Il femminismo odia le donne (e le rende infelici)
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show moreIL FEMMINISMO ODIA LE DONNE (E LE RENDE INFELICI) di Cristina Siccardi
L'odio che il femminismo, ideologia propagandistica malsana e contro natura, ha innescato nei confronti dell'uomo fin dal suo sorgere, ovvero dalla fine del XIX secolo, prosegue la sua strada distruttiva della famiglia e del vivere sociale.
Da che mondo e mondo chi uccide è un assassino, uomo o donna che sia, invece le femministe hanno escogitato il «femminicidio», un neologismo che identifica i casi di omicidio la cui vittima è una donna, i motivi, quindi, sono basati sul sesso (uomo/donna), oggi denominato «genere» (vedasi LGBT), visto che, per queste menti antiscientifiche oltre che antinaturali, esistono multiformi tipologie del vivere la sessualità.
Il vocabolario della lingua italiana Devoto-Oli, spiega così il significato del termine «femminicidio»: «Qualsiasi forma di violenza esercitata sistematicamente sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuare la subordinazione e di annientare l'identità attraverso l'assoggettamento fisico o psicologico, fino alla schiavitù o alla morte».
Nell'ordinamento penale italiano il lemma ha fatto la sua comparsa con il decreto legge del 14 agosto 2013, n. 93 (convertito nella legge 15 ottobre 2013, n. 119) recante «Nuove norme per il contrasto della violenza di genere che hanno l'obiettivo di prevenire il femminicidio e proteggere le vittime».
ORIGINE DEL FEMMINICIDIO
Le prime ad aver utilizzato questo vocabolo, con l'accezione moderna di «uccisione di una donna da parte di un uomo per motivi di odio, disprezzo, piacere o senso di possesso delle donne», sono state, nel 1990, la docente femminista di Studi Culturali Americani Jane Caputi e la criminologa Diana E. H. Russell. Nel 1992 la Russell ha usato nuovamente il neologismo nel libro scritto insieme a Jill Radford, Femicide: The Politics of woman killing.
L'autrice identificò nel femminicidio una categoria criminologica, ossia una violenza estrema da parte dell'uomo contro la donna in quanto donna, dunque esito finale di pratiche misogine.
Usi e costumi dei musulmani, di molti Paesi africani o di altre zone della terra tendono ad avere nei confronti della figura femminile un atteggiamento irrispettoso, aggressivo e talvolta violento. Il Cristianesimo, nato sulle radici giudaiche, invece, è la religione che ha introdotto un punto fermo: l'uomo e la donna, ognuno con le sue caratteristiche naturali, sono complementari.
Ma non basta, la Donna, ossia la Madonna, è stata resa degna da Dio di essere Sua Madre ed è stata investita di un grande potere, quello di schiacciare l'azione di Satana. La donna cattolica è pertanto invitata a seguire l'esempio sublime di Maria Santissima, la Beata fra tutte le donne, come Lei stessa si definì nel Magnificat. Ciò che vediamo compiersi negli usi e costumi di una civiltà un tempo cristiana ed oggi apostata è preoccupante e drammatico nel contempo.
LA DERIVA DEL FEMMINISMO
Le femministe hanno creato aspettative nelle donne che vanno contro la natura di se stesse e degli uomini:
- una continua ed esacerbata competizione di ruoli;
- la ricerca inappagata di essere libere da ogni dovere di appartenenza ad un legame affettivo stabile (che rende le persone psicologicamente equilibrate);
- la scelta di decidere in proprio se uccidere o meno il proprio figlio in grembo;
- la determinazione di ritagliare sempre più ampi spazi per se stesse in uno spasmodico inseguimento della vita sociale a scapito di quella domestica, sia per quanto riguarda gli impegni lavorativi che quelli ricreativi (si pensi alle palestre e alle discoteche frequentate a qualsiasi età);
- il culto per il proprio corpo e spese corrispettive;
- la scelta di liberarsi senza conseguenze del proprio coniuge o compagno, anche quando sono stati messi al mondo dei figli;
- fino ad arrivare, avendo eliminato l'identità dell'essere donna e dell'essere uomo, al plauso per le unioni omosessuali.
Queste non sono che alcune delle derive a cui è giunto il femminismo.
COMANDAMENTI DIMENTICATI
I comandamenti di Dio sono stati cancellati e il deicidio di nietzschiana memoria prosegue la sua impazzita cavalcata fra donne e uomini che si ammazzano fra di loro, si suicidano e assassinano i propri figli o non ancora nati o già al mondo, come ultimamente è accaduto a Francavilla al Mare (Chieti), dove, dal viadotto sulla A14, Fausto Filippone di 49 anni, manager dell'azienda di abbigliamento Brioni, ha lanciato la propria bambina Ludovica di 10 anni, per poi, dopo ore ed ore fra la vita e la morte, si è fatto a sua volta cadere nel vuoto.
La Madonna e San Giuseppe, Madre e Padre della Chiesa, piangono ricordando, agli uomini e alle donne di buona volontà del nostro tempo, ciò che venne annunciato a Fatima e ciò che rivelò la Madonna del Buon Successo, che il 21 gennaio, giorno della vergine e martire sant'Agnese, del 1610 così predisse: «Quanto al sacramento del matrimonio, che è simbolo dell'unione di Cristo con la sua Chiesa, sarà attaccato e profondamente profanato. La massoneria, con il suo potere, promulgherà delle inique leggi al fine di eliminare questo sacramento, facilitando la vita peccaminosa di ciascuno e incoraggiando la procreazione di bambini illegittimi, nati senza la benedizione della Chiesa. Lo spirito cattolico diminuirà rapidamente; la preziosa luce della fede si spegnerà progressivamente, fino a quando si giungerà ad una pressoché totale corruzione dei costumi [...]. In questi tempi sciagurati, ci sarà una lussuria ostentata che terrà le persone nel peccato e conquisterà innumerevoli anime frivole che si perderanno. Non si troverà quasi più l'innocenza nei bambini, né la modestia nelle donne. Nel supremo momento del bisogno della Chiesa, coloro che dovranno parlare resteranno in silenzio!».
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