Il problema è che finchè io non so chi sono, ciò che accade nella mia vita è completamente fuori controllo ed è talmente fuori controllo da sembrare che il meccanismo sulla base del quale la realtà evolve sia esattamente l'opposto di quello che è. Se non siamo consapevoli di cos'è e com'è la nostra interiorità, continueremo a essere convinti che ciò che accade fuori (che crediamo non si sappia perchè e secondo quali regole accada), determini come sto e come sono io nella mia interiorità (come mi sento!). Quando in verità le cose funzionano esattamente al contrario. E' il come sto che determina cosa accade , non viceversa. Perchè ciò che accade riflette il come sto per mostrarmelo. La coscienza crea la realtà, questo oramai è un dato acquisito. Ne deriva inevitabilmente che una coscienza in conflitto non potrà in nessun modo manifestare la pace nella realtà su cui agisce. E allo stesso tempo un'interiorità che non viva conflitti al suo interno non avrà nemici nella sua realtà esteriore. Pertanto è inutile voler modificare le situazioni o le persone se prima non abbiamo riarmonizzato la nostra coscienza. Anzi il bisogno o la volontà di voler modificare gli altri o le situazioni agendo direttamente su di essi è il chiaro segnale della conflittualità che regna nella coscienza, che vuole operare in questo modo. Più vivo la mia realtà come qualcosa che non va, più dimostro di non essere in pace con me stesso. La realtà della mia vita è letteralmente costretta a rispecchiare ciò che sono e lo fa in maniera assolutamente meccanica senza alcun giudizio o volontà! Se noi sappiamo come siamo dentro, non possiamo certo direzionare ciò che riflettiamo fuori. Il caso in verità non è altro che la nostra ignoranza... o inconsapevolezza, per dirla più in "spiritualese". Meno mi conosco a livello emotivo, più la realtà esistente risulterà imprevedibile, caotica e casuale. Dato che tutto ciò che accade nella nostra vita è evidentemente solo un riflesso della nostra interiorità, un'operazione molto efficace è quella di utilizzare ogni situazione, ogni accadimento esterno come un'indicazione per comprendere meglio noi stessi. La realtà fuori di noi infatti è lì e si ripete continuamente uguale a se stessa, solo per indicarci quei lati del nostro carattere, quelle angolazioni della nostra personalità e quegli aspetti del nostro inconscio che ci ostiniamo a non voler vedere (o non osiamo voler vedere, quando sono talenti) e continuiamo a non riconoscere come nostri. Capite che meraviglioso meccanismo è stato messo a punto. Io non so chi sono perchè l'ho dimenticato, così la mia realtà me lo mostra... Quando finalmente sarò consapevole di sono, potrò coscientemente modificarmi e ottenere nella realtà gli effetti che mi riflettono e che consapevolmente voglio. Questo è il giardino dell'Eden. Il paradiso in terra è solo sapere come funzionano le cose e goderne! In ogni caso, la nostra realtà ci somiglia, anche se non ne siamo consapevoli.
Pagina tratta da
"Gli Specchi esseni" di Giovanna Garbuio Voce
lettrice: Ti di www.sottounarcobalenodiluce.comMusica in sottofondo:
La Danza della Vita di Emiliano Toso