Negazione e presenza di un genocidio: narrazioni e usi diversi della storia armena
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Gli armeni negli ultimi mesi sono stati strumentalizzati dalle potenze globali e locali persino più del solito. Ma Biden aveva promesso in campagna elettorale che avrebbe riconosciuto il genocidio armeno...
show moreMurat Cinar estrae la figura di Aram Tigran per tessere l'ordito musicale a partire da Diyarbakir e dirigersi verso Qamişlo, unificando i destini del popolo curdo con quello armeno e da quella lirica storia di un musicista, esule persino prima di nascere, morto – a newrouz! – per l'emozione di poter suonare nella propria terra... ma portato in un nosocomio lontano a esalare l'ultimo respiro come modello di una nazione in esilio da un genocidio negato dai Giovani Turchi e poi da tutti i regimi anatolici più o meno kemalisti.
I motivi per cui proprio ora a distanza di più di un secolo sia avvenuto questo riconoscimento da parte americana vanno ricercati un po' nella attenzione per i diritti umani dei sudditi di Ankara, ovviamente pretestuosi per l'amministrazione americana che li usa per tenere sotto scacco Erdoğan, e sia Joe Biden che Kamala Harris avevano alluso alla questione armena, perché la diaspora derivante da quella pulizia etnica durante la Prima guerra mondiale portò molti armeni negli Stati Uniti e in particolare nella California cara alla vicepresidente, che ha dato voce in cambio di voti a quella minoranza.
Un altro punto da considerare per questo dissidio è che funge da detonatore per la composizione di un contenzioso che da anni divide i due più potenti eserciti della Nato e come dice Murat gli interessi tra questi appartenenti si intrecciano a tal punto che nessuno può lasciare l'“Organizzazione” (infatti in un altro momento abbiamo già parlato delle sanzioni Caatsa applicate ad alleati riottosi: https://www.spreaker.com/user/ogzero/murat-03-intese-con-putin-e-sanzioni). Anche se si è arrivati al punto di rottura tra gli "alleati", come abbiamo dimostrato cercando di raccontare cosa hanno rappresentato gli Accordi di Astana (https://ogzero.org/studium/il-mare-di-astana-il-mediterraneo/) e cosa significa il controllo dei monti al confine tra Iraq, Siria e Turchia, visto che proprio ieri l'alleato curdo di Ankara nel Kurdistan, l'iracheno Barzani, ha il 28 aprile scorso intimato al Pkk di lasciare il rifugio sui monti Qandil. E poi il maxiprocesso a New York che coinvolge dirigenti, parlamentari, direttori di banche e rampolli turchi per riciclaggio e malversazioni che coinvolgono anche altri stati sovrani (India, Iran, Qatar, Cina); le indagini relative al ramo turco furono sempre avversate e i magistrati licenziati, perseguiti... ma in Usa un faccendiere turco confessò, spiegando come si dipanava il riciclaggio e lo scambio di merci in embargo.
Il genocidio armeno è un tabù in Turchia ed è anche uno stillicidio per i discendenti dei massacrati che si trovano a convivere con i discendenti degli aguzzini; con i riti e le omertà, i silenzi pesanti e l'ignavia di chi preferisce sopravvivere, mentre i coraggiosi poeti, giornalisti, intellettuali che hanno avuto il coraggio di vivere scrollandosi di dosso la paura del colombo sempre impaurito sono stati uccisi come Hrant Dink nel 2007. i turchi rimangono senza una corretta informazione della proprie responsabilità e gli armeni senza il riconoscimento delle proprie sofferenze, costantemente in ansia, come ancora denuncia Yetvart Danzikian e anche Garo Paylan in parlamento ha cercato di far parlare i 200 intellettuali armeni che sparirono e non poterono più parlare un secolo fa, guadagnandosi una minaccia di fare la stessa fine.
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Author | OGzero - Orizzonti geopolitici |
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