Ludwig – Il serial killer nazista (Parte 3)

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Stagione 1 🎧 Episodio 24: Ludwig – Il serial killer nazista (Parte 3) Il 10 febbraio 1987 Abel e Furlan vengono condannati a 30 anni di reclusione per gli omicidi...
show moreIl 10 febbraio 1987 Abel e Furlan vengono condannati a 30 anni di reclusione per gli omicidi di Lovato, Pigato, Bison, le 6 vittime della strage del cinema Eros di Milano, Tartarotti (discoteca Liverpool), tentata strage della discoteca Melamara.
Per gli altri delitti, gli omicidi di Guarino Spinelli, Luciano Stefanato, Claudio Costa, Alice Maria Baretta e per il rogo della Torretta di Porto San Giorgio, non ci sono prove.
Giudicati socialmente pericolosi, oltre ai 30 anni di carcere vengono condannati a 3 anni di cure psichiatriche in un manicomio criminale.
Il 15 gennaio 1988, a Venezia si apre il processo d’appello. Il PM Stefano Dragone vuole dimostrare la responsabilità degli imputati per tutti i crimini di Ludwig. Durante il processo d’appello scadono i termini del carcere preventivo e vengono confinati, uno, Abel, a Mestrino, l’altro, Furlan, a Casale di Scodosia, entrambi in provincia di Padova. Gli abitanti dei paesini sono spaventati e protestano con cartelli lungo le strade. La condanna arriva il 10 aprile 1990, ridotta a 27 anni. Pericolosità sociale e obblighi a fine pena confermati. Qualche giorno prima della sentenza, Marco Furlan fugge dall’Italia. È ricercato in tutto il mondo. Molti credono che si trovi in Brasile. Il 17 maggio 1985, viene arrestato ad Heraklion, sull’isola di Creta, con il nome di Eurlanì, che lui stesso aveva modificato sulla carta d’identità. Furlan-Eurlanì! Estradato in Italia, viene condotto a Milano, nel carcere di Opera, dove resta fino al 24 aprile 2008 quando viene affidato ai servizi sociali. Per via della buona condotta, ha scontato 16 anni di detenzione. Abel ha scontato 23 anni in carcere. Non gli è stata concessa la semilibertà perché ritenuto ancora socialmente pericoloso. Ha finito di scontare la sua pena nel dicembre del 2006 e per due anni è stato affidato ad una casa di lavoro a Sulmona, in Abruzzo, per poi tornare a Negrar, in provincia di Verona, a casa dei suoi genitori. Fino all’ultimo giorno ha negato il suo coinvolgimento nei crimini per i quali è stato condannato.
🎧 Qualche fatto cuorioso…
Il fatto curioso di questa storia è che Marco Furlan, latitante per quattro anni, in Grecia, nel 1989, viene riconosciuto da un turista italiano che li fotografa, avvisando le autorità. La polizia greca lo arresta e, sotto custodia, Furlan confessa di far parte di Ludwig, accusando Abel di essere la mente dietro i crimini.
🎧 Il processo e le contraddizioni
La perquisizione nelle loro abitazioni conferma i sospetti.
Il giudice istruttore è Mario Sannite. Si pensa che Abel e Furlan facciano parte di una organizzazione più ampia: sembrano troppo giovani per aver commesso crimini dal 1977, quando avevano diciassette anni. Eppure, le prove confermano che sono loro Ludwig, loro e nessun altro.
Durante gli interrogatori in seguito all’arresto a Castiglione delle Stiviere, Furlan parla di “ragazzata”, dicendo: “Volevamo fare solo un po’ di fiammelle, divertirci a vedere le reazioni della gente, scoprire quali emozioni si potevano provare”, ma Abel dichiara: “Sì, volevo bruciare la discoteca perché ho qualche cosa contro le discoteche, soprattutto per il tipo di gente che frequenta le discoteche, per l’ambiente, per le persone che vanno nelle discoteche. Ma forse è la discoteca, essa stessa, come luogo, che rende vittime le persone che la frequentano, inducendole a sbagli assurdi, che mi ripugnano. È assurdo che i giovani siano traviati e fuorviati da questi luoghi. Io stesso ho constatato che una ragazza perfettamente vitale, dopo aver frequentato l’ambiente delle discoteche, aveva completamente cambiato natura assumendo anche stupefacenti. Penso che la discoteca annulli la personalità dei giovani. Per me è come una trappola, è come un circolo vizioso da cui un giovane non può più uscire”. Queste parole ricordano molto i volantini inviati da Ludwig ai media. Ma, poi, ritratterà e negherà fino alla morte.
🎧 Conclusione: l’eredità del caso Ludwig
Il caso Ludwig è uno degli esempi più inquietanti di folie à deux, dove il legame patologico tra due individui porta alla violenza estrema. È anche un monito sui rischi del fanatismo e sull’importanza di una giustizia equa e coerente.
Dopo la scarcerazione, Abel ha continuato a sostenere di non avere nulla di cui pentirsi.
Dopo il loro arresto, Ludwig ha smesso di uccidere.
Testi di Marcella Boccia
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Author | Marcella Boccia |
Organization | Marcella Boccia |
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