Rosita Ferrato "Voci Scomode"
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Rosita Ferrato "Voci Scomode" Turchia, censura di Stato Caffè dei Giornalisti Martedì 29 Novembre Circolo della Stampa, Corso Stati Uniti 27, Torino www.caffedeigiornalisti.it “Come a Parigi esiste una casa dei...
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Turchia, censura di Stato
Caffè dei Giornalisti
Martedì 29 Novembre
Circolo della Stampa, Corso Stati Uniti 27, Torino
www.caffedeigiornalisti.it
“Come a Parigi esiste una casa dei giornalisti, mi sono detta, perché a Torino, crocevia di culture e città ricca di idee, non potrebbe esistere un Caffè dei giornalisti?
Il caffè è posto dove incontrarsi, ritrovarsi e stare insieme, condividere commenti ed emozioni; da cui uscire sempre un po’ arricchiti e con nuovi spunti su cui riflettere e magari costruire percorsi nuovi… un luogo ideale per conoscere altre realtà e sostenere l’impegno di tanti colleghi, per promuovere un confronto costante tra noi, ma anche con la società civile e con i giornalisti di altri paesi. Un luogo di arte, letteratura, musica, poesia: di cultura insomma, in tutte le sue espressioni”.
Rosita Ferrato, Presidente Caffè dei Giornalisti
Rosita Ferrato, giornalista e scrittrice, è nata e vive a Torino. Ha due lauree: in Lingue e Letteratura straniera e Lettere Moderne.
Inizia a lavorare molto presto, facendo i mestieri più diversi: dalla segretaria alla hostess di congressi, dalla bigliettaia alla traduttrice di guide turistiche all’addetta stampa.
È stata per diversi anni in Rai: prima all’Orchestra Sinfonica Nazionale, e successivamente in via Verdi, per i programmi televisivi di informazione e intrattenimento (Il Pianeta delle Meraviglie, il telegiornale scientifico TG Leonardo, Ambiente Italia). Giornalista professionista, ha collaborato con varie testate (tra cui il settimanale Grazia di Mondadori) ed è stata caporedattrice del periodico italo-rumeno Noua Comunitate.
Dal 2007 al 2011 è stata corrispondente per il Piemonte e Valle d’Aosta dell’agenzia di stampa nazionale Redattore Sociale, occupandosi principalmente di immigrazione e temi sociali. Attualmente, scrive per diverse testate giornalistiche come Babelmed, Eco, Nuova Società.
Nel 2009 ha pubblicato Le Piere, Madame e signorine di Torino (Seneca Edizioni), spigliato e spietato ritratto della donna torinese elegante ma insipida, campionessa di bon-ton e conformismo, la cui seconda edizione devolve parte dei diritti d’autore alla sezione femminile della Casa Circondariale di Torino. Alle anti-Piere ha dedicato il suo libro, uscito nel 2010, Le Divine. Agli uomini eternamente immaturi è invece dedicato I Gagà (ed. Il Punto) che, in occasione del Salone del Libro 2012 di Torino, completa la trilogia ideale sui tipi umani finora osservati dall’autrice.
Dall’esperienza di viaggio, è nato nel 2011 Albania: sguardi di una reporter (ed. Lexis), presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino 2011, nello spazio di Lingua Madre.
Nel settembre 2011, per le Biblioteche Civiche di Torino, ha proposto presso il Mausoleo della Bella Rosin, lo spettacolo “Storie di Piere e di dame” tratto da alcuni suoi scritti editi e inediti, in collaborazione con Mario Brusa e il Viotti Ensemble, sestetto di musicisti dell’Orchestra Sinfonica della Rai.
Nel 2014 pubblica con Polaris Edizioni la guida Albania. Un piccolo mondo antico tra Balcani e Mediterraneo.
www.rositaferrato.it
VOCI SCOMODE
TURCHIA, CENSURA DI STATO
La libertà di stampa è al centro della riflessione proposta da “Voci scomode”, l’appuntamento annuale organizzato dal Caffè dei giornalisti in partnership con il Dipartimento di Culture, Politiche e Società dell’Università di Torino e la Maison des Journalistes di Parigi, giunto alla terza edizione.
Le testimonianze dei giornalisti rifugiati e degli inviati nell’area siro-irachena e turca per comprendere la svolta autoritaria impressa da Erdogan: l’avversione per la stampa indipendente, la questione curda, il fronte siriano, i rapporti con l’Occidente.
E’ la repressione in Turchia il tema al centro della terza edizione di “Voci scomode”, appuntamento annuale promosso dal Caffè dei giornalisti: “Il nostro impegno a favore della libertà di stampa nel mondo” spiega la presidente Rosita Ferrato “ci obbliga a riflettere sulla svolta autoritaria voluta dal governo Erdogan dopo il fallito golpe del 15 luglio: arresti e condanne severe per i giornalisti locali, testate di opposizione occupate e ridotte al silenzio, accrediti negati ai corrispondenti esteri”.
L’evento – realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Culture, Politiche e Società dell’Università di Torino e la Maison des Journalistes di Parigi – si terrà martedì 29 novembre ore 18/20 presso la sede del Circolo della Stampa (Palazzo Ceriana Mayneri, Corso Stati Uniti 27): un luogo simbolo per ospitare le voci dei giornalisti che – in prima persona – vivono, sfidano, raccontano e subiscono un’oppressione ormai indeterminata.
La libertà di stampa messa alla sbarra
All’indomani della proclamazione dello stato di emergenza, la vendetta di Erdogan non smette di abbattersi in maniera virulenta su stampa, radio, televisione, social: i dati più recenti, riferiti a settembre 2016 (fonte: Corriere della Sera), contano 63 giornalisti in carcere e la chiusura di 3 agenzie di stampa, 16 reti televisive, 23 stazioni radio, 45 quotidiani, 15 periodici, 29 case editrici. L’accusa, nella gran parte dei casi, è di propaganda terrorista. Un trend che rischia di inabissare la libertà di stampa del Paese, già fortemente pregiudicata: nel 2015, la Turchia occupava il 154° posto su 180 nella classifica pubblicata ogni anno da Reporter senza frontiere.
I numeri della repressione
Ma il sistema dei media non è certo l’unica vittima delle “purghe”: da luglio ad oggi si registrano 93.263 persone licenziate tra poliziotti, militari, giudici e Pm, dipendenti pubblici e accademici, e ben 32 mila arrestate e in attesa di giudizio (il governo ha esteso la carcerazione preventiva da due a trenta giorni e sospeso la Convenzione Europea dei diritti dell’uomo).
La complessità della questione turca
Del resto, la questione della libertà di stampa non può essere compresa appieno se non guardando alla questione turca nel suo complesso, che rimanda al rapporto con la minoranza curda, la Siria, l’Iraq, l’Unione Europea e l’Occidente; in tal modo, la discussione si allarga al rispetto dei diritti umani e all’importanza geopolitica del Paese: basti pensare, ad esempio, al ruolo svolto nel controllo dei flussi migratori e nella lotta al terrorismo.
Giornalista e testimone
Temi attuali e di enorme complessità, sui quali si confronteranno i protagonisti della tavola rotonda organizzata da Rosita Ferrato: “Le voci scomode dell’edizione 2016” – spiega – “sono quelle di Halgurd Samad, curdo iracheno, e Sakher Edris, siriano: entrambi giornalisti costretti all’esilio e ospiti de la Maison des Journalistes (MDJ), associazione parigina che offre rifugio a reporter fuggiti dal loro Paese d’origine per aver perseguito la libertà di espressione”. Assieme a loro Darline Cothière, direttrice MDJ; Lucia Goracci, inviata di Esteri a Rai News 24; Marta Ottaviani, giornalista di Avvenire e La Stampa. I lavori saranno introdotti da Marinella Belluati, docente di Analisi dei Media presso l’Università di Torino, e moderati da Sherif El Sebaie, opinionista di Panorama ed esperto di diplomazia culturale.
La partnership con l’Università, il coinvolgimento degli studenti
L’appuntamento serale sarà preceduto da un seminario di approfondimento didattico rivolto agli studenti universitari. La sessione, che si terrà dalle 10 alle 13 presso l’Aula Magna del Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino, vede la partecipazione – oltre a Rosita Ferrato, Marinella Belluati e Darline Cothière – di Rosita Di Peri, docente di Politiche, Istituzioni e Culture del Medio Oriente; Luca Ozzano, docente di Scienza Politica; Murat Cinar, turco, giornalista e attivista sociale; Ugur Bilkay, il primo cittadino turco a ottenere lo status di rifugiato politico in Europa per la sua obiezione di coscienza; Lorenzo Trombetta, inviato ANSA in Medio Oriente.
IL POSTO DELLE PAROLE
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