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16 MAR 2025 · Alessandro Gnocchi
"Giovannino Guareschi. Una vita controcorrente"
Edizioni Ares
http://www.edizioniares.it
Formidabili quei sessant’anni vissuti controcorrente seguendo sempre e soltanto le eterne leggi del buon Dio e la propria coscienza. Sessanta tumultuosi, irrequieti, generosi, intelligenti, formidabili anni impreziositi da un inequivocabile genio letterario, giornalistico e grafico. Ciò ha fatto di Giovannino Guareschi lo scrittore italiano forse più conosciuto e amato nel mondo, ma anche il più detestato dal potere politico e culturale. Quando morì nel 1968 i suoi lettori lo piansero, gli intellettuali e i politici poterono finalmente ignorarlo. Eppure, i censori passano mentre il vecchio Giovannino, i suoi personaggi (soprattutto Don Camillo e Peppone) e i suoi lettori, restano. Grazie alla lunga frequentazione della sua opera e di documenti di archivio spesso inediti, Alessandro Gnocchi, uno dei suoi maggiori studiosi, ne spiega il motivo cogliendolo tanto nel valore intellettuale dello scrittore e del giornalista, quanto nell’integrità dell’uomo capace di inimicarsi proprio tutti, comunisti e anticomunisti, fascisti e antifascisti, clericali e anticlericali.
Alessandro Gnocchi si occupa delle tematiche religiose nella letteratura moderna e contemporanea. In questo àmbito, ha pubblicato scritti su Cristina Campo, Fëdor Dostoevskij, J.R.R. Tolkien, G.K. Chesterton, Georges Simenon, Carlo Collodi e Arthur Conan Doyle. A Giovannino Guareschi, di cui è considerato uno dei maggiori studiosi, ha dedicato una decina di opere, tra cui Don Camillo & Peppone. L’invenzione del vero (Rizzoli), Giovannino Guareschi. Una storia italiana (Rizzoli), Viaggio sentimentale nel Mondo piccolo di Guareschi (Rizzoli), Lettere ai posteri di Giovannino Guareschi (Marsilio), Andavamo con Dio e tornavamo al tramonto (DreamBook) e, nel catalogo Ares, il profilo letterario Giovannino Guareschi. La poetica della libertà (2025).
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16 MAR 2025 · Vito Bruschini
"I banchieri del diavolo"
I fratelli Bergmeyer
Newton Compton Editori
http://www.newtoncompton.com
Un manoscritto perduto,
un omicidio rituale e un segreto che potrebbe cambiare la storia
La giovane Marion, un’aspirante scrittrice con un particolare talento come ricercatrice di fonti storiche, viene incaricata dal celebre scrittore Michel Constantin di effettuare per lui delle ricerche sulla Rivoluzione francese per un saggio che sta scrivendo. Ottenuta l’autorizzazione a entrare nell’Archivio vaticano, durante il lavoro Marion si imbatte in un manoscritto in tedesco, firmato nientemeno che da Victor Hugo.
Il romanzo, di cui nessuno conosceva l’esistenza, parla dell’ascesa della famiglia Bergmeyer, degli importanti banchieri di fine Ottocento. Tuttavia, l’entusiasmo di Marion per la straordinaria scoperta viene presto oscurato da un evento tragico: tornata a casa di Constantin per aggiornarlo sulla sua ricerca, trova lo scrittore assassinato con un’ascia bipenne. Quella di Constantin è solo la prima delle morti che cominciano a funestare la vita di Marion, una serie di brutali omicidi che paiono avere un carattere rituale e che sembrano in qualche modo legati al romanzo perduto di Hugo... e anche a un torbido segreto nascosto nel passato della stessa Marion.
Vito Bruschini
Giornalista professionista, dirige la «Globalpress Italia», agenzia stampa per gli italiani nel mondo. Con la Newton Compton ha pubblicato, tra gli altri, The Father. Il padrino dei padrini; I segreti del club Bilderberg; I cospiratori del Priorato; Rapimento e riscatto; Miserere. Attentato in Vaticano; Il traditore della mafia: nella finzione del romanzo si nasconde una storia vera e I banchieri del diavolo. I fratelli Bergmeyer. I suoi libri sono tradotti all’estero
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16 MAR 2025 · Dante Ferretti
"Bellezza imperfetta"
Io e Pasolini
A cura di David Miliozzi
Edizioni Pendragon
http://www.pendragon.it
Dante Ferretti, tre premi Oscar, tra i più celebri scenografi al mondo, racconta il suo lungo sodalizio professionale e umano con Pier Paolo Pasolini, cominciato da giovanissimo sul set de Il Vangelo secondo Matteo e terminato il 2 novembre 1975, quando il cadavere martoriato del grande poeta e pensatore fu ritrovato all’idroscalo di Ostia. Ripercorrendo il lungo tratto di carriera che ha condiviso con Pasolini, l’autore ci mostra anche gli straordinari bozzetti delle scenografie che hanno dato forma all’immaginario filmico pasoliniano, confrontandoli con i fotogrammi degli stessi film.
Consegnandoci un ritratto scanzonato e crepuscolare di un uomo che possedeva il raro dono di capire il suo tempo, insieme al sapore di un’epoca irripetibile del cinema italiano e internazionale (sfilano davanti ai nostri occhi Federico Fellini, Elio Petri, Maria Callas, Martin Scorsese, Tim Burton e tanti altri), queste pagine ci rivelano il volto inedito di un artista immenso, capace, sul set e nella vita, di investire le persone che gli erano accanto di un’energia umana e intellettuale tanto potente da cambiarle per sempre.
Dante Ferretti (Macerata, 1943) ha avuto una carriera strepitosa che iniziò, ventenne, proprio con Pier Paolo Pasolini, di cui fu aiuto scenografo per Il Vangelo secondo Matteo (1964), Uccellacci e uccellini (1966) e Edipo re (1967); con lui firmò la sua prima scenografia, Medea (1970), e da quel momento Pasolini lo volle al suo fianco fino al suo ultimo film, Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975). Ferretti ha lavorato con i più importanti registi italiani – Luigi Comencini, Marco Bellocchio, Elio Petri, Liliana Cavani, Marco Ferreri, Ettore Scola, Franco Zeffirelli –, e in particolare con Federico Fellini, per cui è stato aiuto scenografo nel Fellini Satyricon del 1969 e scenografo in cinque film, fino all’ultima opera cinematografica del maestro riminese, La voce della Luna (1990). I geniali, visionari mondi da lui creati per Il nome della rosa (1986) e Le avventure del barone di Munchausen (1988), per cui ricevette la prima nomination all’Oscar, lo hanno reso celebre a Hollywood e nel mondo, dando avvio a un impressionante elenco di collaborazioni internazionali – tra gli altri, Terry Gilliam, Neil Jordan, Anthony Minghella, Brian De Palma, Martin Brest, Julie Taymor, Tim Burton, Kenneth Branagh – e alla speciale affinità creativa con Martin Scorsese, per cui ha firmato le scenografie di ben nove film da L’età dell’innocenza (1993) a Silence (2016). Per Pendragon è autore di Bellezza imperfetta. Io e Pasolini (2024).
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15 MAR 2025 · Marco Niro
"L'uomo che resta"
Les Flaneurs Edizioni
http://www.lesflaneursedizioni.it
Paleolitico. Il clima è glaciale e una piccola banda di cacciatori-raccoglitori tenta di sopravvivere. Ne fa parte anche Artzai, un ragazzo emarginato per via della sua zoppia. Nel ventre di una grotta lo attende una scoperta straordinaria.
Giorni nostri. Il clima si surriscalda, ma l’umanità non sa trovare la risposta al problema. Due archeologi, Bruno e Glenda, provano a cercarla sottoterra. La loro tenacia li condurrà a un’antica verità sepolta.
Fra alcuni secoli. Il clima si è fatto torrido, ma gli abitanti di Gilanos hanno imparato a conviverci. Clizia è una ragazza curiosa, attirata dalle rovine del vecchio mondo, piene di oggetti tanto incomprensibili quanto affascinanti. Saranno proprio alcuni di essi a metterla in guardia dal pericolo che incombe.
Un’avventura lunga venti millenni, che ha come protagonista l’uomo. Quello che resta. E quello che no.
Marco Niro (1978) è giornalista e scrittore. Laureato in scienze della comunicazione, ha collaborato con varie testate giornalistiche e oggi, oltre a scrivere, si occupa di comunicazione ambientale. Ha all’attivo un saggio (Verità e informazione. Critica del giornalismo contemporaneo, Dedalo 2005), due libri per ragazzi (L’avventura di Energino, Erickson 2022; Alice nel Paese delle Tavole Imbandite, Erickson 2024), un romanzo (Il predatore, Bottega Errante 2024) e, con il collettivo di scrittura Tersite Rossi, quattro romanzi (È già sera, tutto è finito, Pendragon 2010; Sinistri, e/o 2012; I Signori della Cenere, Pendragon 2016; Gleba, Pendragon 2019) e due raccolte di racconti (Chroma. Storie degeneri, Les Flâneurs 2022; Pornocidio, Mincione 2023).
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15 MAR 2025 · Patrizia Monzeglio
"La valigia di zia Elsa"
Neos Edizioni
http://www.neosedizioni.it
La Resistenza nel Monferrato, la tragedia degli ebrei di Casale e Moncalvo,
le storie e i misteri famigliari nascosti dentro una valigia
A quante persone succede di aprire una valigia e trovarsi catapultati nella Storia, quella con la S maiuscola?
“La valigia di zia Elsa” è un romanzo ambientato in Piemonte, in un immaginario paese del Monferrato, che affronta il tema della Resistenza, mettendo in evidenza non solo ciò che ha significato quel momento storico per la generazione che l’ha vissuta ma anche ciò che rappresenta oggi per chi si deve rapportare con la “memoria”, composta di cose note, di quelle raccontate in famiglia, e delle parti che mancano e forse sono perdute per sempre, come per ogni passato.
Un romanzo su come rapportarsi alla memoria della Resistenza e sulla nostra responsabilità di difenderla e mantenerla viva.
Francesca, la protagonista del romanzo, è una scrittrice che trova nella valigia della zia, da poco defunta, vecchie foto e vecchie lettere risalenti alla gioventù della madre, documenti che raccontano storie famigliari a lei sconosciute, lati oscuri del passato dei suoi genitori e dei suoi parenti, mettendo in luce una realtà diversa da quella a lei nota. Come un vaso di Pandora, dalla valigia escono interrogativi scomodi, dubbi, misteri famigliari. Una foto in particolare, scattata il 5 settembre del 1943 davanti ad una casa di campagna, che ritrae due giovani uomini e due giovani donne. Turbata dalla scoperta, Francesca si mette sulle tracce della verità e, per trovare il giusto distacco e comprendere le proprie radici, intrecciate strettamente con la memoria storica della propria terra, racconta la sua ricerca in un romanzo.
Con il ritmo di un mistery – ci sono misteri più coinvolgenti di quelli che toccano i nostri cari? ‒ il romanzo si snoda fra Casale, Torino e le colline del Monferrato, dove potrebbero esserci ancora dei testimoni delle vicende adombrate nelle carte riemerse, e, traendo spunto da fatti veri seppur rielaborati in forma romanzata, affronta temi importanti come il dramma dell’8 settembre, quando alcune famiglie videro i parenti schierati su fronti diversi, la tragedia degli ebrei di Moncalvo e Casale, la lotta partigiana nel Monferrato (la Banda Lenti, la banda Tom), le Brigate Nere e la Repubblica di Salò, il difficile ritorno alla normalità nel dopoguerra, il rischio di veder scomparire la memoria della Resistenza a distanza di 80 anni dalla fine della guerra.
Patrizia Monzeglio è nata a Vignale Monferrato, in provincia di Alessandria, nel 1957. Laureata in Economia, ha lavorato per un grande gruppo bancario, a livello manageriale. Nel 2017 ha conseguito una seconda laurea in Filosofia, con una tesi dal titolo Vita activa di Hanna Arendt, riflessioni sulla sua attualità. Per lavoro, ha vissuto a Bologna e a Milano; ora vive a Torino e trascorre il tempo libero nel Monferrato. In qualità di assessore di Vignale Monferrato è stata curatrice delle mostre “Memorie di Resistenza vignalese” e “Vignalesi ai tempi della Grande Guerra”. Con Neos edizioni ha pubblicato nel 2022 il romanzo “La ragione del silenzio”.
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15 MAR 2025 · Antonella Frontani
"Il silenzio della marea"
Garzanti Editore
http://www.garzanti.it
Quando Nera si ferma davanti a una splendida villa a picco sul mare, circondata da un enorme parco pervaso dal profumo degli oleandri, ha gli occhi pieni di meraviglia, ma anche il timore di non essere nel posto giusto. Non è approdata in quel luogo affascinante come uno dei tanti turisti a zonzo per la Liguria. È stata chiamata direttamente dal proprietario per assolvere un compito preciso: aiutarlo a fare luce su una serie di scrigni antichi di grande valore. Ma Leandro, questo il nome del collezionista, non sembra contento di averla con sé nella propria tenuta, da cui non esce da anni. Nera non potrebbe essere più diversa: è uno spirito libero, che soffre rinchiuso tra le quattro mura dello studio in cui è costretta a lavorare sotto stretta sorveglianza.
Man mano che passano i giorni, anche se recalcitrante, la donna scopre che Leandro non è il burbero anziano che le era parso all’inizio, ma un uomo che nasconde un’anima ferita. Tutto cambia quando, inaspettatamente, altre due persone fanno il loro ingresso nella villa, sconvolgendo gli equilibri già precari di quel microcosmo. Ora Nera sente, finalmente, che non è lì solo per lavoro. Ha intuito che il passato di Leandro cerca di emergere dagli abissi, come l’acqua in una notte di luna. Perché la vita, come la marea, si muove inaspettata e travolge tutto, spazzando lontano i ricordi più dolorosi. Antonella Frontani è una giornalista e scrittrice affermata, con la rara capacità di entrare nell’animo dei suoi personaggi e mostrarne le fragilità. Questa volta, ci regala una storia ambientata sulle profumate coste della Liguria, dove si intrecciano vite di persone che, all’apparenza, sembrano inconciliabili, ma che solo in quest’incontro troveranno la chiave per aprire lo scrigno in cui hanno nascosto la loro anima.
Antonella Frontani è una giornalista, scrittrice e conduttrice televisiva italiana. È stata responsabile delle relazioni esterne presso il Teatro lirico-sinfonico di Bologna e vicepresidente di Film Commission Torino Piemonte. Autrice di romanzi rosa, con Garzanti ha pubblicato Tutto l'amore smarrito (2016), L' equilibrio delle illusioni (2018), Dopo la solitudine (2020) e Quando le stelle vengono meno (2022).
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15 MAR 2025 · Laura Garino
"Garofano rosso"
Storia di un anarchico torinese
Neos Edizioni
http://www.neosedizioni.it
“Nonno non mancava mai al corteo del Primo Maggio, sempre con un garofano rosso all’occhiello. Il suo fiore preferito”: Laura, la nipote di Maurizio Garino, ripercorre tutte le tappe della vita del nonno, esponente dell’anarchismo torinese e protagonista del movimento operaio, Un ritratto non solo politico ma anche familiare, che restituisce al contempo uno spaccato della storia italiana del Novecento.
Maurizio Garino nasce il 1 novembre del 1892 a Ploanghe, piccolo paese in provincia di Sassari, ma giovanissimo segue il padre in Piemonte, trasferendosi con la famiglia a Torino. Amico di Gramsci e di Pietro Ferrero (il sindacalista trucidato durante la strage del 18 dicembre del 1922), operaio, sindacalista, protagonista delle lotte operaie del biennio rosso e per questo perseguitato dal fascismo, anarchico ma anche rappresentante di quella “aristocrazia operaia torinese” fatta da uomini orgogliosi di quello che sapevano fare con le loro mani e consapevoli della forza delle loro idee.
Così veniva descritto nel fascicolo del Casellario Politico Centrale n. 2290, in data 27 gennaio 1919: “alto metri 1,68, di corporatura esile, capelli folti, crespi e neri, viso bruno ovale, fronte alta, occhi neri, naso rettilineo, piccoli baffi lisci; andatura spigliata, una espressione fisionomica intelligente, un abbigliamento abituale elegante (…). È iscritto al partito anarchico in cui ha sempre militato: esercita tra i correligionari molta influenza. Fa propaganda dei principi anarchici con notevole profitto, in special modo fra la classe giovanile operaia. Dotato di naturale arte oratoria, tenne conferenze... Prende parte a tutte le manifestazioni sovversive”.
Nel 1911 fondava con Pietro Ferrero il Circolo di Studi Sociali, cioè la Scuola Moderna, intitolata al pedagogista anarchico Francisco Ferrer, singolare esempio di mutua educazione tra lavoratori auto-organizzato dal basso. Nella sede di Barriera di Milano si formarono alcuni dei leader sindacali torinesi più influenti (la Scuola continuò le sue attività fino al 1922, per poi riprendere dal ‘46 al ’51).
Controllato a vista dalla polizia, più volte arrestato e più volte licenziato (ben 15 volte tra il 1911 ed il 1917), protagonista delle occupazioni delle fabbriche nel 1920, Maurizio Garino era quello che andava a esporre le questioni al senatur Agnelli.
Non solo: Maurizio Garino fu anche imprenditore. Nel 1919 creava la Cooperativa Operai Modellisti, che nel 1926 diventa la SAMMA. I modellisti erano operai super specializzati, in grado di interpretare qualunque disegno tecnico. Alla SAMMA, di cui Garino fu presidente e direttore (la prima sede era in via Perevagno, quindi in via Leonardo da Vinci, infine a Rivoli), non ci si occupava solo di motori, ma lì vennero realizzati plastici degli edifici che costituirono il nucleo iniziale del Sestriere (le due torri e l’albergo Principi di Piemonte), e quello della Fiat Mirafiori inaugurata nel 1939.
Morirà il 16 aprile del 1977, poche ore dopo aver pronunciato un ultimo accorato discorso durante l’assemblea dei soci della SAMMA.
Laura Garino è nata a Torino nel 1952, dopo la laurea in Scienze naturali, si è occupata di didattica delle scienze per enti e musei. Nel 2007 si è diplomata in Archivistica e Paleografia presso l’Archivio di Stato di Torino. Suo nonno Maurizio è stato esponente di spicco dell’anarchismo torinese, il padre Aldo fu partigiano in Val Pellice e nelle valli di Lanzo.
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14 MAR 2025 · Paola Tonussi
"Poesie"
Rupert Brooke
Interno Poesia
http://www.internopoesialibri.com
Curatela e traduzione: Paola Tonussi
Postfazione: Silvio Raffo
Definito come «il migliore dei Georgiani» da Ezra Pound, Rupert Brooke (1887-1915) è il poeta della transience, la bellezza che presto svanisce. Celebre per i sonetti di guerra, da lui poco considerati, Brooke è poeta ben più intenso del mito creato da quei versi e dalla morte precoce nell’azzurro Egeo: una leggenda, un’illusione che colma il disperato bisogno d’ideale degli inglesi in guerra, ma deforma il giovane agitatore socialista e amante dei cruenti elisabettiani nell’idolo dell’establishment. Di straordinaria maestria tecnica adagiata su un letto formale, la sua poesia s’immette nel solco di Marvell e l’assunto nostalgico del tempo che va, quale tentativo di fermare l’istante, la bellezza dai piccoli piedi sempre in fuga, transitoria. Nei così detti “ugly poems” si rivela invece poeta di acuminata ironia, il primo a considerare temi tabù per l’epoca – decadimento fisico della vecchiaia, avversione per la banalità borghese, contrasto tra eros e matrimonio. Con occhi addestrati alle visioni – Donne, Marvell, Webster, Milton – quella di Rupert Brooke è una poesia molto più moderna della sua fama, che va scoperta e restituita al suo vero orizzonte: la meraviglia della linea inglese, da Shakespeare a Auden.
Rupert Brooke, nato a Rugby nel 1887 è l’astro della sua generazione: brillante sportivo, studioso che concorre alla riscoperta di Donne, Webster e gli elisabettiani, i cui saggi lo rendono Fellow del King’s College a Cambridge. Personalità affascinante, sognatore che scrive versi in giardino e vegetariano ante litteram, attrae a Grantchester, il villaggio fuori Cambridge dove vive, amici e artisti: Virginia Woolf, Forster, Lytton Strachey, Maynard Keynes, Duncan Grant e altri. Ammirato da Pound e Henry James, Eliot e Fitzgerald, è il poeta della transience, la bellezza che presto svanisce, l’amico generoso che lascia la propria eredità letteraria ai poeti Gibson, Abercrombie e de la Mare, perché possano scrivere senza assilli pratici. Oltre i “sonetti di guerra” che gli danno fama di war poet quasi suo malgrado, Rupert Brooke pubblica in vita una sola raccolta, Poems 1911, che rivela agli inglesi un Marvell minore e una poesia colma d’ironia, levità ed eccezionale maestria tecnica. La seconda raccolta, Poems 1914, esce postuma: il poeta muore infatti andando ai Dardanelli nell’aprile 1915, ed è sepolto a Sciro nell’Egeo dai compagni soldati destinati a morire poco dopo di lui.
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14 MAR 2025 · Maria Lodovica Gullino
"ColtivaTo"
Festival Internazionale dell'Agricoltura
http://www.coltivato.com
Dal 20 al 23 marzo 2025 torna a Torino Coltivato, il Festival Internazionale dell’Agricoltura diretto da Maria Lodovica Gullino e Antonio Pascale, con la sua seconda edizione: incontri, conferenze, dibattiti, tavole rotonde, laboratori, interviste e spettacoli teatrali, per raccontare l’agricoltura in un grande evento scientifico-divulgativo. Coltivato si terrà prevalentemente al Circolo dei lettori, in Sala Grande, Sala Gioco e Sala Musica, e sarà quest’anno dedicato al tema dell’acqua, di cui il 22 marzo ricorre la Giornata Mondiale.
L’inaugurazione del Festival, che si terrà giovedì 20 marzo alle ore 17.00 alla Cavallerizza Reale, con l’intervento di apertura L’acqua come impegno civico di Giulio Boccaletti, sarà anticipata da tre anteprime.
Lunedì 17 marzo ore 18.00 al Palazzo della Radio verrà proiettato Il Veleno nell’acqua, la docu-inchiesta di Marialuisa Di Simone all’interno della rassegna Rai Teche Archive Alive! Ambiente sull’inquinamento da PerFluorinated Alkylated Substances (PFAS), le sostanze chimiche invisibili che da cinquant’anni contaminano il nostro pianeta; la proiezione sarà introdotta da Davide Demichelis, giornalista, conduttore televisivo e documentarista. La prenotazione è obbligatoria su mediateca.torino@rai.it.
Martedì 18 marzo alle ore 19.30, al Teatro Gobetti, si terrà lo spettacolo di Massimiano Bucchi Rachel Carson - La signora degli oceani, diretto da Marco Rampoldi e con Laura Curino, scene di Lucio Diana, disegno luci Alessandro Bigatti: un emozionante racconto teatrale in cui l’attrice offre la propria voce alle parole della madre dell’ambientalismo moderno; attraverso la partitura drammaturgica di Massimiano Bucchi, Curino restituisce non solo la Carson scienziata e scrittrice, ma anche la donna che trovò un grande sostegno nella sua amica Dorothy Freeman. A sessant’anni dalla scomparsa, il suo messaggio di difesa dell’ambiente risuona più forte che mai.
Una produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Tangram Teatro e Associazione Culturale Muse. I biglietti sono acquistabili su www.teatrostabiletorino.it.
Mercoledì 19 marzo alle ore 17.00 al Museo della Frutta Francesco Garnier Valletti, Non ci sono più le mele di una volta (per fortuna)!: con simpatia e sapienza agronomica, Duccio Caccioni, agronomo e fitopatologo, prova a smontare un radicato preconcetto e ci racconta la storia del miglioramento genetico delle mele e cosa possiamo e dobbiamo ancora fare per renderle più gustose e più sostenibili; con visita guidata del museo su prenotazione tramite il sito www.coltivato.com. L’evento è svolto in collaborazione con Divisione Cultura, Archivio, Musei e Biblioteche della Città di Torino.
Il Festival Coltivato è patrocinato dal Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, dalla Regione Piemonte, dalla Città di Torino, e dall’Università degli Studi di Torino e dal Politecnico di Torino. È sostenuto dalla Camera di commercio industria artigianato e agricoltura di Torino, Intesa Sanpaolo, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Fondazione Agritech, Federchimica Agrofarma, SMAT, Unioncamere Piemonte, Reale Mutua, Turismo Torino, in collaborazione con Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Biennale Democrazia, Biennale Tecnologia, Giornale della Legalità – Spazi aperti in luoghi chiusi, SaluTO, Rai Teche, IED Torino, ReSoil Foundation, AgriNewTech, weTree, Acquerello, Fantolino, Guido Gobino, Osteria Rabezzana. Media partner del Festival è Rai Radio 3. Si ringrazia Fondazione Circolo dei lettori.
L’ ingresso è libero fino a esaurimento posti, salvo dove diversamente indicato; il programma completo si trova su www.coltivato.com
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14 MAR 2025 · Grazia Verasani
"Iris di marzo"
Marsilio Editori
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L’investigatrice privata Giorgia Cantini viene ingaggiata da Teresa Palazzo, una madre quarantenne, per sorvegliare il figlio Libero, un adolescente che è entrato a far parte di una baby gang di quartiere. Libero ama la musica rap e hip hop e frequenta, con scarsi risultati, un istituto tecnico industriale; non sa immaginare il suo futuro, e insieme agli amici sperimenta alcol e droghe in notti di noia e rabbia più o meno soffocata. Hicham, un diciottenne marocchino, è uscito dal carcere minorile, dove ha scontato una pena per reati minori; Charlie, invece, ha lasciato la scuola e consegna pizze a domicilio. Tra loro c’è anche Iris, che è appena andata a vivere altrove dopo una brutta vicenda di festini a luci rosse. I ragazzi sono tutti un po’ invaghiti di lei. Iris è sfrontata, si dà arie da donna navigata, coltiva il sogno di fare l’attrice e preferisce gli uomini maturi ai suoi coetanei. Purtroppo, il suo corpo, accoltellato a morte, viene ritrovato dentro un carrello del supermercato, in una zona periferica di Bologna. Luca Bruni, l’ex di Giorgia, incarica l’ispettore Manlio Severi di occuparsi dell’indagine. Giorgia però non resta con le mani in mano, e avvia una ricerca del colpevole parallela a quella condotta dalla polizia, frequentando i parchi e i bar dove si ritrovano Libero e la sua ghenga, nel tentativo di conoscere qualcosa in più di questa “gioventù bruciata”, mossa dalla volontà di scoprire perché Iris, apparentemente così scaltra e piena di vita, abbia trovato la morte in una fredda alba di marzo, un marzo che non vuole saperne di lasciarsi l’inverno alle spalle.
Grazia Verasani ha esordito giovanissima con alcuni racconti apparsi su il manifesto. Oltre a Quo vadis, baby?– da cui nel 2005 è stato tratto l’omonimo film di Gabriele Salvatores e nel 2008 una serie tv prodotta da Sky – e agli altri romanzi della serie con protagonista l’investigatrice Giorgia Cantini (l’ultimo, uscito nel 2020, è Come la pioggia sul cellofan), ha pubblicato varie opere tra cui From Medea (Sironi 2004), da cui nel 2012 è stato realizzato il film Maternity Blues di Fabrizio Cattani, Tutto il freddo che ho preso (Feltrinelli 2008), Mare d’inverno (Giunti 2014), Lettera a Dina (Giunti 2016) e La vita com’è (La nave di Teseo 2017). Per Marsilio, nel 2021 è uscito Non ho molto tempo, in cui racconta della propria amicizia con Ezio Bosso. I suoi libri sono tradotti in vari paesi tra cui Francia, Germania, Portogallo, Stati Uniti e Russia.
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