Commento al Vangelo della II Domenica di Quaresima / Anno A (Mt 17,1-9)


Con la trasfigurazione Gesù ci mostra il fine del nostro cammino quaresimale e l’obiettivo della sua e della nostra vita: diventare pienamente noi stessi dando compimento al progetto di Dio per/in noi.
Commento al Vangelo della II Domenica di Quaresima - Anno A (Mt 17,1-9)
“Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte”.
🙏🏼 Gesù prende con sé i suoi discepoli a lui più vicini: è la dimensione dell’intimità, unico spazio possibile per gli svelamenti più veri.
“E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui”.
🙏🏼 Lo svelamento. Gesù si mostra per quello che è davvero. Non è una trasformazione (per cui diventerebbe “altro” da se stesso), ma una trasfigurazione: potremmo dire che si svela “oltre” ciò che la sua figura mostra al momento. Anticipa la resurrezione e si svela nel suo pieno splendore. In altre parole, Gesù non diventa altro da se stesso, ma mostra PIENAMENTE se stesso.
“Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia»”.
🙏🏼 La tentazione della fuga dal mondo e l’inopportunità di Pietro, ingannato d’ala sua pusillanimità. Una fede paradisiaca che scavalca la croce. Una fede che risolve, anziché far emergere le problematicità del mondo.
“Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra”.
🙏🏼 L’uomo non ha il controllo di questa esperienza di Dio (se ne avesse il controllo, non sarebbe Dio, del resto!) e può vincere la paura con l’abbandono fiducioso al Suo amore.
“Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo»”.
🙏🏼 Se nella tentazione ha parlato il diavolo, ora a parlare è il Padre. Parla a noi. Ci spiega che vale la pena ascoltare suo Figlio. Ci spiega l’ermeneutica dell’amore: comprendere il senso delle cose attraverso l’amore…
“All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo”.
🙏🏼 Non temere è l’espressione usata nella Bibbia per le teofanie (le rivelazioni di Dio), ma prima dell’incontro con il divino. Qui avviene apparentemente dopo l’incontro. In realtà la vera teofania deve ancora venire: con la croce e la resurrezione.
“Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell'uomo non sia risorto dai morti»”.
🙏🏼 Il passaggio obbligato per una corretta ermeneutica di Dio e del suo amore è la croce. Non c’è teofania possibile, senza l’esperienza dell’amore totale del Cristo crocifisso.