Stefano Massari "Parlo ultimo"
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Stefano Massari "Parlo ultimo" "Macchine del diluvio" "Parlo ultimo" Industria e Letteratura www.industriaeletteratura.it Questo libro, seconda uscita della serie “Reloaded” della collana Poetica, raccoglie quelle che Gian Mario Villalta definisce...
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"Macchine del diluvio"
"Parlo ultimo"
Industria e Letteratura
www.industriaeletteratura.it
Questo libro, seconda uscita della serie “Reloaded” della collana Poetica, raccoglie quelle che Gian Mario Villalta definisce “tre opere prime”– diario del pane (2003), libro dei vivi (2006), serie del ritorno (2009) – oggi qui riunite, a distanza di anni, perché sono “perlopiù introvabili”.
La poesia che ha trovato casa in questi tre libri dice chiaramente che non è finita, finché c’è un lettore, finché c’è parola e c’è vita, perché “poesia” è una sola parola per dire come parola e vita si appartengono.
dovevamo essere interi. tu ricordi?
dicevi mangia con me parla con me dormi con me
tienimi aperta lentamente dammi il tuo gesto pulito
il tuo riposo interamente
"Macchine del diluvio"
Edizioni Medusa
www.medusa-mcedizioni.com
E' una poesia contratta quella di Stefano Massari, ripiegata intorno a un nucleo di immagini sghembe e ricorrenti che sembrano contrapporsi al mondo delle macchine evocato nel titolo. Non c’è conforto in questi versi, tutto sembra collassato, come se si volesse rimarcare una condizione claustrofobica, di alienato, di scorticato, tesa a creare una pronuncia straniante e vertiginosa che tuttavia conserva i crismi di un’autenticità rara. Non sarà difficile indicare tra i maestri di Massari alcuni autori novecenteschi che hanno esibito la parola alla stregua di un osso, di un referto: da Fortini a De Angelis, passando per Antonio Porta. La nostra epoca peraltro non ha più bisogno di parole e maestri, bensì di un silenzio che arrivi a cancellare tutto il dolore accumulato da un corpo che modula nelle sue dodici morti altrettante resurrezioni. E bandita qualsiasi armonia che non sia quella che si rifà alle dinamiche di una fisicità perduta nell’ingranaggio di un pensiero sclerotizzato, teso ad ammassare, «con gesti di scure e carità», le pagliuzze d’oro e lo sterco, per ricordarci che siamo preda non di un sogno, ma delle «mani imputridite dei mercati».
Stefano Massari, poeta e videomaker, nato a Roma nel 1969, vive e lavora a Bologna.
Ha pubblicato in poesia: diario del pane (Raffaelli, Rimini 2003); libro dei vivi (Book editore, Castelmaggiore 2006); serie del ritorno (La vita felice, Milano 2009); macchine del diluvio
(MC Edizioni, Milano 2022 ).
IL POSTO DELLE PAROLE
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