26 NOV 2024 · Il quarto lungometraggio di Jonathan Glazer, uscito nel 2023, è un film complesso, stratificato, che racchiude in sé in modo estremamente efficace, senza bisogno di didascalie, un punto di vista doloroso da affrontare quanto prezioso da considerare per il pubblico: quello dei carnefici durante un genocidio.
Grazie a un complesso sistema di telecamere nascoste il film riesce a fornire allo spettatore uno sguardo inedito: ci porta dentro la casa di Rudolf e Edwig Höss, il comandante del campo di concentramento di Auschwitz e consorte.
Spiando nell’intimità familiare della famiglia nazista, ci rendiamo conto che i carnefici che abbiamo a lungo studiato nei libri di scuola, che ci aspettiamo essere temibili e crudeli, altro non sono che una semplice coppia come tante, con figli a cui badare, giardini da curare, compleanni da festeggiare, e incombenze lavorative: insomma, non sono poi così diversi da noi.
Ed è proprio qui il cortocircuito a cui il regista vuole portare il pubblico. Glazer apre una finestra nel passato e ci lascia guardare nel cuore dell’orrore, ed è proprio nella quotidianità fatta di piccoli gesti che si nasconde l’amara verità: chiunque potrebbe diventare nazista, nel giusto contesto. L’orrore fuori dalla finestra (o sugli schermi delle nostre tv e smartphone) si può ignorare, ad esso ci si può abituare, fino a sentirlo solo come un rumore di sottofondo, fino a relegarlo ad un angolo di mondo da spolverare ogni mattina e visitare di tanto in tanto, “per non dimenticare”.