Sabato della XXVI settimana del Tempo Ordinario

Oct 5, 2017 · 8m 44s
Sabato della XXVI settimana del Tempo Ordinario
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LA NOSTRA GIOIA AUTENTICA E INCORRUTTIBILE NASCE DALLA CERTEZZA DI AVERE I NOSTRI NOMI SCRITTI IN CIELO CON IL SANGUE DELLO SPOSO "I nomi scritti in Cielo" e la vita...

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LA NOSTRA GIOIA AUTENTICA E INCORRUTTIBILE NASCE DALLA CERTEZZA DI AVERE I NOSTRI NOMI SCRITTI IN CIELO CON IL SANGUE DELLO SPOSO

"I nomi scritti in Cielo" e la vita qui sulla terra, gli apostoli sono come gli angeli contemplati da Giacobbe, che salgono e scendono sulla scala della Croce per mostrare il volto di Cristo risorto; in loro si sprigiona il suo potere vittorioso su satana, sul peccato e sulla morte. "Camminano su serpenti e scorpioni senza che questi li possano danneggiare", ed è il segno che le porte del Paradiso, già sprangate e difese dai cherubini, sono state riaperte e tutti vi possono tornare. Dio, infatti, aveva creato l'uomo a sua immagine conferendogli il potere su ogni altra creatura. L'inganno di satana ha poi sospinto l'uomo a volersi fare come Dio, a dimenticare la sua identità originaria. L'uomo al quale era stato dato il potere di dominare sui serpenti e ogni rettile ha fatto la dura esperienza di essere da loro dominato: il serpente aveva vinto e l'uomo ha perduto il Paradiso. Si comprende allora perché i discepoli tornano dalla missione pieni di gioia: essa era stata come ritornare a casa, a quel paradiso perduto di cui, con ogni uomo, portavano dentro la struggente nostalgia. Avevano sperimentato il potere che Dio aveva dato ai progenitori, segno del progetto originario su ogni uomo; avevano vissuto nella volontà di Dio, nel compimento della vita cui ogni fibra dell'uomo tende irresistibilmente e che non può raggiungere. "Avevano visto quello che Profeti e Re hanno desiderato ardentemente", il giorno del Messia, quello in cui sarebbe stato ristabilito il Regno, l'Eden perduto. Nella missione i discepoli hanno sperimentato che il Maestro era stato con loro perchè il suo potere era divenuto il loro. Nel nome del Signore i demoni si erano sottomessi, il principe di questo mondo, il potere più grande che distrugge e getta nel dolore, era sconfitto dall'unico potere più grande, quello di Dio. Per questo il nome di Gesù nelle labbra degli apostoli sconfigge satana, lo precipita dal Cielo dove si era stabilito per usurpare il posto di Dio e degli uomini sua immagine; ha il potere di scacciare satana dal cuore e deporvi l'amore autentico, quello che conduce ad offrire la vita, anche per i nemici. Eppure non è per tutto questo che occorre rallegrarsi. Non è il potere sul mondo, il peccato, satana e la morte che colma la vita, che ne conferisce senso e gioia. Fermarsi all'opera dimenticando l'Autore è cadere nel peccato dei giudei che, saziati dei pani, cercano Gesù solo per essere di nuovo saziati. No, la gioia non è neanche nella missione! La gioia è autentica solo dalla certezza che nulla di noi andrà perduto; è gioia piena e incorruttibile solo nell'amore di Cristo, per il quale i nostri nomi scritti in Cielo. Il nome nella Scrittura rappresenta la persona, e tutto ciò che la costituisce, la sua storia, i suoi affetti, anche gli aspetti più piccoli, nulla escluso. Gesù ha scritto con il suo sangue ogni istante della nostra esistenza sul Libro della vita: nel suo amore ogni peccato è trasformato in luce di misericordia, ogni momento buttato è riscattato, come ogni angoscia, tradimento, menzogna, cupidigia, concupiscenza; tutto di noi, ma proprio tutto, lavato nel sangue del Signore, splende già ora nel Cielo.Tutto di noi è così registrato nel cuore di Dio, come nell'inventario delle sue cose più preziose, anche quello che stiamo vvendo ora e ci fa soffrire. Ed è così "perchè il Padre ha deciso", e resta  un mistero. La sproporzione tra l'elezione e la grandezza della missione e la nostra totale inadeguatezza e indegnità ci atterrisce; spesso diviene scandalo in noi stessi, e fonte di dubbi e di crisi. Ma Dio è così, sceglie il peggio perché non esista nessuno da scartare. Al mondo, a quello che vale secondo gli uomini, sono nascoste "queste cose", i misteri del Regno, quelli che si possono captare solo dal basso della polvere, della miseria, della debolezza: la nostra, il segno offerto a tutti i deboli della terra come una speranza vera e credibile.
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