Differenti protagonisti della rivolta colombiana. La necropolitica uribista

Jul 3, 2021 · 15m 41s
Differenti protagonisti della rivolta colombiana. La necropolitica uribista
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Dopo due mesi di scontri non accenna a scemare la lotta nata col paro nacional colombiano del 28 aprile in risposta alla riforma fiscale, ma che coinvolge l'intero sistema e...

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Dopo due mesi di scontri non accenna a scemare la lotta nata col paro nacional colombiano del 28 aprile in risposta alla riforma fiscale, ma che coinvolge l'intero sistema e l'impianto del regime uribista. Tullio Togni in questa corrispondenza da Bogotà sottolinea come in questo fine giugno si direbbe che si sia avviata la campagna elettorale che ha un po' cambiato l'approccio narrativo che ciascuna fonte di informazione va adottando. Questo cambio di prospettiva nelle modalità di narrazione degli eventi si è notato con l'autobomba del 15 giugno alla frontiera con il Venezuela nei pressi di una caserma; oppure con gli spari contro l'elicottero dello stesso Duque, avvenuti il 25 giugno; invece i media nazionali mantengono un silenzio assordante sulle dimostrazioni animate da la primera línea – gruppi autonomi di iniziativa popolare che non hanno mai aderito al comitato organizzatore dello sciopero, costituito da 36 soggetti diversi – nelle piazze, che perdurano a Bogotà, ma innanzitutto a Cali, dove è iniziato tutto. Le prime linee hanno sempre rivendicato la loro strategia che è quella di protezione dei quartieri popolari, fatta di barricate, sassi e scudi; i blocchi stradali che maggiormente colpiscono gli interessi imprenditoriali; soprattutto nella Cauca prospiciente l'Oceano Pacifico, dove si produce il maggior dano economico, impedendo il flusso di merci al porto di Buenaventura, il maggior scalo colombiano (da cui transita la maggior parte della produzione di cocaina, toccando gli interessi della filiera narcos che comprende anche i politici che hanno scatenato la repressione).
Capitalismo razzismo colonialismo veteropatriarcale sono le caratteristiche del potere colombiano che hanno dato la stura alle proteste degli esclusi scatenate dalle riforme ultraneoliberiste dell'oligarchia di Duque.

Il comitato di sciopero chiedeva lo smantellamento delle Smat e una riforma della polizia, mentre il governo pretendeva lo smantellamento delle barricate e dei blocchi stradali... a quel punto si è creato l'impasse, perché il governo ha opposto un clima di violazione dei diritti umani e di repressione con decine di morti e desaparecidos e stupri... per cui il comitato non ritiene che il regime di Duque sia un interlocutore. Soprattutto dopo che sono stati effettuati dei ritrovamenti di desaparecidos, anzi spesso si tratta di macabri ritrovamenti di parti dei loro corpi, che, se possibile, hanno ancora più esacerbato gli animi. Peraltro Tullio ci riferisce che nell'organizzazione del paro e persino nelle prime linee sono stati infiltrati molti provocatori dal governo, che lavorano a rompere il tessuto solidale e di appartenenza territoriale; gli infiltrati provengono dal mondo dei piccoli spacciatori e di piccole gang che hanno anche sfruttato l'occasione per regolamenti di conti tra mafie locali. A cagione di questo si avanzano ipotesi che alcuni ritrovamenti di corpi smembrati possono essere ricondotti a quel mondo, per quanto sicuramente tra quelli ci siano vittime delle Esmad, perché in alcuni casi i resti appartengono a persone rinchiuse in centri di tortura informali, dislocati in stazioni degli autobus, in centri commerciali, garage sotterranei, stazioni di polizia... sono stati segnalati agenti di polizia che gettavano cadaveri in fosse comuni o nei fiumi, anche per diffondere un chiaro messaggio sul controllo sociale e territoriale: diffondere il terrore come prassi repressiva. La Necropolitica, che richiama i metodi messicani; il narcotraffico è un attore centrale, per quanto quasi invisibile, sebbene evocato sia dal governo che accusa di narcotraffico e terrorismo qualsiasi opposizione, sia il movimento accusa il regime, l'esercito e la polizia di connivenze con i narcos
Non ultimo fenomeno è quello dell'inurbamento delle milizie paramilitari, tipicamente diffuse dal regime nelle zone rurali, che costituiscono la longa manus che ha colpito pesantemente il movimento: a loro sono demandate le uccisioni e le sparizioni. Il paramilitarismo urbano.
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Author OGzero - Orizzonti geopolitici
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