23 JUN 2019 · I System Of A Down, piacciano o meno, saranno ricordati come una delle band in assoluto più importanti in ambito musicale (non solo metal) nel primo decennio di questo secolo.
Il successo commerciale, sorprendente per una band dal sound difficilmente inquadrabile ma capace di spaziare a lla velocità della luce tra diverse pulsioni, è solo un indicatore (comunque, non il più importante) di quanto questa band californiana, ma composta da soli musicisti di di origine armena, abbia ricodificato un nuovo sound che per comodità viene inserito nell’informe contenitore dell’alternative/nu metal.
Tra i pochi album pubblicati dai System Of A Down, sicuramente il più importante è il secondo Toxicity, datato 2001, un lavoro al cui interno la band guidata dalle personalità forti e contrastanti di Serj Tankian e Daron Malakian trovava la sintesi ideale tra furiose accelerazioni di stampo hardcore e repentine ed ipnotizzanti aperture melodiche, il tutto senza tralasciare sfumature etniche provenienti da una paese come l’Armenia, posto al confine tra Europa ed Asia.
Una canzone come Chop Suey simboleggia al meglio l’idea musicale del gruppo, mentre l’altra hit Aerials, decisamente meno dirompente, è ancora oggi uno dei brani più gettonati tra le giovani band alternative quando si tratta di proporre una cover.
Quasi 15 anni di silenzio discografico e una sola sporadica reunion per una manciata di concerti all’inizio di questo decennio fanno ritenere che la storia dei System Of A Down sia giunta al capolinea, e le prove soliste dei singoli componenti, per quanto spesso di grande valore (specialmente quelle di Tankian) non reggono comunque il confronto con quelle della band madre.
(Stefano Cavanna)
Tracklist:
Prison Song
Needles
Deer Dance
Jet Pilot
X
Chop Suey!
Bounce
Johnny
Forest
ATWA
Science
Shimmy
Toxicity
Psycho
Aerials
Line-up:
Serj Tankian – voce, tastiera
Daron Malakian – voce, chitarra
Shavo Odadjian – basso, cori
John Dolmayan – batteria
16 JUN 2019 · I The Tea Party diedero alla luce negli anni novanta una manciata di splendidi lavori che li portarono, se non al grande successo commerciale, all'immortale status di cult band.
Il loro capolavoro uscì nel 1995 e passò quasi inosservato agli ascoltatori ancora rapiti dai suoni provenienti da Seattle.
Il terzetto canadese, guidato dalla voce morrisoniana del chitarrista Jeff Martin, diede alla luce The Edge Of Twilight, trascinato dal singolo The Baazar, uno splendido esempio del sound creato dal gruppo che proponeva hard rock zeppeliniano, unito ad una forte componente folk/etnica di matrice mediorientale, passando per quella più tradizionalmente celtica.
Ne uscì un lavoro magnifico, interpretato dalla calda voce blues di Martin e assecondato da due musicisti di livello assoluto come il polistrumentista Stuart Chatwood ed il batterista e percussionista Jeff Burrows.
Una discografia con otto album in studio, tutti di livello assoluto (con in testa The Edge Of Twilight e il precedente Splendor Solis del 1993), fa dei The Tea Party una band imprescindibile per chi ama l'hard rock ispirato agli anni settanta e ricamato da straordinari ricami folk e progressivi.
(Alberto Centenari)
Tracklist:
1.Fire in the Heard
2.The Bazaar
3.Correspondences
4.The Badger
5.Silence
6.Sister Awake
7.Turn the Lamp Down Low
8.Shadows on the Mountainside
9.Drawing Down the Moon
10.Inanna
11.Coming Home
12.Walk with Me (includes a spoken word piece by Roy Harper)
Line-up:
Jeff Burrows - drums and percussion
Stuart Chatwood - bass guitars
Jeff Martin - guitars, vocals, production at A&M Studios (Los Angeles)
9 JUN 2019 · Riproponiamo nella nostra rubrica “i dischi fondamentali” Holy Land per omaggiare la memoria di Andre Matos, uno degli artisti dal talento più cristallino che il mondo del metal abbia ma potuto annoverare.
Pur non essendo mai stato un grande appassionato di power metal non ho mai avuto alcun problema a collocare Holy Land tra i miei album preferiti di ogni tempo. Questo perché il secondo full length degli Angra andava ben oltre i confini del genere, all’interno del quale era in gran parte compreso il pur magnifico esordio Agels Cry,
La commistione tra pulsioni etniche e progressive era infatti qualcosa di inedito in tale ambito e il resto lo facevano l’eleganza e la classe cristallina di una band che, oltre al prodigioso vocalist e tastierista, annoverava un altro talento di livello superiore come quello di Kiko Loureiro.
Ciao Andre. da ieri gli angeli hanno un motivo in più per piangere …
(Stefano Cavanna)
1.Crossing
2.Nothing to Say
3.Silence and Distance
4.Carolina IV
5.Holy Land
6.The Shaman
7.Make Believe
8.Z.I.T.O.
9.Deep Blue
10.Lullaby for Lucifer
Andre Matos - Vocals, Keyboards, Piano, Organ, Orchestrations
Kiko Loureiro - Guitars, Vocals (backing)
Rafael Bittencourt - Guitars, Vocals (backing)
Luís Mariutti - Bass
Ricardo Confessori - Drums, Percussion
5 JUN 2019 · Gli Ea sono uno dei misteri meglio custoditi del doom: la band ha sempre mantenuto un totale e incrollabile anonimato e l'unica notizia che si è riuscita a carpire in questa quindicina d'anni di attività è la provenienza statunitense.
Questo, unito all'utilizzo a livello lirico di un idioma definito accadiano, ammanta di ulteriore fascino un funeral doom melodico di rara bellezza per la sua linearità, unita alla disinvoltura con la quale vengono create melodie struggenti a profusione.
Il secondo album, intitolato II, è il migliore esempio della maestria di questi musicisti (sempre che non si tratti di una one man band, cosa più che probabile peraltro), con l'incipit della prima traccia che non può non indurre alle lacrime.
Gli Ea hanno prodotto fino ad oggi cinque album, con quelli dispari decisamente buoni e con i due pari (questo II e quello autointitolato) a regalare agli appassionati altrettanti capolavori di funeral doom atmosferico, dominato dalle tastiere alle quali si sovrappone sovente una limpida chitarra solista.
Dal 2014 siamo in attesa di un nuovo lavoro che, secondo la citata alternanza, potrebbe essere una nuova pietra miliare, anche se come da copione nessuna notizia filtra da parecchi anni.
(Stefano Cavanna)
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Author | Stefano Cavanna |
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