Il territorio di Tambre è il più esteso tra i Comuni dell’Alpago e la sua storia è profondamente legata alla Foresta del Cansiglio e allo sfruttamento del suo legname. Condivisa tra i comuni di Tambre, di Fregona e di Caneva, La Foresta del Cansiglio occupa quasi la totalità della superficie dell’altopiano omonimo. È un vero e proprio polmone verde che, con i suoi 7000 ettari di estensione, ospita distese di faggi, abeti bianchi e rossi ed è meta ambita per praticare il golf e fare escursioni a piedi, a cavallo, in mountain bike, per lo sci di fondo, lo sci alpinismo e le ciaspolate. Camminando in questi luoghi silenziosi e incantati, con un po' di fortuna, è possibile vedere da vicino cervi e caprioli. L’autunno è di gran lunga la stagione in cui si può godere di esperienze uniche ed emozionanti. Da metà settembre a metà ottobre, infatti, si possono ammirare, al tramonto o all’alba, i cervi in amore e ascoltare il loro bramito. Grazie alle particolarità geografiche e botaniche e al fenomeno dell’inversione termica, l’autunno regala colori unici, che fanno della Foresta del Cansiglio una meta famosa per il foliage. Sono proprio queste ampie distese di alberi che valsero alla Foresta il nome di “Gran Bosco da Reme della Serenissima”, poiché Venezia la riservò per ricavare il legno di faggio allo scopo di realizzare le sue navi e soprattutto i lunghi remi delle galee. Al Bosco del Cansiglio è legata anche la storia dei Cimbri giunti qui nel XVIII secolo, chiamati dalla Repubblica di Venezia per lavorare il legname. Provenienti dall’altopiano di Asiago e specificatamente dal paese di Roane, i Cimbri si integrarono con la realtà locale e divennero ben presto protagonisti della vita economica e civile dell’area alpagota. Per conoscere la cultura cimbra ed immergersi nella storia degli antichi abitanti della zona, la visita al Museo dell’Uomo in Cansiglio e al villaggio cimbro Vallorch è d’obbligo. Particolarmente affascinante è una costruzione interamente realizzata in legno in cui le pareti sono costituite da libri scolpiti; il comignolo è fatto come una penna stilografica e il tetto è un libro aperto. Si tratta della cosiddetta “Casa del Libro”, opera dello scultore veneziano Livio de Marchi. Anche il giardino è a tema libri. La recinzione è costituita da pali in legno che sembrano matite colorate, il cancello sembra un grande paio di occhiali e una panchina è a forma di libro. Merita una visita la suggestiva Casa Museo dell’Alchimista, ovvero un’abitazione del XVI secolo sita presso Valdenogher di Tambre, in cui sono stati ricostruiti gli ambienti che, secondo la tradizione, ospitavano un nobile condannato a morte ad Alessandria d’Egitto per le sue pratiche alchemiche e che aveva trovato rifugio in Alpago, grazie all’intervento della Repubblica di Venezia. Oggi questa Casa Museo consiste in una dei rarissimi esemplari ancora esistenti di abitazione dedicata alla misteriosa pratica alchemica.
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