La Brigata alpina “Taurinense” ha ideato un piccolo libro rivolto ai bambini dai 3 ai 6 anni che hanno un genitore militare impegnato in una missione all’estero. Il racconto con una sequenza di disegni, fornisce un elemento utile per il genitore che rimane a casa, ma soprattutto un supporto al bambino. Il risultato? Comprendere le proprie emozioni e normalizzarle. Quando i militari si apprestano ad affrontare l’impegno di una missione all’estero, si trovano alle prese con una molteplicità di attività professionali da svolgere e con situazioni personali da gestire, tra le quali il delicato tema della separazione dagli affetti, ed in particolare dai figli, che riveste un carattere di particolare sensibilità. Il periodo di impiego all’estero sancisce un distacco dalla famiglia, spesso doloroso, destinato a durare molti mesi in cui i bambini più piccoli faticano a comprendere i motivi dell’allontanamento e a fare i conti con l’assenza di una figura fondamentale. La partenza di un genitore, infatti, se da un lato comporta la rottura di un equilibrio per ciò che riguarda le dinamiche familiari esistenti, nei bambini più piccoli sollecita immediatamente la paura dell’abbandono, che è la prima grande paura che un bambino possa sperimentare. Nel tempo, con il perdurare dell’assenza del genitore, la famiglia cerca di costruire una nuova stabilità per affrontare le esigenze di ogni giorno ma, nonostante l’impegno in questa sfida, i bambini sono sicuramente i soggetti che trovano maggiori difficoltà ad adattarsi ai cambiamenti e possono manifestare tristezza, rabbia, paura che possa succedere qualcosa di brutto al genitore lontano. In sintesi, possono mostrare un’ampia gamma di sentimenti di fronte ad un mutato contesto familiare, che vanno dall’ansia all’aggressività, alla difficoltà di interazione con gli altri o, a livello scolastico, alla difficoltà di apprendimento o alla svogliatezza. Inoltre, le reazioni dei bambini saranno differenti anche in relazione alle diverse età e fasi di sviluppo cognitivo che il bambino sta attraversando. In tale quadro, occorre ad esempio tenere conto che, crescendo, i bambini acquisiscono la capacità di comprendere meglio il significato del lavoro dei propri genitori e del perché è necessario assentarsi per un lungo periodo; occorre inoltre considerare che, con la maturazione cognitiva, acquisiscono una nuova consapevolezza del rischio/pericolo associato al lavoro o al contesto in cui il genitore andrà ad operare. Anche i livelli di dipendenza dalle figure di attaccamento si modificano con l’età, portando i bambini ad acquisire sempre maggiori spazi di autonomia e competenze nello svolgere attività da soli. Infine, altro aspetto importante dello sviluppo infantile, che si correla al tema della missione del genitore militare, è la percezione del tempo, che rende soggettivamente diversa a seconda dell’età la durata della separazione. Risulta chiaro da questi elementi come, in relazione all’età del bambino, i genitori si confrontino con sfide e timori del tutto peculiari tali da rendere ogni nuovo distacco dai bambini un’esperienza differente a seconda della fase del ciclo di vita che la famiglia attraversa. Dal punto di vista del genitore militare altrettanto significativi sono i dilemmi che si possono vivere all’avvicinarsi della partenza. Quanto tempo prima dare la notizia ai bambini? Cosa raccontare del nostro impiego e dei motivi che ci portano a stare così lontani per tanto tempo? Come gestire le domande e le emozioni che inevitabilmente la lontananza determinerà? Quale importante ruolo riveste il partner nell’assolvere un ruolo genitoriale allargato? Di fronte a queste e altre comprensibili domande si trovano a riflettere le famiglie militari a ridosso di un impiego all’estero e, in genere, le risposte nascono dalle specifiche sensibilità che i genitori sanno sviluppare in relazione alle caratteristiche dei propri figli ed alla capacità di monitorare e gestire le eventuali reazioni e cambiamenti che vengono a determinarsi nel nucleo familiare quando il genitore militare si assenta. Se queste situazioni sono ricorrenti e ben conosciute dalle famiglie dei militari che spesso, nel corso della vita professionale, si trovano a vivere molteplici impieghi all’estero, meno noti e studiati nel nostro contesto nazionale sono gli effetti/ripercussioni che l’impiego all’estero di un genitore militare ha sulla famiglia ed in particolare sui figli. In ambito statunitense, ad esempio, da tempo il tema delle famiglie militari richiama l’attenzione del mondo scientifico per studiare e comprendere l’impatto che il mestiere delle armi esercita non solo sul militare professionista, ma anche sul suo contesto affettivo più stretto. Il fine è quello di promuovere iniziative volte a migliorare la qualità della vita del militare e di chi è a lui/lei più vicino. Da una disamina delle risorse presenti nella rete, emergono una quantità di siti appositamente dedicati alle famiglie dei militari e di strumenti per accompagnare partner e bambini attraverso le tappe dell’impiego del loro caro in uniforme, in Patria e all’estero. Per i bambini, in particolare, vengono anche messi in atto programmi ed attività allo scopo di aiutarli a gestire i momenti difficili legati alla lontananza dai genitori e a diventare più resilienti di fronte alle richieste di una professione sfidante che ha ripercussioni su tutta la famiglia. Alcune delle iniziative presenti nel web hanno come oggetto i libri illustrati, che da sempre accompagnano e aiutano i bambini nel loro percorso evolutivo. Il recente approntamento e successivo impiego operativo del personale della Brigata alpina “Taurinense” in differenti missioni all’estero ha rappresentato un’occasione per riflettere sul significato di questo impegno per il personale militare e le relative famiglie, anche alla luce dell’emergenza pandemica in atto, fatto quest’ultimo che, tra i tanti disagi, ha determinato anche un prolungamento complessivo dell’impiego operativo in Teatro e l’impossibilità di usufruire di un periodo di licenza infra-missione. In questo ancora più particolare clima di preparazione ad una missione, è nata l’idea di realizzare un libricino rivolto ai bambini dai 3 ai 6 anni di età che hanno un genitore militare impegnato in una missione all’estero. Il risultato, frutto dei diversi specifici contributi di alcuni appartenenti alla Brigata “Taurinense”, esplora le emozioni e i pensieri tipici che vengono sollecitati dalla separazione dal genitore e consente di riconoscere e normalizzare, attraverso l’identificazione con il piccolo protagonista della storia, i vissuti che si attivano nel bambino. Il racconto fornisce inoltre, al genitore che rimane a casa, un utile strumento per aiutare il figlio a tradurre in parole i suoi stati d’animo ed affetti attraverso lo strumento a lui famigliare del racconto a fumetti. Il libricino, che non vuole rimanere un progetto isolato, è stato distribuito prima della partenza per i Teatri Operativi a tutti i militari con figli nell’età prescolare. Un piccolo gesto di vicinanza a tanti bambini che hanno visto partire le loro mamme e i loro papà e con cui per un lungo periodo comunicheranno solo grazie alla tecnologia del web ed anche un piccolo riconoscimento del ruolo che le famiglie in uniforme svolgono, bambini in primis, nel sostenere i nostri militari lontani con il loro affetto e la loro costante presenza.
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