Il 15 giugno 1997 si tenne in Italia un referendum su sette quesiti riguardanti la privatizzazione, l'obiezione di coscienza, la caccia, la magistratura, i giornalisti e la dissoluzione del Ministero delle Politiche Agricole. Sebbene tutte le proposte fossero state approvate dai votanti, l'affluenza alle urne fu solo del 30%, ben al di sotto del quorum necessario del 50% per rendere valido il referendum. Di conseguenza, nonostante il consenso espresso dagli elettori, il referendum fu dichiarato nullo. Questo evento evidenziò una certa disaffezione degli italiani verso i processi referendari e sollevò dibattiti sull'efficacia e la partecipazione democratica nel paese.