Episodio 4 - 17/2/2021
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Buongiorno, buon pomeriggio o buonasera, ovunque voi siate, comunque ci ascoltiate, benvenuti ad una nuova puntata di What’s Up Tuscany, il podcast quotidiano dell’Arno dove potrete trovare le notizie più...
show moreIniziamo con una notizia di cronaca arrivata nella tarda serata di ieri, che abbiamo letto, tra gli altri, sul Cuoio in Diretta. Poco dopo le 19 un forte boato ha spaventato gli abitanti di Ponticelli, frazione del comune pisano di Santa Maria a Monte. Quando qualcuno si è affacciato alla finestra, la sorpresa: la passerella pedonale su un canale collettore si era spezzata a metà, fino a raggiungere l’acqua. La cosa che ha davvero stupito tutti è che questa passerella non era nemmeno stata inaugurata, nonostante i lavori andassero avanti a pezzi e bocconi da anni. Nessun danno alle persone, visto che il cantiere era chiuso, ma forte imbarazzo per l’amministrazione comunale, che aveva già speso 250mila euro per questa opera pubblica. Il sindaco Ilaria Parrella invita alla cautela ed annuncia una prossima inchiesta per accertare le cause del crollo ed eventuali responsabilità. Riflettori puntati, ovviamente, sulle ditte impegnate e sull’assessore ai lavori pubblici. Gli incidenti alle infrastrutture toscane, che certo non godono di ottima salute, purtroppo non sono eventi rari ma un ponte che si spezza a metà ancora prima di essere inaugurato non si era mai visto prima d’ora.
Passiamo ora ad un corposo aggiornamento sulla storia che sta appassionando molti tra i nostri ascoltatori, l’Arsenio Lupin della Capraia. In serata, sul Tirreno, due interessanti approfondimenti su questo piccolo romanzo giallo davvero inconsueto che sta rapidamente valicando i confini della nostra regione. A parlare sono i residenti, con lo humour nero tipico di quelle parti. “Invece di fare il test anti-COVID, sarebbe stato meglio verificare se sanno scassinare le casseforti”, dicono molti allo sbarco della nave che collega l’isola con Livorno. L’amministrazione comunale ha infatti messo in piedi un sistema di controllo e schedatura dei nuovi arrivi, per evitare la diffusione del virus. Il ladro, però, sembra uno del posto, cosa che fa andare in bestia i locali. “Meglio che lo prendono i carabinieri, sennò gli facciamo come ai polpi. Gli giriamo la testa e lo buttiamo in mare”, dice un giovane tra il serio e il faceto. Il titolare del bar, la cui cassaforte con 60mila euro è stata svaligiata mercoledì scorso, è sconsolato. “Erano i risparmi di una vita”. Il vicino che abita al secondo piano dice di non aver sentito niente, nonostante fosse sveglio fino alle quattro di notte. Lupin colpisce sempre nella notte tra mercoledì e giovedì, forse per prendere la nave delle 5:45 ma molti non sono convinti. Troppe coincidenze, troppe cose che solo un locale potrebbe sapere. La casa del vicesindaco Fabio Mazzei è stata svaligiata a fine ottobre, proprio quando sia lui che i suoi vicini di casa erano assenti. Cinzia Giusti, la prima vittima del cosiddetto “Giuda-Lupin” non ha dubbi: “il responsabile è uno di noi. Quando feci i nomi, a suo tempo, successe un putiferio. Mi faccia stare zitta”. Lo scorso 18 dicembre 2018 la signora Cinzia fece la solita passeggiata mattutina col suo cane, 20 minuti come al solito, fino al castello e ritorno. Venti minuti che bastarono ai ladri per rimuovere un beauty case dove aveva riposto soldi e gioielli prima di partire per andare dalla figlia a Bologna. Come al solito li avrebbe consegnati ai Carabinieri ma una volta tornata il beauty era vuoto. Oggetti e contanti per un valore di 150mila euro, le fedi nuziali, le medaglie del padre generale, i ricordi di una vita. Quel giorno nell’isola c’erano solo sessanta persone. “Questo ti porta a dubitare di tutti, a perdere delle amicizie, come è successo a me. Per due anni la gente mi evitava pensando che avessi fatto il loro nome come sospettato”. Una piccola comunità ormai a pezzi, col terrore che il ladro d’inverno torni di nuovo a colpire.
Primi sviluppi per un’altra storia che abbiamo seguito nei giorni scorsi, gli anziani dimessi senza vestiti all’ospedale di Livorno. Primi provvedimenti disciplinari in arrivo, ma solo per il primo incidente, quello di venerdì 15 gennaio. Ad essere sospeso sette giorni dal lavoro senza paga l’autista dell’ambulanza che effettuò il servizio, una sanzione molto dura, visto che il massimo previsto è di 10 giorni. L’autista non sarebbe responsabile dell’incidente ma solo di non aver prestato sufficiente attenzione alle condizioni del paziente quando è arrivato a bordo. La Società Volontaria di Soccorso fa invece sapere di non aver riscontrato irregolarità nel secondo episodio, avvenuto venerdì scorso. “Il trasferimento è stato eseguito secondo le precauzioni necessarie e le procedure previste. Non sono state riscontrate leggerezze o scarsa attenzione”. Insomma, per loro tutto a posto, nonostante la signora, in evidente stato di agitazione, fosse stata riportata a casa senza vestiti. Un colpo al cerchio e uno alla botte, come al solito. Vedremo se nei prossimi giorni arriveranno i risultati dell’inchiesta interna all’ospedale. Vi terremo ovviamente informati.
Chiudiamo la puntata di oggi con una storia davvero singolare che abbiamo letto stamattina sulla Repubblica di Firenze, un paesino del Mugello che sembra rimasto agli anni 80. A Galliano del Mugello, paesino cinquecentesco di 1500 abitanti a 10 chilometri da Barberino, infatti il 98% degli abitanti hanno solo il telefono fisso. Niente internet, niente rete cellulare, un anacronismo che sembra quasi impossibile. Il sindaco di Barberino ironizza amaro: “a Galliano le app se le sognano. La connettività oggigiorno è fondamentale e qui non c’è”. In una terra di montagne, colline e valli frastagliate la rete è ancora su linee aeree, scardinabili da vento, pioggia e intemperie, come successo nell’ultimo periodo. In un’epoca all’insegna della didattica a distanza e del telelavoro, la situazione di molte comunità montane è improvvisamente diventata urgente. Le realtà marginali, non redditizie per gli operatori della banda larga e del mobile, restano al palo, ferme agli anni 80, quando toccava restare accanto al telefono per ricevere una chiamata importante. In un mondo iperconnesso, dove molti sarebbero disposti a tutto pur di non ricevere dieci notifiche al minuto e poter staccare la spina, gli abitanti di Galliano sognano il giorno quando potranno finalmente entrare nel ventunesimo secolo.
Questo era tutto per oggi, sono Luca Bocci, ci sentiamo domani per una nuova puntata di What’s Up Tuscany, il podcast quotidiano dell’Arno dove troverete le notizie che, per noi, valgono bene una seconda occhiata. Ciao ciao gente!
BACKGROUND MUSIC
Title: Seamonster (Argofox release)
Author: Inova
License: Creative Commons Attribution (CC BY)
Link: youtu.be/8kmZWGhumUE
https://soundcloud.com/argofox/inova-seamonster
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