25 DEC 2020 · Registrazione dell'evento all'ex Opg Je so' pazzo di Napoli dell'11 maggio 2017
Ma tu la conosci la Rivoluzione Sovietica, uno dei maggiori eventi della storia dell’umanità? Un evento grandioso da molti punti di vista: perché coinvolse centinaia di milioni di uomini e donne, innanzitutto, perché per la prima volta portò al potere di uno Stato gigantesco gli operai e i contadini insieme a tutti i dannati della terra, infine perché cambiò radicalmente la vita politica, culturale, artistica, sociale di tutti i paesi del mondo, nelle metropoli occidentali come nel più sperduto deserto africano.
Quello che accadde nel 1917, in piena Guerra Mondiale, a migliaia di chilometri di distanza da qui, avrebbe risuonato per decenni, risvegliando energie e intelligenze, avviando processi di trasformazione che si provò a fermare in tutti i modi, con l’invenzione dei nazifascismi fino alle bombe “democratiche” degli USA in Indocina. Non si può comprendere la storia del Novecento, ma nemmeno quella dei nostri giorni, se non si comprende fino in fondo cosa ha significato e cosa ha determinato la Rivoluzione Russa.
Nonostante tutto questo, la Rivoluzione Russa è un evento che si conosce ancora troppo poco. E questo non per caso. Le classi dominanti cercano di rimuoverlo dalla memoria collettiva. Perché sanno che, l’idea di poter riuscire un giorno a sconfiggere chi ci opprime, e di mettere su un governo giusto, di uguaglianza e libertà, fa ancora sognare tanti. Quando non possono cancellare l’evento, cercano di criminalizzarlo: il più grande fatto politico dopo la Rivoluzione francese si trova così raccontato come una vicenda criminale, di pazzi fanatici, di milioni di morti e di lager, di presunti dittatori che chissà per quali motivi agivano…
Di fronte a quest’operazione di rimozione e di criminalizzazione, bisogna reagire. Non mitizzando l’evento, facendolo diventare tutto giusto e tutto santo, ma cercando anzitutto di capirlo, di conoscere dinamiche storiche che non sono poi così diverse dalle nostre, di approfondire i problemi e i motivi che portarono cent’anni fa milioni di persone nelle piazze, e che ancora oggi spingono molti, in giro per il mondo, a rischiare la vita.
Per fortuna ci sono libri di rigoroso valore scientifico che ci permettono di cominciare un simile ragionamento, come “1917. Un anno rivoluzionario” di Guido Carpi.
Coniugando rigore storico con uno stile narrativo piacevole, l’analisi storica, sociale ed economica con l’aneddotica e la citazione letteraria, usando molte fonti inedite e molti giornali dell’epoca, Carpi riesce a portarci nella convulsa Russia di cent’anni fa, a farci vivere i sentimenti, le aspirazioni, la cultura politica che mossero i rivoluzionari prima nei giorni di Febbraio e poi in quelli, decisivi, dell’Ottobre. Carpi ci mostra tutti gli aspetti della Rivoluzione, il coacervo di figure umane che, da un lato e dall’altro, dal lato degli zar e della borghesia o da quello dei soldati, degli operai e dei contadini, lottarono per affermare un certo tipo di ordine sociale; ma anche i partiti politici e i leader che furono in grado di incarnare il sentimento delle masse.
La presentazione qui registrata è stata l’occasione per capire quella storia così complessa, imparare qualcosa di nuovo e soprattutto individuare quelle risorse, quegli strumenti, quelle modalità organizzative che ancora oggi ci potrebbero permettere di lanciare quell’“assalto al cielo” di cui, nella crisi in cui siamo, abbiamo tanto bisogno!
- Guido Carpi, professore ordinario di Letteratura russa Università di Napoli "L'Orientale"; autore, tra gli altri, di "Storia della letteratura russa" (Roma, 2010 e 2016) e di "Russia 1917: un anno rivoluzionario".
- Salvatore Prinzi, componente del coordinamento nazionale di Potere al Popolo, storico militante dell'Ex Opg Je So Pazzo, docente presso il Dipartimento Studi Umanistici, Università Federico II di Napoli.