Riconosciuto il martirio di 5 sacerdoti uccisi dalla Comune di Parigi
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6798 RICONOSCIUTO IL MARTIRIO DI 5 SACERDOTI UCCISI DALLA COMUNE DI PARIGI Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione da parte della Congregazione delle Cause dei Santi di...
show moreRICONOSCIUTO IL MARTIRIO DI 5 SACERDOTI UCCISI DALLA COMUNE DI PARIGI
Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione da parte della Congregazione delle Cause dei Santi di un decreto che riconosce in particolare il martirio di cinque sacerdoti francesi uccisi in odio alla fede nel 1871 durante la Comune di Parigi, annuncia la Sala Stampa della Santa Sede il 25 novembre 2021 Sono i padri Henri Planchat, Ladislas Radigue, Polycarpe Tuffier, Frézal Tardieu, Marcellin Rouchouze. Questa decisione della Santa Sede apre la strada alla loro prossima beatificazione, ultimo passo sulla via della santità prima della canonizzazione. La beatificazione è celebrata abitualmente nel paese di origine del beato da un rappresentante del pontefice, il più delle volte il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
La Congregazione per le Cause dei Santi spiega che l' odio per la fede era «la motivazione dominante delle azioni dei carnefici» di questi cinque sacerdoti. «La Comune, oltre alle esigenze socio-politiche, aveva evidenti risvolti antireligiosi», ritiene il dicastero, alcuni comunardi che percepiscono la religione come «un ostacolo da eliminare». L'odio per la fede è ulteriormente confermato «dalla ferocia perpetrata contro i religiosi dalla folla inferocita e dal saccheggio dei luoghi e degli arredi adibiti al culto», nonché dalla profanazione eucaristica. Tutti i martiri erano anche «consapevoli del rischio che correvano».
Un odio per la fede che non si è spento neanche ai nostri giorni, basti vedere quanto successo durante la marcia, organizzata dalla diocesi di Parigi proprio per commemorare i martiri cattolici della Comune di Parigi. Il pellegrinaggio ha dovuto essere interrotto a causa della violenza di attivisti di estrema sinistra. Il corteo organizzato dalla diocesi era di circa 300 persone raccolte tra canti e preghiere, molte famiglie e bambini, ma la manifestazione è stata fin da subito disturbata da grida, insulti, bestemmie. La situazione è degenerata in Boulevard de Ménilmontant con un gruppo di circa 20 persone incappucciate entrate in azione con il preciso scopo di colpire, prima con lancio di oggetti, poi direttamente con pugni e spinte. (Ne abbiamo parlato QUI) http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6598
I cinque sacerdoti furono uccisi il 26 maggio 1871, durante la "Settimana di sangue", da cittadini della Comune di Parigi, uno "Stato indipendente" fondato all'indomani della sconfitta della Francia contro la Prussia. I "Communardi", spinti da ideali libertari e socialisti, consideravano i membri del clero come alleati dei loro avversari, i "Versaillais", rappresentanti del governo repubblicano con sede a Versailles. [...]
Nota di BastaBugie: Giulio Meotti nell'articolo seguente dal titolo "I martiri di Parigi" parla della prima democrazia diretta, la Comune del 1871, che fu un grande massacro di cristiani.
Ecco l'articolo completo pubblicato su Il Foglio il 5 giugno 2021:
La stagione della Comune fu breve, dal 12 marzo al 22 maggio 1871. E fu uno dei più grandi massacri di cristiani della storia. "Del passato facciamo tabula rasa", scriveva Eugène Pottier proprio nel 1871 nel testo dell'Internazionale. [...]
La brevità dell'episodio lo sedimentò con il mito. Gli odi anticlericali provocarono arresti e assassinii di ostaggi, distruzione di statue ed edifici simbolici tra cui le Tuileries, la colonna Vendôme, l'Hôtel-de-Ville o anche la casa di Thiers, l'esecuzione di "ladri" e "cattivi" cittadini. La Comune esaltò il puritanesimo instaurando un clima moralizzante con l'attribuzione di certificati di rispettabilità e lanciando una guerra ai cattolici.
Molte chiese furono inizialmente occupate, come Notre-Dame de la Croix a Ménilmontant nel XX arrondissement. Vi si tenevano riunioni pubbliche per eleggere i capi della Guardia Nazionale. In rue Lévis, a Batignolles-Monceaux, in occasione della sepoltura di un generale, nel mezzo dell'occupazione prussiana, la gente gridava: "Il vero progresso umano esisterà quando in Francia non ci sarà più un sacerdote né una chiesa".
A Saint-Pierre de Montmartre nel 18esimo arrondissement, un testo fu affisso sulla porta della chiesa: "I preti sono banditi e le chiese sono luoghi di ritrovo dove hanno assassinato moralmente le masse". Pochi giorni dopo, la navata fu trasformata in laboratorio per la confezione di abiti militari. I Comundardi volevano "annientare il monoteismo". Un quartiere cadde sotto il controllo di Serizier, membro fondatore dell'Internazionale, anticlericale. Voleva la pelle dei domenicani di Arcueil, ripetendo "tutti questi preti sono buoni solo per essere bruciati!".
Le deliranti accuse della stampa communard sui presunti "crimini" del clero consentironono perquisizioni nei santuari e nei presbiteri di tutta Parigi. Si diceva che sotto le chiese vi fossero passaggi segreti che permettevano di uscire e comunicare con Versailles. Delirio puro, ma c'è chi ci credeva. "Morte ai calotins!", gridavano.
La vita quotidiana delle chiese sotto la Comune era scandita da scene di saccheggi, dissacrazioni ed episodi carnevaleschi volti a irridere i sacerdoti. La chiesa di Saint-Leu subì devastazioni: strappati gli abiti sacerdotali, distrutte le vetrate, l'altare maggiore e gli oggetti preziosi inviati alla Zecca. A Saint-Jacques du Haut-Pas, nel quinto arrondissement, un comunardo vestito da prete prese a dire messa. Il municipio dell'undicesimo arrondissement espose all'ingresso della chiesa il seguente decreto: "Il Circolo Ambroise non vuole continuare la pratica dei costumi raccomandati dai ciarlatani in tonaca che la giustizia del popolo ha appena cacciato...". Furono galvanizzati dall'ateismo militante di una delle loro figure di spicco, il socialista rivoluzionario Auguste Blanqui.
Secondo lo storico Yves Chiron, durante la Comune, due terzi delle chiese di Parigi furono chiuse, saccheggiate, vandalizzate o trasformate in prigioni, laboratori o sale riunioni per circoli politici. In virtù di un decreto del 5 aprile 1871, che prevedeva che "tutte le persone accusate di complicità con il governo di Versailles sarebbero state ostaggi del popolo parigino", fu immediatamente arrestato l'arcivescovo di Parigi Georges Darboy (il suo corpo sarà gettato in una fossa comune). Molti altri sacerdoti e monaci - trecento in totale - lo avrebbero seguito. Questo provvedimento, che scandalizzò anche tra le file dei Comunardi, sarebbe stato chiamato "razzia della tonaca" da uno dei primi storici della Comune, Prosper-Olivier Lissagaray. Dopo che il governo di Versailles si rifiutò di liberare il rivoluzionario Blanqui in cambio dell'arcivescovo, i comunardi giustiziarono sommariamente il prelato nelle prigioni di La Roquette, il 24 maggio, insieme ad altri quattro sacerdoti. Il giorno dopo, mentre le truppe di Versailles riconquistavano Parigi, fu la volta di cinque domenicani del Collegio di Arcueil, che furono fucilati sull'Avenue d'Italie.
La furia omicida dei rivoluzionari giunse al culmine con il cosiddetto "episodio della Villa des Otages" in rue Haxo (Ventesimo arrondissement) avvenuto il 26 maggio, durante il quale cinquanta cattolici - di cui dieci sacerdoti, tra cui il popolare padre vincenziano Henri Planchat, quattro sacerdoti della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, Padri Picpus, tre gesuiti, il vicario di Notre-Dame-de-Lorette e un seminarista - furono fucilati e massacrati dalla folla. Il padre vincenziano Planchat fu ucciso il 26 maggio. Un memoriale ai martiri del massacro di Rue Haxo commemora coloro che persero la vita durante la "Settimana di sangue." Il giorno dopo furono giustiziati altri tre sacerdoti, tra cui monsignor Auguste-Alexis Surat, arcidiacono di Notre-Dame. Un totale di 23 ecclesiastici furono massacrati. All'indomani della Comune, i martiri cattolici divennero oggetto di devozione popolare tra i fedeli. [...]
Nel 2017, il corpo di Planchat è stato riesumato dalla chiesa di Notre-Dame de la Salette. Era ancora crivellato di proiettili. Planchat fin dalla sua ordinazione nel 1850 si era dedicato alla ricristianizzazione della classe operaia dopo i moti giacobini, prima nei sobborghi, poi in mezzo agli immigrati italiani. Si è perso il conto delle conversioni che ha ottenuto, delle coppie illegittime che ha sposato, dei bambini e degli adulti che ha battezzato. Un apostolato che sconvolse il clero diocesano, in uno spirito simile alle opere salesiane di Giovanni Bosco a Torino. Planchat fu una contraddizione vivente per i comunisti, poiché incarnava l'impegno concreto della chiesa cattolica al servizio dei più svantaggiati. Un servo dei poveri ucciso dai paladini dei poveri.
All'inizio di aprile 1871, il suo nome era in cima alla lista dei "nemici del popolo", ma non furono trovati volontari che si assumessero il compito. Disperata, la Comune offrì cinque franchi a un disoccupato se avesse arrestato il curato. Indignato, l'operaio rispose: "Cinque franchi per arrestare l'uomo che ieri, quando non mi conosceva, è venuto a darmene venti per pagarmi l'affitto?". Padre Olivaint si era dedicato alla conversione del "capitano Pigère", una ragazza travestita da uomo che nutriva un odio particolare per il cattolicesimo e si vantava di aver "abbattuto l'arcivescovo."
Prima di perdere conoscenza, un seminarista geme: "Oh miei cari genitori..." Poi, un ultimo sussulto: "Perdono i miei aguzzini! Non voglio che gli venga fatto del male!". Saranno le sue ultime parole. Verrà ucciso con una pallottola al cuore. Padre Olivaint dirà: "Voglio morire per la mia religione ma voglio che sia con dignità". Padre Cotrault, sorpreso, esclama, alzando le braccia al cielo: "E' possibile?". Padre Captier è colpito a una gamba mentre attraversa il viale in direzione della cappella Bréa. Un uomo gli porta un bicchiere d'acqua. Un comunardo gli grida di andarsene, altrimenti andrà incontro alla stessa sorte. E' finito a colpi di baionetta alla schiena.
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