Explicit
21 JUN 2020 · "Il calcetto è uno degli sport italiani più diffusi. Si tratta di un
gioco nel quale, con alcuni omarini di legno, bisogna spingere una pallina nel calzino avversario. Dico calzino perché quasi sempre il
buco della porta avversaria è chiuso appunto da un calzino, piccolo accorgimento mediante il quale si può giocare con la stessa pallina tutto un pomeriggio.
Il calcetto è uno sport faticosissimo. Il vero giocatore lo pratica
quasi completamente nudo o in mutande, essendo un gioco quanto mai accaldante. E' anche rumorosissimo, specie se giocato dalle donne. La donna più calma e silenziosa, messa a giocare a calcetto, emette acuti
e strilli spaventosi, viene colta da riso convulso e perde le scarpe.
Gli psicologi, per questo, vedono nel calcetto uno sport dalla fortissima carica sessuale (lo conferma, tra l'altro, il fatto che le
donne, durante le partite, usano quasi sempre tirare gomitate nelle palle ai partners), e per queste ragioni, appunto, lo consigliano vivamente alle coppie in crisi."
Bar Sport - Stefano Benni
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14 JUN 2020 · "I giochi di carte sono, naturalmente, tanti che non possiamo qui ricordarli tutti. I tre più diffusi sono:
"Il tressette". Si gioca con dieci carte a testa. Durante la partita
si può dire «Busso», «Striscio», «Volo», o «Brucio» se il vostro compagno vi fa cadere la sigaretta su una coscia. E' proibito dire frasi come «Ho sette bastoni» o «Sono nella merda».
"La briscola". Gioco molto semplice. L'avversario sbatte sul tavolo una carta, e voi dovete sbatterla più forte. I buoni giocatori rompono dai quindici ai venti tavoli a partita. E' opportuno, prima di sbattere la carta sul tavolo, inumidirla con un po' di saliva. Le carte prendono così la caratteristica forma a cartoccio, e la durezza di un sasso. In molti bar, per mescolare un mazzo di carte da briscola, si usa un'impastatrice. Quando la carta è abbastanza vecchia, diventa molto dura e pesante, e se non siete allenati è opportuno giocare con guanti da elettricista.
"Il poker". Il poker si gioca in quattro, oppure in tre col morto, o anche meglio in tre col pollo. Per prima cosa bisogna dare le carte.
Il vero giocatore compie l'operazione in sei secondi con la sigaretta
in bocca. Il dilettante ci mette tre minuti con la lingua fuori. Al termine dell'operazione quasi sempre il suo compagno di destra urla perché ha ricevuto in mano quattro carte e una cicca accesa, mentre il dilettante sta fumando il re di quadri. Oltretutto è molto facile che
il dilettante si sia dato nove carte e che due siano finite sul lampadario. Il dilettante non deve, a questo punto, lasciarsi prendere dal panico, e soprattutto non commettere nessuno dei seguenti errori:
1. Fare le pile e i giochini con le fiches, e chiedere agli altri:
«Chi mi dà due tonde rosse per due tonde blu, che voglio fare la bandiera francese?».
2. Quando gli si chiede di aprire, non dire «Vado subito, in effetti
c'è molto fumo», e spalancare la finestra.
3. Fare il rumore del motorino col mazzo di carte durante il gioco"
Bar Sport - Stefano Benni
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7 JUN 2020 · "Un bar Sport possiede un richiamo tanto maggiore, quanto più organicamente possiede attrazioni: ad esempio, è perfettamente inutile che un bar possieda un buon biliardo, se non ha un buon scemo da bar. E parimenti, un bar che possiede uno scemo di ottima qualità, non può competere con un bar che abbia un mediocre scemo ma che possa sfoggiare un ombrello dimenticato da Haller. I bar più di classe hanno un vero e proprio mercato di attrazioni, con pezzi pregiati: un buon tecnico da discussione del lunedì, ad esempio, viene valutato mezzo milione; un fattorino cantante con sopracciglio basso vale almeno due flipper o, a preferenza, un flipper e una foto gigante firmata di Bartali sull'Izoard. Ma vediamo nei dettagli."
Bar Sport - Stefano Benni
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31 MAY 2020 · "Al bar Sport non si mangia quasi mai. C'è una bacheca con delle paste,
ma è puramente coreografica. Sono paste ornamentali, spesso veri e
propri pezzi d'artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti
abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: «La
meringa è un po' sciupata oggi. Sarà il caldo». Oppure: «E' ora di dar
la polvere ai krapfen». Solo, qualche volta, il cliente occasionale
osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un
rappresentante di Milano. Aprì la bacheca e si mise in bocca una
pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima
granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente
cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: «Hanno mangiato la
Luisona!». La Luisona era la decana delle paste, e si trovava nella
bacheca dal 1959. Guardando il colore della sua crema i vecchi
riuscivano a trarre le previsioni del tempo. La sua scomparsa fu un
colpo durissimo per tutti. Il rappresentante fu invitato a uscire nel
generale disprezzo. Nessuno lo toccò, perché il suo gesto malvagio
conteneva già in sé la più tremenda delle punizioni. Infatti fu
trovato appena un'ora dopo, nella toilette di un autogrill di Modena,
in preda ad atroci dolori. La Luisona si era vendicata."
Bar Sport - Stefano Benni
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24 MAY 2020 · “ L'uomo primitivo non conosceva il bar. Quando la mattina si alzava, nella sua caverna, egli avvertiva subito un forte desiderio di caffè. Ma il caffè non era ancora stato inventato e l'uomo primitivo aggrottava la fronte, assumendo la caratteristica espressione scimmiesca. Non c'erano neanche bar. Gli scapoli, la sera, si trovavano in qualche grotta, si mettevano in semicercbio e si scambiavano botte di clava in testa secondo un preciso rituale. Era un divertimento molto rozzo, e presto passò di moda. Allora gli uomini primitivi cominciarono a riunirsi in caverne e a farsi sui muri delle caricature, che tra di loro chiamavano scherzosamente graffiti paleolitici. Ma questo primo tentativo di bar fu un fallimento. Non esistevano la moviola, il vistoso sgambetto, il secco rasoterra, il dribbling ubriacante e l'arbitraggio scandaloso, e la conversazione languiva in rutti e grugniti. [...]
Il resto è storia dei giorni nostri.”
Bar Sport - Stefano Benni
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