Improta e quella telefonata al pm: 'Forse fui insistente, non certo inopportuno'
May 10, 2022 ·
3m 41s
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Description
di Enzo Beretta Maurizio Improta, ex dirigente dell’ufficio immigrazione di Roma, sotto processo a Perugia con l’accusa di sequestro di persona nei confronti di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente...
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di Enzo Beretta
Maurizio Improta, ex dirigente dell’ufficio immigrazione di Roma, sotto processo a Perugia con l’accusa di sequestro di persona nei confronti di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, nel corso di alcune dichiarazioni spontanee alla Corte d’appello ha spiegato di non essere stato né inappropriato né inopportuno quando nel maggio 2013 telefonò al pm Eugenio Albamonte. «Preciso e forse insistente», questo sì. Il poliziotto ha detto che aveva bisogno di una risposta da parte della Procura di Roma, «in un senso o nell’altro», riguardo il nulla osta di espulsione della donna. «Per trattenerla avevo bisogno del diniego del pm». Riportarla a Ponte Galeria? «Non è un hotel».
L'intervento di Maurizio Improta
«Dispiace dover spiegare giustificare una opportuna telefonata, anzi tre, al sostituto della Procura. Quella telefonata nasce dalla chiamata precedente in cui il collega Renato Cortese mi dice 'Ci organizziamo’. Si organizza l’uscita della signora. Poi mi dice 'no'. Ma sì, e no, sia in un caso che nell’altro questo lo deve mettere per iscritto, non è che andiamo a fiducia in questa materia. Mi dà il numero e chiamo il dottor Albamonte, e mi permetto solo di chiedergli una risposta scritta, in un senso o nell’altro, perché un motivo c’era. E quando lui mi dice, alterato, 'Se non arriva il nulla osta la riporti a Ponte Galeria', Ponte Galeria non è un hotel dove si entra e si mette chiunque così. Si entra con un provvedimento firmato dal questore o da un suo delegato, quindi una volta uscita, in assenza del nulla osta, mi serviva il diniego per esigenze processuali da parte del sostituto procuratore per poter fare un nuovo provvedimento di trattenimento. Tant’è che io avviso l’assistente Scipioni, a verbale ci sono le sommarie informazioni. Lui dice: 'Improta, il dirigente, mi dice 'se entro le 6 non arriva il nulla osta riporta mamma e figlia a via Patini (dove si trova l’ufficio immigrazione, ndr), perché non poteva portare la signora a Ponte Galeria d’iniziativa, doveva ritornare a via Patini affinché si adottasse un nuovo provvedimento. Non solo nei confronti della signora, ma bisognava poi vedere la posizione della minore, che nel frattempo era stata affidata alla mamma. Quindi non sono stato io inopportuno e inappropriato, ritengo di essere stato preciso, forse insistente, ma necessario perché se fosse partita la signora sul nulla osta orale mi avrebbero internato in un ospedale psichiatrico, non so se criminale o meno, e avrei fatto qualcosa di impossibile da fare».
Foto: Fabrizio Troccoli
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Maurizio Improta, ex dirigente dell’ufficio immigrazione di Roma, sotto processo a Perugia con l’accusa di sequestro di persona nei confronti di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, nel corso di alcune dichiarazioni spontanee alla Corte d’appello ha spiegato di non essere stato né inappropriato né inopportuno quando nel maggio 2013 telefonò al pm Eugenio Albamonte. «Preciso e forse insistente», questo sì. Il poliziotto ha detto che aveva bisogno di una risposta da parte della Procura di Roma, «in un senso o nell’altro», riguardo il nulla osta di espulsione della donna. «Per trattenerla avevo bisogno del diniego del pm». Riportarla a Ponte Galeria? «Non è un hotel».
L'intervento di Maurizio Improta
«Dispiace dover spiegare giustificare una opportuna telefonata, anzi tre, al sostituto della Procura. Quella telefonata nasce dalla chiamata precedente in cui il collega Renato Cortese mi dice 'Ci organizziamo’. Si organizza l’uscita della signora. Poi mi dice 'no'. Ma sì, e no, sia in un caso che nell’altro questo lo deve mettere per iscritto, non è che andiamo a fiducia in questa materia. Mi dà il numero e chiamo il dottor Albamonte, e mi permetto solo di chiedergli una risposta scritta, in un senso o nell’altro, perché un motivo c’era. E quando lui mi dice, alterato, 'Se non arriva il nulla osta la riporti a Ponte Galeria', Ponte Galeria non è un hotel dove si entra e si mette chiunque così. Si entra con un provvedimento firmato dal questore o da un suo delegato, quindi una volta uscita, in assenza del nulla osta, mi serviva il diniego per esigenze processuali da parte del sostituto procuratore per poter fare un nuovo provvedimento di trattenimento. Tant’è che io avviso l’assistente Scipioni, a verbale ci sono le sommarie informazioni. Lui dice: 'Improta, il dirigente, mi dice 'se entro le 6 non arriva il nulla osta riporta mamma e figlia a via Patini (dove si trova l’ufficio immigrazione, ndr), perché non poteva portare la signora a Ponte Galeria d’iniziativa, doveva ritornare a via Patini affinché si adottasse un nuovo provvedimento. Non solo nei confronti della signora, ma bisognava poi vedere la posizione della minore, che nel frattempo era stata affidata alla mamma. Quindi non sono stato io inopportuno e inappropriato, ritengo di essere stato preciso, forse insistente, ma necessario perché se fosse partita la signora sul nulla osta orale mi avrebbero internato in un ospedale psichiatrico, non so se criminale o meno, e avrei fatto qualcosa di impossibile da fare».
Foto: Fabrizio Troccoli
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Author | Enzo Beretta |
Organization | Enzo Beretta |
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