Gianfranco Stevanin – Il Collezionista di cadaveri (Parte 1)

Dec 13, 2024 · 8m 7s
Gianfranco Stevanin – Il Collezionista di cadaveri (Parte 1)
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Stagione 1 🎧 Episodio 19: Gianfranco Stevanin – Il Collezionista di cadaveri (PARTE 1) Oggi esploriamo uno dei casi più macabri della cronaca nera italiana: Gianfranco Stevanin, un uomo apparentemente...

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Stagione 1 🎧 Episodio 19: Gianfranco Stevanin – Il Collezionista di cadaveri (PARTE 1)

Oggi esploriamo uno dei casi più macabri della cronaca nera italiana: Gianfranco Stevanin, un uomo apparentemente comune, ma che nascondeva segreti terribili.

Conosciuto come “il Landru della Bassa,” citando Barbablù, il noto serial killer francese, Stevanin sconvolse l’Italia negli anni Novanta con i suoi crimini efferati.
Scopriamo insieme la sua storia, il periodo storico in cui visse, il suo modus operandi, le sue vittime, il profilo psicologico e l’eredità dei suoi crimini.

Il contesto storico

Gli anni Novanta in Italia furono segnati da profonde trasformazioni sociali e culturali. Il paese viveva il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica, con scandali politici come Tangentopoli e una crescente attenzione mediatica verso crimini efferati. In questo clima, il caso di Gianfranco Stevanin si distinse per la sua crudeltà e per i dettagli raccapriccianti che emersero durante le indagini.

🎧 La storia personale di Gianfranco Stevanin

Gianfranco Stevanin nacque nel 1960 a Terrazzo, un piccolo comune della provincia di Verona, in una famiglia di agricoltori.

Descritto come taciturno e schivo, sembrava condurre una vita tranquilla, ma nascondeva pulsioni sempre più disturbate.
Nonostante relazioni occasionali, non riuscì mai a stabilire legami duraturi. Col tempo, sviluppò una forte ossessione per il controllo, la pornografia e la violenza, elementi che culminarono nei suoi crimini.

🎧 Modus operandi

Stevanin agiva con una combinazione di manipolazione e brutalità, caratteristiche che resero i suoi crimini particolarmente efferati.
1.Adescamento: Si presentava in abito elegante in un’auto costosa. Approcciava giovani donne, spesso prostitute, offrendo loro denaro per rapporti sessuali, e con il pretesto di un servizio fotografico.
2.Soffocamento e violenza: Le sue vittime venivano aggredite durante o dopo l’incontro.
3.Occultamento: Dopo l’omicidio, cercava di nascondere i corpi nei terreni di sua proprietà, spesso avvolgendoli in sacchi di plastica dopo averli smembrati.
4.Collezionismo: Conservava oggetti personali delle vittime come “trofei”.

🎧 Vittimologia

Le vittime di Stevanin erano per lo più donne vulnerabili, come prostitute o ragazze in difficoltà economiche. Questa scelta rivelava il suo disprezzo per chi considerava “facile preda” e un bisogno patologico di controllo e dominio.

La vulnerabilità delle vittime, unita alla scarsa protezione sociale, facilitava i suoi crimini, permettendogli di agire indisturbato per anni.


🎧 La cattura

Il 16 novembre 1994, a Vicenza, Stevanin fece salire sulla sua Volvo 480 Gabriele Musger, una prostituta, offrendole del denaro in cambio di rapporti sessuali e del permesso di scattarle alcune fotografie. Tuttavia, ciò che iniziò come una proposta si trasformò in ore di minacce, violenze sessuali e torture. La donna tentò di fuggire attraverso la finestra di un bagno, ma, non riuscendoci, cercò di resistere a ulteriori aggressioni. Stevanin, armato di un coltello, continuò a minacciarla. Nel tentativo di salvarsi, la Musger gli propose di consegnargli tutti i suoi risparmi, circa 25 milioni di lire, se l’avesse lasciata libera. Stevanin accettò, ma i soldi si trovavano nella casa della donna, quindi i due si misero in viaggio per recuperarli. Arrivati al casello autostradale di Vicenza Ovest, mentre Stevanin era distratto a pagare il pedaggio, la donna approfittò del momento per scendere dall’auto e correre verso una volante della polizia, denunciando quanto accaduto. Stevanin venne immediatamente arrestato con l’accusa di violenza sessuale, tentata estorsione e possesso di una pistola giocattolo senza tappo rosso. A seguito di questo episodio, fu condannato a due anni e sei mesi di reclusione.

Durante gli interrogatori, Stevanin mostrò freddezza e mancanza di rimorso, tentando inizialmente di negare ogni responsabilità, ma le prove contro di lui si rivelarono schiaccianti.

Durante le perquisizioni nella casa di famiglia di Stevanin, in via Torrano, gli investigatori scoprirono un’ingente quantità di materiale pornografico, tra cui oltre 7.000 fotografie scattate personalmente dall’uomo alle sue partner, libri di anatomia, scatole contenenti peli pubici e uno schedario dettagliato con informazioni su tutte le sue frequentazioni. Sebbene inizialmente Stevanin fosse considerato un maniaco accusato di violenza sessuale e tentata estorsione, i sospetti degli inquirenti si orientarono verso crimini più gravi quando vennero rinvenuti oggetti appartenenti a Biljana Pavlovic, una donna scomparsa nell’agosto del 1994, e a Claudia Pulejo, entrambe presenti negli schedari di Stevanin.

L’uomo si difese affermando di aver avuto con loro relazioni brevi e consensuali, sostenendo che gli oggetti trovati fossero ricordi lasciati volontariamente dalle donne.
Ma, tra le borse e gli indumenti intimi femminili, vi era anche il permesso di soggiorno della Pavlovic: ciò era molto sospetto, perché si trattava di un documento troppo importante per poterlo donare ad un uomo appena conosciuto.


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Author Marcella Boccia
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