Più a est che si può…

Jun 2, 2023 · 23m 31s
Più a est che si può…
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https://ogzero.org/progetti/#transnistria L’Europa si è spostata di alcuni chilometri a est. Lo scossone che ha reso determinanti gli stati orientali dell’Unione ha prodotto un summit poco mediatizzato ma che ha fornito...

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L’Europa si è spostata di alcuni chilometri a est. Lo scossone che ha reso determinanti gli stati orientali dell’Unione ha prodotto un summit poco mediatizzato ma che ha fornito segnali importanti per chi ha voluto coglierli. Zelensky per esempio ha lasciato cadere una frase che nella parte occidentale del continente il mainstream non è stato neppure tradotto, ma Carlo Policano ce l’ha riferita – dalla traduzione romena, convinto che fosse stata colta anche in Italia, dove invece si è solo dato rilievo alla ennesima richiesta di ombrello Nato da parte dell’onnipresente presidente ucraino: «Tra un mese si terrà il primo summit della pace», che può scandire un cambio di passo e una svolta nella prosopopea guerresca a cui siamo sottoposti da ambo le propagande da ormai 16 mesi. E il fatto che sia stata pronunciata in quel contesto molto vicino alle zone di guerra, con un apparato internazionale di assoluto rilievo e una preparazione lunghissima da parte della diplomazia continentale; in una scenografia simbolica (un Castel – cioè una delle cantine più belle della regione – molto vicino alla Transnistria e all’Ucraina) che colloca la Moldova per una volta al centro del continente. Ha un significato rilevante, contro cui i sostenitori della guerra a oltranza nostrani e oltreatlantico dovranno tentare di mettere la sordina.
Carlo invece è convinto, vivendo lì e annusando l’aria del Nistru, che ora la guerra non impaurisce più così tanto come al tempo del nostro primo contatto radiofonico a febbraio. Nonostante la Moldova non abbia un esercito degno di questo nome, gli abitanti sono convinti della difesa di riflesso che proviene dall’aiuto della Nato all’Ucraina.
Un problema potrebbe insorgere per la Gagauzia, 150.000 abitanti di ascendenza turca (ma ortodossi per religione) che danno vita a un territorio autonomo (Atug), che si sentono più vicini alla Russia che non alla Romania, prediletta invece dalla maggioranza dei moldovi.
Ma ciò che ha sorpreso positivamente i moldovi è l’asserzione fatta da Borrell, inattesa e distensiva – e che comporta un riconoscimento della giurisdizione russa sul territorio moldovo a est del fiume: la Transnistria non è necessario che entri nell’Unità europea quando la riva occidentale del Nistru/Dnepr diventerà parte della Comunità di Bruxelles. Questo significa un’accelerazione nel processo, perché si temeva che si dovesse risolvere il contenzioso dell’enclave filorussa. Si andrebbe verso una soluzione di stampo cipriota (le parole di Borrell: «Cyprus became a member of the European Union affected by a territorial problem, so #Moldova can become too with #Transnistria»).
E potrebbe essere un precedente per la soluzione ucraina, accettando lo stato di fatto come è avvenuto per l’invasione turca di Cipro. E tutto sommato il momento è adatto per arrivare ad accordi dopo 30 anni in cui la Russia avrebbe avuto agio per occupare tutto senza pagare dazio, almeno fino al 2014.
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