Il Klondyke della Guyana: guerra in cambio di territorio
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https://ogzero.org/regione/ande-e-amazzonia/ Dopo il referendum venezuelano, il cui esito era scontato – non solo per il tipo di regime, ma anche perché improntato a un irredentismo nazionalista molto diffuso ultimamente dovunque...
show moreDopo il referendum venezuelano, il cui esito era scontato – non solo per il tipo di regime, ma anche perché improntato a un irredentismo nazionalista molto diffuso ultimamente dovunque e supportato a Caracas anche dall’opposizione –, ora qualsiasi esito è possibile. Difficilmente assisteremo a un nuovo conflitto di questa Terza guerra mondiale diffusa in pillole, perché a nessuno dei protagonisti conviene, esibizioni muscolari non si sono fatte attendere (Brasile muove truppe in Roraima, Washington decide esercitazioni militari), ma gli Usa non avevano dato luogo ad aiuti per infrastrutture richieste dalla Guyana, lasciando che si spalancassero le porte agli interessi cinesi alle risorse dell’Esequibo – la regione pretestuosamente contesa sulla base di un intricato diritto internazionale che risale al colonialismo britannico. Peraltro Caracas è schierata con Pechino, che dal paese sudamericano si rifornisce di petrolio.
Ecco, qualche dubbio sull’importanza dell’enorme giacimento di idrocarburi (si parla di miliardi di barili) per la Pdvsa sorge quando si pensa che mancano investimenti per sfruttare a pieno i pozzi venezuelani – a parte la strategia volta a sottrarre petrolio alla concorrenza della Exxon, che estrae in Guyana. D’altro canto la mossa sovranista di Maduro a rivendicare confini per tutti i venezuelani sacrosanti può sicuramente essere letta in chiave elettorale il prossimo anno.
Andrea Cegna ai microfoni di Radio Blackout aggiunge una terza ipotesi, molto intrigante. Lo stato-nazione mantiene un ruolo fondamentale per il controllo del territorio (ribaltando le teorie sulla globalizzazione – ma forse proprio perché la messa in discussione del multilateralismo ha ridotto di molto il mercato globalizzato), portando alle estreme conseguenze l’esproprio dei territori in generale come estrazione di ricchezze (solo la miniera di Omai ha prodotto più di 100 tonnellate di oro in 12 anni fino al 2005).
Difficilmente in Sudamerica si assiste a una guerra tra eserciti, nemmeno proxy war, e anche in questo caso è improbabile che esploda, anche per la configurazione del territorio: l’unica soluzione è il dialogo.
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