Gerusalemme come una mappa per comprendere il conflitto israelo-palestinese
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https://ogzero.org/studium/gerusalemme/ Gerusalemme è una città di incontro e scontro tra culture, religioni e popoli. Inevitabile che il suo sviluppo urbanistico e la sua topografia abbiano sempre risentito gli effetti dei...
show moreGerusalemme è una città di incontro e scontro tra culture, religioni e popoli. Inevitabile che il suo sviluppo urbanistico e la sua topografia abbiano sempre risentito gli effetti dei processi storici, dei percorsi politici e delle rivendicazioni religiose. Ma se s'inverte il punto di vista e si prende proprio la città – con le sue caratteristiche amministrative, normative, burocratiche, edilizie – come principale elemento di analisi storico-politica del conflitto tra israeliani e palestinesi ne esce una narrazione inedita. Un racconto che parte dalle pietre e dalle persone per approdare alla comprensione del tempo presente.
L'approccio della trasmissione “Il mondo alla radio” andata in onda il 25 maggio 2022 dalle frequenze di Radio Vaticana ha messo al centro il libro di Eric Salerno evidenziando subito il fulcro attorno a cui ruotano i materiali esposti nel testo, cioè, come introduce il conduttore Stefano Leszczynski (@stefanolesz): «Quanto la faccia delle nostre città rispecchia quella che è – sì – l'evoluzione storica che ha contribuito a costruirle, ma anche quelle che sono le crisi e le ferite aperte nel nostro tempo», palesate nella topografia, che congloba le cicatrici degli interventi che la Storia ha solcato nel territorio. L'intuizione di Eric Salerno è stata quella di ribaltare lo sguardo che in genere risale dall'espressione urbana (per esempio con l'erezione e l'abbattimento di edifici religiosi e culturali...) alla sua ispirazione socio-politica (... atti a esibire la preminenza di una comunità sull'altra); mentre nella Gerusalemme del decano dei reporter italiani si predilige individuare la scelta urbanistica come strumento di apartheid, precisa volontà neosionista dove la gentrificazione è a monte del processo che conduce alla completa sottomissione di una comunità usando la leva dell'espulsione attraverso la pianificazione degli edifici e dei servizi della città. Una metropoli caratterizzata dalla pietra bianca tradizionale con cui oggi si costruisce in funzione dell’occupazione della città.
L’analisi di Eric si dipana nella trasmissione intrecciandosi con la testimonianza di @bisceglia_luigi, scrittore e accademico residente e cooperante a Gerusalemme Est, che ha raccontato di barriere non fisiche all'interno della città, quanto de facto. A cominciare dalla discriminazione in quelli che sono i servizi erogati in quartieri a presenza palestinese rispetto a quelli colonizzati da ebrei; tuttavia le divisioni si addensano in particolare usando a pretesto e per provocazione deliberata le celebrazioni religiose, e poi quando avvengono episodi di sempre maggiore escalation, come l'efferato omicidio della giornalista-icona palestinese Shireen Abu Akleh, premeditato da Tsahal, ma che ha mostrato al mondo le ferite dell'occupazione sul territorio gerosolimitano con l'intervento brutale e blasfemo dei militari durante i funerali. Il palese vulnus nelle strade di Gerusalemme non si può semplicemente attribuire alla ferocia degli israeliani indivisa, ma va ascritta a una precisa volontà che il libro descrive, indicando come si persegua per la crescita della città un disegno di appropriazione non (più) applicabile: bisogna risolvere il conflitto israelo-palestinese e smetterla con la sua infinita riproposizione, procrastinandone la soluzione quanto più a lungo possibile, pensando così di poter eradicare tanto più spirito arabo permane nel tessuto urbano di Gerusalemme.
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