Produrre il Caos per mantenere l’Impero al centro del Risiko
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Annientamento dei nemici di Israele. Eterogenesi dei fini o obiettivo iniziale delle guerre mediorientali? Cogliamo l’occasione offerta dal volume Ucraina, Europa, mondo di Giorgio Monestarolo per avviare una conversazione con...
show moreCogliamo l’occasione offerta dal volume Ucraina, Europa, mondo di Giorgio Monestarolo per avviare una conversazione con l’insegnante e storico (i cui riferimenti nello sviluppo del discorso sono Stefano Arrighi e Pino Arlacchi) attorno all’attualità immersa nell’estensione delle guerre globali, riconducendola innanzi tutto alla spartizione della zona Mena innescata dal Processo di Astana – che vedeva protagonisti la Russia, impegnata nella operazione militare speciale; l’Iran, coinvolto nel conflitto arabo-palestinese (il lancio di droni su Israele è di due giorni successivo a questa registrazione); la Turchia, attiva militarmente sia in Rojava che in Nagorno. Un Processo reso possibile dal vuoto lasciato dal ritrarsi di Washington dall’impegno mediorientale, lasciando a presidiare la regione lo Stato ebraico e gli alleati sunniti della Penisola arabica; in quel vuoto si è creato quel tipico caos entropico da cui scaturiscono “catastrofi”. La situazione attuale è ancora nel passaggio multilaterale che conduce a polarizzazioni negli schieramenti sempre più manifestati in guerre aperte, che vedono le potenze locali coinvolte direttamente, risultando inefficaci gli scontri delegati alle milizie proxy come per la Mezzaluna sciita.
Ne è scaturita una interessante disamina con l’autore del libro che tratta della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze (facendola risalire a Maidan e a quello che è successo negli ultimi tre lustri, dalle Primavere arabe – e dalla fine di Gheddafi – alla guerra in Siria). E infatti proprio l’intervento russo in Siria è stato il punto di squilibrio che ha inceppato il progetto di eliminare le potenze locali che si contrapponevano allo Stato ebraico.
I motivi economici della scelta muscolare
Affrontare la teoria del caos consente alla discussione di allargarsi all’uso della War on Terrorism collegandola alla War on Drugs per sfruttare gli interessi collegati ai fenomeni migratori e di ricostruzione che si vanno a creare; dalla gestione economica dell’impero mondiale all’altra faccia della medaglia del multilateralismo alla Obama che si è rivelato non un’apertura di pace, ma molti scenari di conflitti diversi e che stano mettendo in sofferenza il ruolo del dollaro.
Quindi l’egemonia rimane esclusivamente affidata alla potenza militare statunitense e il suo apparato industriale militare è il vero motore politico delle guerre per procura dell’impero Usa, che hanno un ritorno anche e soprattutto economico-militare. Diventa interessante mettere a confronto la proxy war ucraina con le tensioni nel Pacifico e le differenti relazioni tra Usa e Russia e l’odio e amore che contrappone Cina e Usa.
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Author | OGzero - Orizzonti geopolitici |
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