradotta" e che tradurre implica un processo di mimetismo e adattamento. La traduzione, secondo lui, non può essere un semplice riflesso della lingua madre, ma deve rispettare le peculiarità dell'originale, nonostante le somiglianze tra le lingue.
Attraverso queste riflessioni, Raffaeli offre un ricco quadro di come la letteratura e la critica letteraria possano essere strumenti per comprendere e rappresentare la complessità del reale, invitando a superare il dogmatismo e mantenendo viva la dimensione critica del pensare.