Formato da innumerevoli frazioni e borgate, il Comune di Gosaldo occupa la parte più a settentrione della Valle del Mis e si estende, verso ovest, fino al confine con la Provincia di Trento. La sede comunale è a Don, a 1141 m di altezza, posto sulla direttrice proveniente da Agordo verso il Primiero, poco dopo il valico di Forcella Aurine. Il Comune di Gosaldo occupa una porzione di territorio particolarmente estesa (circa 48 km2), buona parte della quale è inclusa nello straordinario contesto paesaggistico e naturale del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Il protagonista indiscusso del paesaggio gosaldino è la straordinaria e maestosa Croda Granda e una delle mete maggiormente apprezzate dai visitatori dell’Agordino è la suggestiva Valle del Mis. Il Lago del Mis è stato classificato, nel 2019, come il secondo più bello d’Italia, subito dietro al Lago di Garda, dal Touring Club Italia, ottenendo la prestigiosa classificazione delle Cinque Vele. Gosaldo sopravvisse per secoli grazie all’estrazione mineraria, in particolare di mercurio, presente sottoforma di cinabro. L’attività mineraria nella zona è attestata dal Settecento. Risale al 1723, secondo quanto riportato dallo storico Pietro Mugna, la scoperta del giacimento di cinabro. La miniera di Vallalta, nella metà del XIX secolo, era tra le prime dieci miniere di mercurio in Europa per quantità di metallo estratto. Il giacimento però non produsse gli utili sperati, sia per le difficoltà legate alla percorrenza di una vallata così angusta, sia per gli elevati costi collegati al trasporto del minerale che avveniva a dorso d’asino sino a Murano. Il declino dell’attività estrattiva culminò nel 1963 a seguito dell’ennesimo incidente minerario e di uno sfruttamento aggressivo e non pianificato del giacimento. La miniera di Vallalta fu definitivamente devastata dall’alluvione del 1966 che colpì tutta l’area dell’Agordino. L’alluvione portò alla distruzione anche di “California”, ovvero dell’abitato che sorgeva nelle vicinanze del Centro Minerario di Vallalta che, ben presto, si trasformò in un villaggio fantasma. Oggi è possibile riscoprire la storia legata a quest’attività mineraria attraverso l’itinerario noto come “La Via del Mercurio”, incluso negli itinerari storico-culturali del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi. Così come accadde per altri centri dell’Agordino e in generale del Bellunese, anche Gosaldo, con la fine del XIX secolo, ha conosciuto una massiccia emigrazione verso le più disparate mete europee e americane; emigrazione che ha causato un drammatico spopolamento. Quale era la professione esercitata dagli emigranti di Gosaldo? Era il “caregheta”, ovvero il seggiolaio, alla cui figura è dedicata la statua posta in Piazza San Giacomo a Don, opera dello scultore Gianni Pezzei e il Museo Etnografico del Seggiolaio dedicato all’artigianato delle sedie ed alla lavorazione di legno e metalli.
show less
Comments