Las revoluciones desencantadas y socavadas
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A distanza di vent'anni l'una dall'altra la rivoluzione castrista a Cuba e quella sandinista in Nicaragua portarono un afflato di speranza di rivoluzionaria emancipazione; marcarono l'inizio (nel 1959, quando la...
show moreAbbiamo chiesto a Diego Battistessa (@DiegoBattistes1) di descriverci la situazione attuale di queste due nazioni mesoamericane ancora imbrigliate nel falso mito della retorica socialista, rivelandosi regimi autocratici come da tradizione locale. E fa più male perché erano un sogno apparentemente realizzato di un altro mondo possibile (altra ricorrenza ventennale in questo 19 luglio 2021 da cui scriviamo).
Duele Nicaragua...
il 19 luglio ricorre l'anniversario della revolución sandinista; in questo caso si è trasformata più volte – sempre in peggio –, perdendo per strada in questi 42 anni volta per volta gli stessi protagonisti che cominciarono a prendere le armi e anche i molti internazionali che confluirono a Managua, riconoscendo un nuovo episodio dell'emancipazione libertaria degli oppressi. La parentesi sandinista ideale sfumò per via elettorale lasciando il posto a un'altra oligarchia liberale, quella di Violeta Chamorro; dopo aver resistito alla Escuela de las Americas che aveva partorito i Contras (e ora si è spostata in Georgia sotto falso nome, proseguendo il suo trabajo sucio di formazione di contractors e smad, sbirri famigerati per operazioni squadriste e di ordine pubblico). E ora invece si è ridotta al familismo feroce e liberticida di Ortega e Murillo, la sua compagna e vicepresidente. Persino l'Organizzazione degli Stati americani comincia a fare pressioni sulla dinastia danielista fondata su corruzione, nepotismo e clientelismo. E adesso si aspetta un giro di vite ancora maggiore, visto che le sanzioni e ingerenze di Washington non hanno scalfito gli abusi di potere.
La digressione sulla Western Hemisphere Institute for Security Cooperation (WHINSEC) di Fort Benning ci porta a imbarcarci dalla citata Miami per La Havana.
... y Cuba Duele más
Crollo del turismo per la pandemia, sanzioni ed embargo – infame e illegale, imposto dagli Usa di Ike e JFK e sostenuto fino a ora solo da Israele all'Onu unanimemente contrario – che strozzano il paese; fame, riforme inesistenti, blocco di internet in palese atteggiamento censorio che fa la differenza rispetto alle proteste del 1994 (maleconazo represso dai Castro con tecniche che ora non sono proponibili)... le proteste di questo luglio cubano sono serie, partecipate nonostante la repressione feroce e vanno analizzate senza ideologismi pregressi, perché la situazione è complessa e articolata – avendo molti risvolti geopolitici nella difficoltà per i classici partner di sostenere l'economia improbabile dell'isola caraibica, a cominciare dal Venezuela di Maduro.
E poi anche Diáz-Canel ha ribadito in piena continuità l'impossibilità di dialogare con chi è considerato controrivoluzionario e le manifestazioni del movimento San Isidro cavalcano le sensazioni di indisponenza e disperazione di fronte alla impossibilità di sopravvivenza; manifestazioni partecipate e diffuse in una ventina di città. La situazione è esplosiva anche per la mancanza di riforme della transizione al postcastrismo, perché manca un'idea di come potrebbe svilupparsi un sistema che non cada nella trappola capitalista.
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