4 MAR 2022 · _ Propaganda grottesca, che sembra attingere all'immaginario stereotipato della migliore letteratura, da Karl Krau a Michail Bulgakov (ucraino e quindi non censurabile), un tentativo smaccato di orientare l'opinione pubblica tra testimonianze e volti "ob-scene" che si accalcano invece in scena tra fake e iperrealtà; da ambo i lati della barricata, con cancellazioni di mezzi di comunicazione e menzogne (sia dal polverone sui cervelli dal bunker di Zelensky, sia dal mondo irreale del cervello di Putin).
_ Russofobia, forse. Ma la determinazione a perseguire la via della guerra sposta dall'analisi geopolitica e dalla imposizione economica all'elemento umano di chi detiene il potere che può scardinare le certezze del sistema. Putin si è sempre dimostrato un calcolatore, forse questa volta l'hanno consigliato male; improbabile che l'esercito possa incidere sul Cremlino, gli unici che possono intervenire sul potere putiniano forse possono essere i servizi... riprendendo la vecchia ipotesi sulla presunta malattia della personalità del presidente, o comunque fuori controllo, distaccato dalla realtà e suggestionato parecchio dalla pandemia. A che punto la lucida assenza di scrupoli nel calcolo geopolitico sconfina nel delirio di onnipotenza?
_ Sul canale telegram "Matrioska.info" è stata postata una foro che ritrae la Brigata anarchica ucraina costituitasi contro l'aggressione russa: difficile da catalogare che degli anarchici arrivino a difendere lo stato nazione ucraino, ma già prima del conflitto ci sono state delle prese di posizione che prevedevano la difesa di quello che era individuato come "nostro spazio", "nostro territorio": da questo può essere nato l'impulso a schierarsi al fianco delle brigate internazionali. Forse un modo irrituale di prendere posizione da libertari, a cui fa da controcanto la dichiarazione degli anarchici di San Pietroburgo, che chiedono la fine della guerra e il ritiro delle truppe russe dall'Ucraina "whatever it takes".
_ La posizione cinese: mantenere una sorta di equidistanza che tende però a schierarsi più sul versante russo; un po' tutto lo scacchiere asiatico sembra considerare il conflitto ucraino come locale e senza eccessive ripercussioni globali, anche il Quad implementato dagli americani in funzione anticinese si direbbe non si sia attivato per la scarsa attenzione americane e come se lo considerasse un affare europeo; e infatti gli stati europei hanno colto l'occasione per ottenere il massimo dello sbocco militarista da questa situazione: innanzitutto l'esercito comunitario, il riarmo e la lievitazione della spesa militare.
_ La Cina si sta preparando, rimanendo alla finestra a osservare come potrebbe aggirare l'isolamento che ora strozza l'economia russa, qualora dovesse poi toccare anche a lei. Come dice anche Max Morello in un suo articolo di spiegazione del voto Asean all'Onu: `è una conseguenza della riflessiva cautela diplomatica della regione»; sicuramente la Cina non vuole lasciare le sue posizioni con il partner russo e si sostituisce alle forniture europee di gas, sfruttando la situazione e soppesando ogni dichiarazione, con uno sguardo al cambio con il dollaro, che vede lo yuan apprezzarsi a seguito della guerra europea e quindi rendere meno competitive le esportazioni cinesi. E poi c'è il parallelo tra Taipei e Kjiv che secondo @moles_sabrina non ha troppi addentellati, sia per il tipo di risorse che può detenere Taiwan (monopolista dei microchip) rispetto al granaio del mondo ucraino, sia per la partnership di Formosa con gli Usa, molto più stretta e strategica di quanto sia la Mitteleuropa.
E in coda torna centrale l'importanza della Germania per la Cina, come era essenziale il riferimento diretto da parte di Zelensky a Berlino più che a Bruxelles nella sottolineatura atta da Yurii Colombo all'inizio della puntata di Bastioni di Orione di Radio Blackout (@rbo10525), quando abbiamo cominciato proprio dai 100 miliardi stanziati per la Bundeswehr, preludio del riarmo europeo e primo mattone per la creazione dell'esercito comunitario