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"Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato...
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"Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare" (Matteo 18,6)
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13 JUN 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7441
I SOCIAL COME INSTAGRAM FAVORISCONO LA PEDOFILIA di Manuela Antonacci
Un'indagine condotta dal Wall Street Journal con le università di Stanford e Amherst ha fatto emergere un dato piuttosto inquietante legato ad Instagram. Questo social avrebbe consentito agli utenti di cercare hashtag relativi ad abusi sessuali su minori, tramite termini espliciti come #pedowhore, #preteensex, #pedobait (già rimossi) utili a mettersi in contatto con profili destinati esplicitamente alla vendita di contenuti pedopornografici: da video di autolesionismo alle foto di atti sessuali con animali, fino alla possibilità di incontrare il minore dal vivo: tutto a scopo di lucro. Non è tutto.
I ricercatori che hanno partecipato all'indagine hanno notato che, dopo avere visionato solo uno dei profili appartenenti alla rete, l'algoritmo di Instagram ne ha immediatamente consigliati di nuovi, inclusi gli account che si occupano, appunto, della compravendita di contenuti illegali. Da parte sua Meta, la società di Mark Zuckerberg, contattata dal giornale ha risposto di aver «istituito una task force interna per indagare su questi risultati e risolvere immediatamente il problema». In effetti sarebbero stati disabilitati più di 490.000 account che violavano le politiche sulla sicurezza dei bambini, lo scorso gennaio e sarebbero stati bloccati più di 29.000 dispositivi, tra il 27 maggio e il 2 giugno.
Misure tuttavia non sufficienti, secondo don Fortunato Di Noto, fondatore dell'Associazione Meter che al Timone dice: «Le piattaforme se non vengono, moderate, controllate e filtrate diventano i luoghi principe per l'adescamento e l'abuso dei minori e il problema è che poi l'online diventa reale». Una contraddizione forte, inoltre don Fortunato, la evidenzia in tutta questa storia: «Io non capisco» - dice - «tutti questi colossi che hanno economia, risorse e potenzialità , come non affrontino in maniera seria queste problematiche che sono delle emergenze globali». La superficialità nel confrontarsi con il problema della pedofilia online, secondo don Di Noto, consiste nel fatto che ci si limiti a rimuovere i contenuti, mentre bisogna «inoltrare alle forze dell'ordine l'identificazione di chi immette questo materiale».
«Diversamente non si risolve nulla perché» - non ha dubbi don Fortunato - «rimuovere non significa risolvere, in quanto non significa contrastare i divulgatori non solo delle immagini gratuite ma anche di chi con questo materiale ci crea un business». Il motivo è semplice, aggiunge don Fortunato «se non verranno identificati dalla polizia continueranno a fare quello che hanno sempre fatto». «Anzi» - sottolinea - «come osservatorio mondiale di Meter noi siamo più che convinti che se non si interviene capillarmente nei confronti di questi criminali non si risolve il problema. Tant'è che come Meter abbiamo prodotto più di 100.000 segnalazioni alle polizie. Tuttavia poi la segnalazione va approfondita, da qualunque parte del mondo provenga».
Come mai allora il problema non viene ancora davvero preso di petto? Don Fortunato non ha dubbi: «Mancano gli investimenti, la buona volontà , la collaborazione internazionale e il senso di responsabilità da parte dei colossi del web che, spesso non traducono la rimozione dei contenuti in segnalazioni concrete, con i nomi degli utenti che diffondono il materiale pedopornografico».
16 MAR 2023 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7343
L'AUTODISTRUZIONE DEL MONDO E' GIA' INIZIATA di Mauro Faverzani
«Siamo già nella fase finale della demolizione della cultura e dei valori, in corso da molti anni»: a dirlo a chiare lettere, nel corso di un'intervista rilasciata lo scorso primo marzo all'agenzia InfoCatólica, è Alicia V. Rubio, filologa presso l'Università di Salamanca e docente in una scuola superiore di Madrid.
Sposata e madre di tre figli, Rubio è ricercatrice e scrittrice: è divenuta bersaglio delle lobby Lgbt e dei partiti dell'ultrasinistra, accanitisi contro di lei dopo l'uscita di alcuni suoi libri sull'ideologia gender, mostrandone contraddizioni e conseguenze, tanto personali quanto sociali. È conduttrice di talk show, collabora con diversi programmi radiofonici e televisivi ed è membro dell'Assemblea di Madrid.
Secondo la professoressa Rubio, il motivo per cui si incoraggiano relazioni o pratiche infeconde, è molto chiaro: «L'obiettivo finale è quello di ottenere una drastica riduzione della popolazione, continuando a generare ricchezza per i grandi gruppi di potere, che impongono queste politiche di sterilizzazione». Da qui l'accanirsi contro i più piccoli, con l'aborto e non solo: «I bambini sono il loro grande problema, perché un giorno potranno riprodursi e generare nuovi esseri umani. Il modo per sterilizzarli è separare la sessualità dall'amore e dalla procreazione, renderli incapaci di paternità e maternità , fisicamente e psicologicamente. Dall'aborto alle droghe, dal transessualismo alla pornografia, dalle sessualità alternative alla maternità surrogata, tutto è un enorme business, che trae profitto a scapito dell'innocenza dei nostri figli». Un piano disumano, questo, che mira ad ottenere «individui senza radici, senza principi, perfettamente manipolabili». Per impossessarsi dei minori - delle loro anime, prima ancora che dei loro corpi -, è sufficiente «ingannarli, indottrinarli a nuovi "valori". Vengono educati ad una libertà piena di censure e di violazioni dei diritti di espressione, di pensiero e di culto, la "verità " viene imposta e si impedisce loro di cercarla, la "tolleranza" è, in realtà , un'intransigenza verso chi non si pieghi all'ideologia dominante, la diversità impone l'uniformità in tutto tranne che nella sessualità , l'"uguaglianza" è una struttura piena di disuguaglianze "legali", la giustizia è un compendio di leggi, che parificano crimini e misfatti, che creano reati di opinione e di pensiero». Già piccoli, vengono istituzionalmente sottratti alla protezione dei genitori, contrapponendoli ad essi (si pensi, ad esempio, alla facoltà offerta alle ragazzine di scegliere l'aborto, senza neppure informarne mamma e papà !).
LA PEDOFILIA LEGALIZZATA
Tutto questo genera mostri. Come la pedofilia, verso cui si registra purtroppo una crescente condiscendenza: «Credo che vi siano molti gruppi pedofili potenti - afferma Rubio - che hanno interesse, per ovvie ragioni, alla sua legalizzazione ed al rovesciamento dei valori di questa civiltà . Allo stesso tempo è un modo per distruggere i bambini, per lasciarli traumatizzati senza che possano nemmeno riconoscerlo. È tutto così sinistro e assurdo che, se come società non ci svegliamo in tempo, presto sarà troppo tardi. Se non facciamo nulla per proteggere i nostri figli da tutto questo, meritiamo di scomparire e meritiamo un castigo eterno».
In un contesto come questo, allora, non stupisce che addirittura un ministro spagnolo, quello per l'Uguaglianza, Irene Montero, esponente di Sinistra Unita prima e di Podemos poi, abbia pubblicamente definito, nel settembre scorso, un "diritto" dei bambini «amare e fare sesso con chi vogliano», purché «sulla base del consenso», affermazione peraltro contraria a quanto previsto dal Codice penale e fatta a fronte delle critiche giunte dall'opposizione, che a questo punto ne ha chiesto le dimissioni.
Né stupisce che una collega della Montero, Ione Belarra, ministro per i Diritti Sociali e l'Agenda 2030, sempre di Sinistra, di Podemos nello specifico, abbia promosso una nuova legge sul benessere degli animali - peraltro approvata lo scorso 9 febbraio -, che depenalizza la zoofilia, quando la bestia non resti ferita e non necessiti di cure veterinarie, a seguito dell'atto sessuale compiuto. Da notarsi come tale normativa punisca, invece, col carcere chiunque uccida un topo, entrato nella propria abitazione. Assurdo! E si noti come tanto Montero quanto Belarra, di professione, siano psicologhe!
Non aiutano certo, in tutto questo, le interferenze mediatiche come la serie televisiva Escándalo, prodotta da Telecinco (gruppo Mediaset, per intenderci), che, di fatto, "sdogana" la pederastia, raccontando - anche con l'ausilio di molte scene dai contenuti sessuali espliciti - la relazione tra una donna di 42 anni ed un ragazzo di 15. La protagonista, l'attrice Alexandra Jiménez, ha spiegato in un'intervista al quotidiano Abc la trama della fiction: «Inés è una donna completamente distrutta, che decide di togliersi di mezzo - racconta - Viene salvata da un ragazzo ed il suo ritorno alla vita diventa una storia d'amore, che si distorce in un'altra storia malata».
IL RAPPORTO UNICEF
Non stupisce neppure, poiché parte di un unico piano mefistofelico, che il rapporto Unicef 2021 abbia negato risolutamente che la pornografia possa danneggiare i bambini ed anzi abbia affermato che qualsiasi tentativo di bloccare loro l'accesso a contenuti pornografici online violi i loro diritti. Un giudizio espresso, ignorando l'immensa mole di ricerche, che dicono esattamente il contrario. Il rapporto, si badi, è stato ritirato dal sito web dell'Unicef pochi giorni dopo, a fronte delle critiche sollevate, poi modificato e ripubblicato. Nell'ultima versione si sostiene - il che resta comunque grave - che i bambini non vengano influenzati dalla visione di materiale sessualmente esplicito.
Da notarsi come, solo un mese prima l'Assemblea Mondiale della Sanità avesse respinto l'«educazione sessuale completa» (che promuove per i bambini masturbazione, accesso alla contraccezione ed all'aborto, nonché «famiglie non tradizionali», compresi i "diritti" Lgbt), sostenuta dall'amministrazione Biden e dai governi occidentali, nell'ambito di una risoluzione sulla violenza contro i bambini.
A fronte di tutto questo, mette conto ricordare come, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, la pornografia venga definita una «colpa grave», tale da offendere «la castità », snaturare «l'atto coniugale» e ledere «gravemente la dignità di coloro che vi si prestino» (n. 2354); la masturbazione venga descritta come «un atto intrinsecamente e gravemente disordinato» (n. 2352);... l'elenco potrebbe continuare. Ma, su tutto questo, son le parole di Gesù a rappresentare un monito perenne: «Chi scandalizza uno di questi pargoli, che credono in me, meglio sarebbe per lui che, legatagli al collo una macina da mulino, fosse gettato in mare» (Mc 9, 42). Dovrebbero tenerlo presente tutti: anche ministri, produttori televisivi ed organismi internazionali.
22 FEB 2022 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6911
UN PEDOFILO TRANSESSUALE SCONTERA' LA PENA NEL CARCERE MINORILE: VI SEMBRA NORMALE?
Altre notizie dal mondo gay (sempre meno gaio): Netflix celebra l'utero in affitto, adolescenti raccolgono fondi online per pagarsi il cambio di sesso, i cioccolatini M&M's si colorano di gender fluid
di Luca Volontè
Un uomo transgender di 26 anni che ha aggredito sessualmente una ragazza sconterà la sua pena in un centro di detenzione minorile perché non aveva ancora 18 anni al momento del reato. Questa la scioccante decisione presa da un giudice della California nei giorni scorsi: un adulto maschio vestito da donna in un carcere minorile.
Hannah Tubbs aveva 17 anni quando ha aggredito una bambina di 10 anni nel bagno di un fast-food vicino a Los Angeles. I fatti risalgono al 2014, ma è stato accusato solo l'anno scorso. Il giudice Mario Barrera ha ritenuto di non avere altra scelta che condannarlo a due anni di carcere, ma in una struttura giovanile, incurante delle violenze che un adulto maschio ventiseienne, per di più pedofilo, possa ora compiere tra detenuti minori di età .
Secondo il Los Angeles Times, il procuratore distrettuale della California Gascon era anche preoccupato per il destino di Hannah Tubbs in una prigione tradizionale come 'donna transgender'. Il giudice ha dunque basato la sua decisione sull'età dell'imputato al momento del crimine, ma soprattutto - cosa che ci sembra assurda - sulla sua identità di genere.
Nota di BastaBugie: ecco altre notizie sul "gaio" mondo gay... sempre meno gaio.
NETFLIX CELEBRA L'UTERO IN AFFITTO
L'ondata mediatica in salsa arcobaleno sembra davvero inarrestabile. E lo è stata anche durante la scorsa settimana, sulla Rai, nel pieno delle pubblicità trasmesse nel corso del Festival di Sanremo.
Lo scorso 3 febbraio, infatti, poco prima della mezzanotte, sul primo canale della tv pubblica di Stato è andato in onda il trailer di un film targato Netflix, dal titolo "Il Filo Invisibile'. La pellicola, di Marco Puccioni e Luca De Bei, ha come protagonisti una coppia di uomini che hanno avuto un bambino grazie al ricorso all'utero in affitto e, come viene dichiaratamente espresso anche nello stesso trailer, il film fa passare un messaggio "positivo' nel far uso di questa abominevole pratica.
Una storia, dunque, che vorrebbe normalizzare una pratica moralmente, e in Italia legalmente, illecita. La nascita del protagonista - che è anche colui che racconta la storia - viene affrontata infatti come un "dettaglio' totalmente positivo, senza risvolti morali dubbi, mentre il resto del film si concentra sulla crisi di coppia dei "genitori' del ragazzo e sulla sua scoperta dell'amore.
Ma c'è un altro aspetto, ancor più grave e pericoloso: il fatto che la vicenda sia narrata proprio dal ragazzo, "figlio' dei due uomini, come se egli fosse un "dono' per i due uomini e non la vittima di una pratica barbara che sfrutta le donne e il loro corpo. Si mette dunque negli occhi e nella bocca di un ragazzino un vero e proprio spot pro utero in affitto e pro adozioni per le coppie formate da due persone dello stesso sesso.
Insomma, ancora una volta l'ideologia Lgbt viene presentata come una realtà ormai consolidata, legittima e capace di sdoganare anche ciò che è un reato.
(Manuela Antonacci, Provita & Famiglia, 7 febbraio 2022)
ADOLESCENTI RACCOLGONO FONDI ONLINE PER PAGARSI IL CAMBIO DI SESSO
In questi giorni è emerso che diversi giovani che hanno una qualche forma di disforia di genere stanno raccogliendo soldi online per poter pagare gli ormoni sessuali incrociati e gli interventi chirurgici irreversibili per il cambio di sesso.
Il Daily Mail ha infatti riportato che centinaia di adolescenti stanno raccogliendo ingenti somme di denaro attraverso campagne di crowdfunding su Internet per finanziare drammatiche procedure di transizione di genere nelle cliniche private.
Il giornale ha inoltre scoperto che l'azienda senza licenza "GenderGP', fondata dal medico caduto in disgrazia Helen Webberley, offre sul suo sito Web "suggerimenti" ai ragazzini su come lanciare un appello per le donazioni.
Il Mail ha riportato che un ragazzo di 13 anni, che crede di essere "intrappolato nel corpo sbagliato", ha ricevuto oltre 14.000 sterline tramite GoFundMe per pagare i bloccanti della pubertà , mentre un altro adolescente ha raccolto 20.000 sterline online per pagare la sua "transizione da maschio a femmina, inclusi i trattamenti ormonali e gli interventi chirurgici".
(Provita & Famiglia, 17 febbraio 2022)
I CIOCCOLATINI M&M'S SI COLORANO DI GENDER FLUID
Nei giorni scorsi il marchio M&M's, che produce i diffusissimi cioccolatini colorati, ha annunciato una revisione delle personalità delle loro mascotte aziendali. Vogliono modernizzare i personaggi in un modo più moderno e così liquidificano la sessualità maschile e femminile dei personaggi.
Secondo la catena televisiva CBS, altri cambiamenti al marchio includono caramelle di tutte le forme e dimensioni e l'abbandono dei "pronomi" per i nomi dei singoli personaggi per concentrarsi invece sulle "loro personalità , piuttosto che sul loro genere sessuale". M&M's è il re del mercato negli Stati Uniti, ma anche uno dei giganti in tutti i paesi europei, quindi è chiaro che la scelta è quella di assecondare l'onda dell'ideologia gender ed LGBTI. Ma che cosa ha detto la Mars Corporation, proprietaria del marchio M&M's nel suo comunicato stampa che rivela i cambiamenti?
"M&M'S esiste da più di 80 anni e quest'anno il marchio ha continuato ad evolversi per riflettere il mondo più dinamico e 'gender fluid' in cui viviamo'. E come parte di questa evoluzione M&M'S promette di usare il "potere del divertimento per includere tutti con l'obiettivo di aumentare il senso di appartenenza di 10 milioni di persone in tutto il mondo entro il 2025."
Lo slogan della nuova campagna M&M's è "for all funkind" (divertimento per tutti). Mars ha anche annunciato che sta programmando fondi per assicurare che la mission aziendale dia spazio all'intrattenimento per aiutare a garantire che le persone abbiano "accesso ad esperienze in cui tutti si sentono di appartenere".
La notizia ha portato a reazioni contrastanti sui social media, con alcuni che hanno osservato come il cioccolatino "verde sia un'icona trans", costruito anni fa per far parlare "della teoria della riproduzione sociale, di come il patriarcato e il capitalismo si rafforzino violentemente a vicenda e di quello che una sexy signora M&M dice sul genere come costruito". Alla M&M verde sono state sostituiti i precedenti stivali bianchi con delle scarpe da ginnastica. Il modo in cui la rivista Rolling Stone ha inquadrato il cambiamento è che l'azienda di caramelle sta attenuando la sessualizzazione della mascotte. La rivista 'People', invece, esalta la scelta di M&M's che, a suo parere, finalmente si sintonizza sulle lunghezze d'onda della società odierna.
Tutti ragionamenti che nascondono la verità : una scelta consona solo alla diffusione e propaganda tra i più piccoli dell'ideologia gender ed ai dogmi LGBT.
(Luca Volontè, Provita & Famiglia, 28 gennaio 2022)
26 OCT 2021 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6765
SCANDALO BIBBIANO: IN ARRIVO LE CONDANNE
Chiesti 6 anni per lo psicoterapeuta Claudio Foti in concorso con Federica Anghinolfi: il tribunale emetterà la sentenza per l'orrore dei bambini che venivano tolti illegalmente alla famiglia
di Luca Marcolivio
A Bibbiano e dintorni è andato in scena per anni, il mercimonio dell'infanzia. Il processo, che in queste settimane sta giungendo alla sua fase conclusiva, non sta facendo che confermare le accuse sollevate due anni fa: i bambini venivano strappati alle famiglie non per il loro bene ma per puro business.
La richiesta per i due principali imputati è di sei anni di reclusione per abuso d'ufficio, frode processuale e lesioni gravissime. È quanto emerso durante la requisitoria - durata sette ore - del pm di Reggio Emilia, Valentina Salvi, nei confronti di Claudio Foti, lo psicoterapeuta, direttore scientifico del centro Hansel & Gretel, imputato nel processo "Angeli e demoni" sugli affidi illeciti nei comuni della Val d'Enza.
LE ACCUSE
A più di un anno dal rinvio a giudizio, le sentenze per Foti e per l'altra imputata Beatrice Benati (assistente sociale accusata di violenza privata e tentata violenza privata, che, come lui, ha chiesto il giudizio abbreviato) sono previste per l'11 novembre. Si tratterà dei primi verdetti relativi allo scandalo esploso due anni fa in provincia di Reggio Emilia, ad eccezione dell'assistente sociale rea confessa Cinzia Magnarelli - che, per occasione aveva patteggiato - condannata per falso ideologico e frode processuale. Per gli altri 22 imputati si deciderà se andranno a giudizio o meno.
Le famiglie dei bambini, costituitesi parte civile, hanno chiesto danni provvisionali tra i 5000 e il 50mila euro, oltre al risarcimento. Anche gli enti pubblici coinvolti hanno chiesto i danni: l'Unione Val d'Enza e l'AUSL reggiana esigono 150mila euro di risarcimento ciascuno; la Regione 50mila euro e la pubblicazione della sentenza.
La requisitoria del pm di Reggio Emilia è stata incentrata soprattutto sull'accusa di abuso d'ufficio contestata a Foti, in concorso con il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti, con l'ex responsabile dei servizi sociali, Federica Anghinolfi, e con l'assistente sociale Francesco Monopoli. Per le sue perizie, Foti era riuscito a concordare 135 euro a seduta, praticamente il doppio rispetto alla media di 60-70 euro: una tariffa che, secondo il pm, non sarebbe stata mai approvata in caso di indizione di una gara.
LA FERITA INFLITTA AI BAMBINI E AI LORO GENITORI RIMANE INSANABILE
Foti è anche accusato di aver plagiato una bambina affidata alle sue perizie tra il 2016 e il 2017, «alterandone lo stato psicologico ed emotivo sui fatti oggetto del procedimento», persuadendola, con metodiche «suggestive», di «essere stata abusata sessualmente dal padre». Di conseguenza, la minore aveva iniziato a rifiutarsi di incontrare il padre, che in seguito il Tribunale ha dichiarato decaduto dalla potestà genitoriale. Secondo il pm, lo psicoterapeuta avrebbe agito nella totale consapevolezza dei danni che avrebbe arrecato alla piccola paziente, motivato in primis dai facili guadagni. Lo psicoterapeuta si è difeso, ribadendo di aver agito per il bene della bambina. I suoi avvocati, da parte loro, ne hanno elogiato la presunta professionalità di Foti, il quale, però, nemmeno avrebbe i titoli accademici e formativi per svolgere incarichi così delicati.
La condotta di Foti, dunque, non fa che confermare uno dei risvolti più inquietanti del "metodo Bibbiano": l'utilizzo di tecniche estreme, quali, ad esempio, gli impulsi elettromagnetici sui bambini, finalizzati ad alterarne la memoria. A ciò, si univano altri metodi più blandi ma non meno incisivi come l'occultamento dei regali e delle lettere dei genitori naturali e l'alterazione dei disegni dei bambini in funzione ostile ai genitori stessi. Tutti i minori coinvolti nella terribile vicenda sono tornati dalle famiglie d'origine. Qualunque sarà l'esito del processo, tuttavia, la ferita inflitta ai bambini, ai loro genitori e all'intera comunità locale rimane insanabile.
12 OCT 2021 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜ http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6757
COMMISSIONE SUGLI ABUSI IN FRANCIA: LA MAGGIOR PARTE SONO COMMESSI DA OMOSESSUALI di Nico Spuntoni
Un nuovo fulmine nel cielo cielo già poco sereno della Chiesa cattolica sta per spuntare, questa volta in Francia. Ieri, infatti, la Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa ha presentato il risultato dell'inchiesta lunga due anni e mezzo che ha ricostruito i crimini sessuali commessi da religiosi ai danni di minori o di vulnerabili tra il 1950 e il 2020. Un rapporto di 2500 pagine che stima - facendo una media sulla base dell'incrocio dei dati raccolti con più metodologie - in circa 216mila i casi di abuso sessuale negli ultimi 70 anni, destinati a salire a 330mila se nel bilancio si aggiungono anche le aggressioni commesse da funzionari laici della Chiesa.
Secondo questo calcolo, quindi, in Francia ci sarebbero stati tra i 2.900 ei 3.200 preti predatori dal 1950 ad oggi. Il rapporto ha preso il nome dal capo della Commissione, Jean-Marc Sauvé, già vicepresidente del Consiglio di Stato di Francia. Formazione cattolica dai gesuiti e una breve esperienza in seminario, fu Sauvé a leggere nel 2014 le motivazioni con cui il Consiglio di Stato diede semaforo verde allo stop all'idratazione e all'alimentazione di Vincent Lambert.
La relazione finale è stata consegnata alla Conferenza episcopale francese e alla Conferenza dei Religiosi e dei Religiosi di Istituti e Congregazioni (Corref), che l'avevano commissionata. Il presidente dei vescovi francesi, monsignor Eric de Moulins-Beaufort, ha dichiarato: "Siamo allibiti, le loro voci ci stanno scuotendo, il loro numero ci affligge. Desidero chiedere perdono, perdono a ciascuno di voi". Nel report viene fatto un quadro dettagliato sotto più punti di vista - da quello sociologico a quello storico fino a quello psicologico - del fenomeno abusi, che aiuta a ricostruire anche il profilo dei preti aggressori.
C'è, ad esempio, uno studio fatto da due esperte sulle perizie psichiatriche tratte dai fascicoli giudiziari di 35 sacerdoti predatori: il numero delle loro vittime ammonta a 177, di cui 134 sono vittime di sesso maschile (76,5% dei casi) e 43 di sesso femminile. Secondo il lavoro della psicologa Julia Marie e della psichiatra Florence Thibaut "questo studio così come diversi studi precedentemente pubblicati su questo argomento" attesterebbe che gli "aggressori sessuali all'interno della Chiesa cattolica presentano una serie di specificità come l'aggressione molto più frequente su maschi minorenni" e su minori in età prepuberale.
UNA PIAGA OMOSESSUALE
L'età media delle vittime, infatti, sarebbe di 12,5 anni per i minori e 27 anni per gli adulti vulnerabili secondo lo studio coordinato dalla dottoressa Thibaut. Il lavoro si è soffermato anche sul livello socio-culturale degli aggressori che sembra essere tendenzialmente più elevato rispetto alla media, e sul loro orientamento sessuale, relativamente al quale questo è l'esito del lavoro delle due esperte della Commissione: "Il clero predatore incluso in questo studio si è dichiarato omosessuale nel 48,6%, mentre il 25,7% ha riferito di essere eterosessuale e il 25,7% ha riferito di essere bisessuale».
Tra gli aggressori sessuali di minori, l'omosessualità è dichiarata nel 53,3% dei casi rispetto al 20% per gli aggressori sessuali di adulti. Gli aggressori di vittime maschili minorenni si sono dichiarati omosessuali nell'83,3% dei casi, mentre l'eterosessualità è dichiarata nel 16,7% dei casi a dispetto dell'80% dichiarata dagli aggressori sessuali di adulti".
Conclusioni che combaciano con quelle tratte dalle interviste a 11 sacerdoti predatori che hanno risposto all'appello a parlare indirizzato loro dal presidente della Commissione. Più della metà dei preti interrogati si è dichiarata omosessuale, alcuni raccontando di aver avuto rapporti con adulti della loro età , prima o dopo l'ordinazione sacerdotale. Sulla base di queste 11 interviste, il sociologo Philippe Portier, uno dei membri della commissione, ha tratteggiato tre profili di predatori: chi si prende la responsabilità delle azioni commesse, chi minimizza i fatti e chi pensa di essere vittima di un complotto delle istituzioni.
Sia lo studio della psichiatra che le undici interviste fanno parte della prima delle quattro parti dell'indagine della Commissione, quella relativa alla raccolta dati con 6.471 contatti: 3.652 interviste telefoniche, 2.459 email e 360 lettere elaborate dal team France Victims. Accanto a questa 'caccia' alle testimonianze, c'è stato tutto il lavoro di ricerca negli archivi di diocesi, istituti, ministero di giustizia, Gendarmeria e nel materiale giornalistico e televisivo dal 1950 al 2020. Ci sono state 174 audizioni di vittime ascoltate per almeno due ore e 20 audizioni di membri del clero francese dai profili diversificati.
SCUOLE E PARROCCHIE
Nella seconda parte del rapporto, dal titolo "Fare luce: analisi qualitativa e quantitativa della violenza sessuale nella Chiesa cattolica in Francia, sulla base dei dati raccolti", si sono distinte tre fasi nel lungo periodo preso in considerazione dall'indagine: dal 1950 al 1970 c'è una fase clou con 121.000 vittime; dal 1970 al 1990, sono 48.000 vittime mentre dal 1990 al 2020 se ne attestano 47.500.
La Commissione ha anche elaborato una caratterizzazione del tipo di abusi: il 35% sono abusi scolastici, cioè nei luoghi di educazione cattolica, molto diffusi nei primi 20 anni presi in esame e poi in calo dal 1970 in poi; gli abusi parrocchiali calati, come ha evidenziato Sauvé, con il calo delle vocazioni ma comunque in maniera meno netta rispetto a quelli scolastici; il 20% sono abusi fuori le mura, avvenuti ad esempio in pellegrinaggi o nell'ambito dei movimenti ecclesiali.
C'è poi l'abuso in famiglia commesso dal sacerdote ai danni di un consanguineo e che sembra essere aumentato dal 1970 in poi. Nonostante i numeri imponenti degli abusi sessuali commessi dal clero dal 1950 ad oggi secondo al calcolo effettuato dalla Commissione, il fenomeno in Francia sarebbe meno diffuso rispetto a quanto documentato in realtà come quella tedesca o statunitense: i presunti predatori, infatti, rappresenterebbero il 2,5% dei religiosi francesi, mentre costituivano il 4,4% e il 4,8% dei sacerdoti in Germania e negli States. Lo stesso Sauvé, nel presentare il report, ha spiegato che quelli operati da membri del clero sono il 4% dei casi di abusi sessuali su minori commessi in Francia. Un dato comunque grave, ma che testimonia come non sia la parrocchia il posto più pericoloso per un minore francese.
Nota di BastaBugie: Stefano Fontana nell'articolo seguente dal titolo "Abusi, la laicizzazione è il problema non la soluzione" analizza le origini di un problema che deve preoccupare, ma non basta chiedere scusa, né utilizzare i criteri del mondo.
Ecco l'articolo completo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 6 ottobre 2021:
Il Rapporto della Commissione Sauvé sugli abusi perpetrati negli ultimi 70 anni da esponenti del clero francese sui minori [...] ha molti aspetti che dovranno essere chiariti e precisati, ma il fenomeno descritto e, per quanto riguarda le cifre, stimato è uno degli aspetti più preoccupanti di cui la Chiesa si deve oggi occupare.
Essa però non dovrebbe limitarsi a chiedere perdono, come ha subito fatto il presidente dei vescovi francesi, ma dovrebbe anche fare un grande sforzo per capire cosa sia successo e soprattutto perché. E per farlo non può e non deve utilizzare solo i criteri del mondo, che pure nei loro aspetti di indagine devono essere ascoltati, ma soprattutto i propri. La valutazione del triste fenomeno non può essere appaltato né a Commissioni né alla magistratura ordinaria né alle statistiche né all'opinione pubblica. La sua interpretazione in profondità deve essere fatta dalla Chiesa secondo i propri criteri teologici e giuridici. Questo non perché la Chiesa possa così assolvere più facilmente se stessa, sottraendosi alla condanna del mondo ma, proprio al contrario, per affondare più a fondo il bisturi nella propria carne e per intravvedere meglio i rimedi.
Si ha invece l'impressione contraria, ossia che la Chiesa sbrigativamente abbia preteso di individuare nel "clericalismo" la causa di questi mali, incolpando quindi se stessa di non aprirsi a sufficienza alle considerazioni del mondo. C'è stata quindi una progressiva rinuncia a guardare in profondità dentro se stessa, per concentrarsi quasi esclusivamente sulla sua presunta lentezza ad assumere i criteri valutativi del mondo. Si ricorderà che Francesco, come risposta allo scandalo degli abusi, ha subito privato la Chiesa dei propri sistemi di indagine e dell'utilizzo del proprio codice giuridico, imponendo ai vescovi di denunciare immediatamente alla magistratura ogni sentore di abuso. La giustizia della Chiesa è stata completamente sostituita con quella dello Stato.
Anche la Commissione Sauvé è esempio di questa rinuncia. Il suo presidente è un Grand commis della Repubblica francese e a lui è stata data la facoltà di scegliere tutti i membri della Commissione stessa. In astratto il criterio della "indipendenza" è valido, ma non deve essere interpretato a senso unico: Indipendente nel giudizio sarebbe solo il mondo laico e non la Chiesa.
È peraltro significativo che la Commissione esprima tutta una serie di raccomandazioni - per la precisione 45 - rivolte alla Chiesa su comportamenti che questa dovrebbe tenere per far fronte in futuro a queste situazioni deplorevoli e che molte di esse riguardino, come si dice espressamente nella Presentazione, "proposte su teologia, ecclesiologia e morale sessuale". Queste raccomandazioni tendono a porre dei limiti al segreto confessionale, a ridurre il ruolo del prete in quanto tale utilizzando la nota accusa di "clericalismo", e giungono perfino - con la raccomandazione n. 4 - a consigliare di riprendere e sviluppare quanto suggerito dal Sinodo dell'Amazzonia a proposito dell'ordinazione sacerdotale
2 FEB 2021 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6453
MOIRA, ABUSATA DAI GENITORI GAY IN QUANTO GAY
Il legame fra omosessualità e pedofilia è evidente nella storia di Moira Greyland, figlia della scrittrice di successo de ''Le nebbie di Avalon'' e degli altri 7 romanzi fantasy della stessa serie (VIDEO CENSURATO DA YOUTUBE: La testimonianza di Moira Greyland)
di Benedetta Frigerio
Moira Greyland ha atteso la morte dei genitori per scrivere The Last Closet: The Dark Side of Avalon, un libro che comincia così: «Sono la figlia di tre genitori gay». Di suo padre, Walter Breen, autore di fiction fantascientifiche, si seppe finalmente che era davvero un pedofilo seriale quando fu condannato nel 1990, dopo decine e decine di accuse, prima archiviate grazie alla sua notorietà e alla copertura da parte del mondo della fiction fantascientifica. Mentre sulle colpe di sua madre, Marion Zimmer Bradley, nota autrice di libri fantasy (in cui la famiglia viene messa in dubbio e il lesbismo promosso) lettissimi negli States, si fa ancora silenzio. Di lei ci si limita a dire che pur sapendo non aveva voluto denunciare il marito, mentre praticò come lui la pedofilia, per poi accompagnarsi ad una donna dopo la sua morte.
Così racconta sua figlia in questo libro coraggiosissimo, non solo per la forza di mettere davanti al mondo il proprio dolore innocente, ma per il fatto di denunciare il legame intrinseco fra omosessualità e pedofilia: «Ho sentito tutte le solite proteste: "I tuoi genitori erano malvagi perché erano malvagi, non perché erano gay, ma non sono d'accordo», scrive: «Il problema di fondo è di tipo filosofico...: il sesso è sempre tutto buono» per chi come i suoi genitori sposa l'ideologia Lgbt. Infatti sia Marion sia Walter erano convinti che non dovendo avere limiti, non essendo legato al fine procreativo ed essendo espressione dell'amore in ogni caso, il sesso doveva essere praticato fra persone dello stesso sesso così come con i bambini.
Ma chi sono questi due personaggi, ancora ammirati da certa cultura, che in 27 anni di matrimonio abusarono entrambi di bambini e bambine e dei loro due figli? Marion era la figlia di un alcolista che a sua volta abusò di lei, ma non per questo la figlia Moira, pur perdonandola, giustifica la madre: «Penso che, qualunque sia il dolore che proviamo, siamo tutti responsabili delle nostre azioni e anche lei lo deve essere". Anche perché chi subisce abusi "non vorrebbe che nessun altro ne fosse soggetto». Certamente può accadere che la ripetizione dell'abuso sia un modo per scappare da quello subito, ma «chi commette crimini in preda al delirio poi esprime almeno un po' di rimorso. Non ne ho mai visto nemmeno un briciolo in mia madre». La ragione è chiara: quella dei suoi genitori non era solo una debolezza, ma il frutto di un dolore trasformato in un'ideologia sposata come giusta.
FERITE ENORMI
Moira sottolinea anche come la tendenza omoerotica e la cultura che la sostiene siano un problema serio, frutto di ferite enormi. Secondo lei le tendenze di sua madre erano «il modo di vincere il suo violentatore». Marion rifiutava il sesso maschile e la femminilità come sinonimo di vulnerabilità . Per questo è «difficile immaginare una donna meno femminile di mia madre. La sua voce, il suo corpo, il suo linguaggio, le sue maniere, tutto parlava di potere e solo di potere come priorità nell'approcciarsi alle altre persone". Il matrimonio con Walter era solo frutto di un'unione intellettuale: per lei «gli uomini potevano amarti solo per la tua mente». Per lei un uomo era avvicinabile solo se era femminista. Non a caso «il matriarcato da lei istituito in casa...era oppressivo e terrificante e faceva sentire noi figli come degli animali in gabbia, desiderosi di scappare o morire».
Anche la pedofilia di Walter nasce dalla sua omosessualità divenuta ideologia. Abbandonato dal padre fu adottato da due persone che gli inculcarono il terrore di Dio e che poi divorziarono. Walter crebbe con una donna autoritaria, dopo aver subito violenze in orfanotrofio. Motivo per cui cercava «disperatamente amore dagli uomini», ma l'unica risposta che trovò fu quella di un uomo che abusò di lui. Crescendo fece lo stesso per decenni. E, continua Moira, trovò «in mia madre la partner perfetta per i suoi crimini», tanto che lei lo sposò «pur sapendo che aveva già abusato di bambini dai 3 ai 12 anni di età ».
Moira ha scritto questo libro soprattutto per svelare ad un mondo convinto che "basta che sia amore" per essere coppie da "Mulino Bianco": «La realtà delle relazioni gay non ha nulla a che fare con quello che siamo portati a credere...Come figlia si aspettavano da me che approvassi e sponsorizzarsi il loro essere genitori gay...dovevo diventare lesbica e cooperare con i loro sforzi di farmi diventare tale». Questa donna, oggi madre, aggiunge poi che sono «una montagna di fatti che mi hanno portata ad oppormi ai "matrimoni" gay. So dalla mia esperienza personale che queste relazioni sono costrutti sociali che esistono solo per generare anarchia sessuale e per confondere il sesso con l'amore. Siccome il sesso è buono, la libertà è bene e l'amore è bene, i libertini credono che dovremmo elargire sesso, libertà e amore a tutti i bambini...E sperare che come risultato non si suicidino».
I LIBRI PERICOLOSI DI SUA MADRE: LA SAGA DI AVALON
Sono dure le parole di Moira, che per aver superato un trauma così profondo, sopravvivendo senza impazzire alle violenze, ha lottato con tutte le sue forze aggrappandosi a Dio. Sapendo che se non si combatte questa battaglia saranno migliaia gli innocenti destinati a soffrire come lei. Perciò continua denunciando sua madre (che abbandonò Dio «perché non l'aveva salvata») per il fatto di aver incoraggiato «decine di migliaia dei suoi lettori a seguirla nei suoi passi lontani dalla cristianità e in una spiritualismo che pensava offrire di più» e per il fatto di aver diffuso una cultura pansessualista.
Nel volume si legge che Marion stessa lo aveva ammesso in tribunale quando suo marito fu accusato di pedofilia: «Ciascuno, anche i ragazzini, sono liberi di agire come vogliono». Come se i bimbi potessero essere consenzienti (quello che le lobby pedofile oggi tentano di far credere per aprire un primo spiraglio alla legalizzazione della pedofilia). E anche «mio padre era convinto che il miglior modo per esprimere amore verso i bambini era avere rapporti sessuali con loro". La sua ideologia era questa: «Siccome il sesso coincide con l'amore, bisogna fare sesso con tutti».
Chiaramente, sia Walter sia Marion odiavano la differenza di ruoli dell'uomo e della donna, convinti che l'essere umano non fosse fatto per la monogamia. La figlia lo spiega così: «Il rinnegamento del ruolo è il rinnegamento dell'età adulta e della responsabilità , che però sono un dato di fatto». Soprattutto, fa notare, «puoi anche fingere che un gatto sia un cane... ma questo non dà la felicità . L'ho visto e rivisto: le donne che sono "forti" e "dominanti" sono sempre arrabbiate per il fatto che i loro mariti non sono più forti di loro, mentre li buttano giù ogni volta che loro mostrano un pizzico di forza». La ragazza, che racconta delle orge a cui assisteva in casa sua, aggiunge che «avevo bisogno che mio padre mi proteggesse e mi riconoscesse come femmina invece di rifiutarsi di proteggermi, vedendomi come un nulla amorfo in competizione con lui di fronte ai maschi. Avevo bisogno che mia madre mi amasse, mi stringesse e mi confortasse invece di fare la dittatrice terrorizzante e infuriata. Peggio ancora...dovevo essere felice di quello che facevano, indipendentemente da quello che facevano a noi».
I FRUTTI AVVELENATI DEL GENDER
Impressiona leggere dell'educazione che Moira e il fratello ricevevano dai genitori, perché ricalca quella dell'ideologia gender che oggi viene introdotta nelle scuole con la parvenza di una cosa buona, inclusiva, tollerante. Nel volume emerge che i due si sposarono per fare figli ma che «prendevano in giro il matrimonio... non esisteva alcun momento della loro relazione in cui Walter pensò ad alcuna forma di esclusività sessuale per entrambi". Moira spiega che per lui la Chiesa era contro il sesso, perché vuole privare del suo potere l'uomo, tanto che se le persone non sono omosessuali è per colpa della religione e della società ». Marion e Walter, membri attivi del movimento femminista ed Lgbt, in casa ripetevano che «bisognava salvare la gente insegnando loro queste cose fin da piccoli e sessualizzandole». Certi che anche fare sesso con loro avrebbe contribuito alla liberazione: «Non era fare qualcosa di male, non era qualcosa che poteva distruggere una persona e farle tentare il suicidio», scrive Moira. E quando le vittime di suo padre lo denunciarono? «Pensò che gli avevano fatto il lavaggio del cervello». Scrive ancora la figlia che la pedofilia, sperimentata sulla sua pelle, «non genera amore ma schiavitù, dipendenza dall'adulto».
Ma Moira non è la sola, perché già anni fa Dawn Stefanowicz scisse Fuori dal Buio, la mia vita con un padre gay «contro una nuova, inaudita forma di abusi sui minori, legalizzata e promossa dagli Stati che hanno abbracciato un'ideologia del tutto falsa, per la quale ogni tipo di vissuto e ogni forma di convivenza vengono considerati leciti ed equivalenti». Anche lei racconta di un padre che la voleva lesbica e che abusò di lei quando era piccolissima. Anche lei fu costretta ad assistere alle orge a cui partecipava suo padre che aveva rapporti con uomini giovanissimi. Dawn ha poi spiegato che «conoscevo molti gay che avevano una preferenza per i maschi adolescenti che avevano appena raggiunto la pubertà . Cercavano ragazzi con padri assenti e quindi vulnerabili».
Non è un caso, dunque, se dall'accettazione culturale dell'omosessualità si sta passando a quella della pedofilia. Come ha ricordato l'associazione "Le Voix de l'Enfant" dopo che nel 2017 un tribunale francese
8 SEP 2020 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6270
BASTA BAMBINE ABUSATE: ENNESIMO APPELLO-DENUNCIA DI DON FORTUNATO DI NOTO di Francesca Romana Poleggi
Ogni tanto sui social va girando l'ennesima denuncia di don Fortunato Di Noto, fondatore e direttore di Meter, un'associazione che combatte da decenni a livello internazionale la pedopornografia e aiuta e sostiene le piccole vittime a superare il trauma subìto (o forse dovremmo dire a conviverci, perché il trauma è spesso insuperabile).
Il 25 agosto don Di Noto aveva scritto:
«Stasera, Meter, ha denunciato una serie di foto pedopornografiche: n. 2 neonati violentemente abusati, n. 2 bambine fatte violentare da animali, n. 3 bambine violentate da 3 donne, n. 11 bambine abusate. Totale n. 18 bambine e bambini coinvolti.
Materiale di un passato sempre recente.
Divulgato da soggetti che dovrebbero essere individuati, si spera anche gli autori delle violenze, ma che sono tutelati dalla privacy dei grandi colossi del web.
Il contrasto alla pedofilia e pedopornografia, quando i risultati sono resi noti, è in atto, con lentezza e tenue efficacia.
Bisogna fare di più e non ci stancheremo di ribadirlo, le segnalazioni inoltrate non possono darci che ragione».
Ma solo due giorni dopo, il 27, un altro suo post su Facebook:
«N. 104 bambine abusate (le abbiamo contate una ad una) in solo due segnalazioni inoltrate alle autorità di Polizia. Qualcuno ha avuto la sfrontatezza di sottolineare: sono solo foto, magari di qualche anno fa. Magari già conosciute e segnalate chissà quante volte da Meter. Un po' costernato, ma questa volta molto infastidito (non dico parolacce) dico: sono n. 104 bambine abusate per sempre, ripeto: abusate da 104 adulti (maschi e femmine): abusatori per sempre e rimasti impuniti che circolano tra noi.
La tristezza è che queste 104 e altri milioni e milioni di bambini (neonati e prepuberi) non sappiamo se e come sono sopravvissuti. Se hanno avuto giustizia, se vivono... una vita vera.
In una foto e in un video la violenza si ripete, si ripete sempre.
Non è, il mio, un lamento, è solo un desiderio: fare di più perché si fa poco!
Questa sera non vi auguro una buona serata, non ve la prendete a male...».
Le parole di don Di Noto, purtroppo, anche se fanno molto male alle persone sensibili, rimangono il più delle volte senza seguito, perché le azioni della polizia e della magistratura che seguono le denunce di Meter sono irrisorie, rispetto alla vastità dell'orrore e perché la lobby dei pedofili è una lobby planetaria davvero potente, cui appartengono personaggi ricchi e potenti.
Ci sembra perciò doveroso dar risalto alla notizia che in Georgia, negli Stati Uniti, le forze dell'ordine hanno ritrovato nei giorni scorsi 39 minori scomparsi di età compresa tra i 3 e i 17 anni. È una notizia che serve a dare un po' di speranza e a dire un grazie a chi davvero fa qualcosa di concreto per contrastare un crimine così esecrabile come la pedofilia. In questo caso, l' '"Operazione Not Forgotten" è stata condotta dall' US Marshals Service e ha portato all'arresto di diverse persone molte delle quali avevano precedenti come molestatori sessuali.
Ma è una goccia nel mare. È vero che nel 2019 ai Marshall sono stati affidati poco meno di 400 casi. Di questi 400 bambini, i Marshall sono riusciti a salvarne 295, circa il 75%. Ma - solo negli Stati Uniti, quell'anno, il National Center for Missing and Exploited Children ha segnalato all'FBI più di 421.000 bambini scomparsi.
Temo che noi "persone per bene" che ci scandalizziamo per queste cose, e per certi versi ci sentiamo impotenti davanti a tanto male, possiamo fare alcune cose:
1) Per chi è credente... pregare.
2) Sostenere anche economicamente un'associazione come Meter, che opera concretamente non solo per scovare e denunciare, ma anche per assistere e guarire i bambini abusati.
3) In ogni contesto sociale e culturale, dar voce a queste povere vittime e sollevare il problema della giustizia che procede poco o a rilento in queste circostanze.
4) Opporsi civilmente ma fermamente in ogni contesto sociale a chi fa discorsi che tendono a sdoganare la pedofilia (il più comune è che il pedofilo "nasce così" e non può farci niente, e che il pedofilo di natura non è violento e i bambini "li ama" ma non li tocca neanche con un fiore, se non vogliono).
Capisco che parlare di queste cose , raccontare quello che racconta don Di Noto, sia spiacevole, se non doloroso. Chi scrive è mamma e nonna e quando legge o parla o scrive di certe cose si sente davvero male. Però, bisogna farsi coraggio (senza indugiare nei particolari, che se no si fa il gioco degli orchi).
È da vili "cercare di non pensarci" e voltare la faccia da un'altra parte.
Nota di BastaBugie: nel seguente video (durata: 2 minuti) dal titolo "Polizia postale scopre chat orrori tra giovanissimi" Don Fortunato Di Noto, presidente di Meter Onlus, commenta su Tv2000 la notizia dei venti minori di tutta Italia tra i 13 e i 17 anni che, grazie a una chat degli orrori, si sono scambiati sui telefonini immagini di violenze e video di bambini abusati.
24 JUL 2020 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6220
SETTE SATANICHE CHE ABUSANO E UCCIDONO BAMBINI IN ITALIA, MA NESSUN TG NE HA PARLATO di Benedetta Frigerio
Torture di bambini piccolissimi, organi estrapolati, arti amputati, olio bollente versato sui corpicini dei piccoli abusati e poi uccisi dai loro predatori. Tutto con la collaborazione di cittadini italiani che interagivano con gli aguzzini assistendo ad atti che solo la furia luciferina può istigare. Sono questi i risultati di due indagini, una partita dal Piemonte e l'altra dalla Toscana, emerse nelle ultime due settimane e che raccontano rituali del tutto simili a quelli descritti da chi, fuoriuscito o scappato dalle sette, ha visto bambini sacrificati sugli altari del diavolo.
L'indagine piemontese, svolta dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online e dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Torino, ha portato a 50 arresti per detenzione di materiale pedo-pornografico ma non solo. Come riporta il sito del Corriere della Sera in un articolo apparso in fondo all'home page si parla di «contenuti raccapriccianti di abusi su minori, ritraenti vere e proprie pratiche di sadismo dove le vittime erano anche neonati». La Repubblica, senza parlare dei contenuti del reato definiti solo come materiale pedo-pornografico, si limita invece a parlare del fatto in poche righe della cronaca locale torinese, spiegando che «gli indagati hanno tra i 19 e i 50 anni, sono impiegati, professionisti, disoccupati o studenti. Alcuni di loro hanno una famiglia e dei figli, tutti conducono una vita normale quando non si nascondono dietro lo schermo dei loro pc». Normale? Gente che sevizia i bambini e li tortura può avere una vita normale? Tutte domande a cui non si tenta neppure di dare una risposta.
Dopo la pubblicazione della notizia, che sarebbe dovuta apparire sulle prime pagine di ogni testata e posta in apertura di tutti i Tg nazionali, non è seguita alcuna inchiesta d'approfondimento. Non si sa, infatti, chi siano le persone arrestate, a chi fossero legate, come si erano incontrate fra loro e perché, oltre alla depravazione sessuale più tremenda, agli atti perversi, si legassero fenomeni sadici.
MATERIALE PEDOPORNOGRAFICO DI EFFERATA VIOLENZA
A spiegare che cosa si intenda con "fenomeni sadici" legati all'abuso di minori, è la seconda indagine, emersa questa settimana e condotta dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Siena, con il coordinamento della Procura dei Minori di Firenze. L'operazione "Delirio" vede imputate 25 persone fra cui alcuni minorenni adolescenti, residenti in 13 province italiane. Pure in questo caso l'accusa si limita al reato di diffusione e detenzione di materiale pedopornografico e di istigazione a delinquere. Eppure gli ispettori hanno parlato di «immagini di efferata violenza, anche in situazioni "live", in cui agli utenti che sono riusciti ad accedere a questi ambienti reconditi» veniva «consentito di interagire in condotte di violenza sessuale e tortura su minori, attuate in diretta da adulti».
Antonio Sangermano, procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, ha aggiunto che il "deep web" è «caratterizzato da diversi livelli di accessibilità di cui l'ultimo» è «caratterizzato da pedo-pornografia e tortura, non solo alimentata da video realizzati chissà dove, ma anche da condotte "live" con compartecipazione concorsuale di alcuni utenti paganti». Diverse testate hanno descritto l'esistenza di un "listino prezzi" per vedere i video registrati, con costi altissimi per assistere in diretta a sevizie che terminano con la morte del bambino. Si parla appunto di amputazioni di arti, smembramenti, omicidi, estrapolazioni di organi «a danni di bambini piccolissimi (anche di 2 anni, ndr)». Risultano poi video associati al simbolismo pagano.
TORTURA SATANICA DI NEONATI
E così il fenomeno diabolico, ma spesso censurato come "fake news" o "complottismo", sebbene denunciato da diverse vittime e da autorità del campo come don Fortunato Di Noto, sta ormai mostrando la sua realtà anche se si tende a non approfondirla.
Infatti, sorge la domanda su come sia possibile che dei minorenni siano stati in grado di accedere ad un "deep web" impossibile da raggiungere senza essere a conoscenza di processi dettagliati e chiavi di accesso ben precise, e ci si chiede dove trovassero i soldi per permettersi gli accessi costosi alle torture, agli abusi e agli omicidi in diretta. Ma persino in questo caso né la stampa né la politica paiono intenzionate a rispondere.
Così, mentre l'informazione fa congestione di ammazzamenti di ogni tipo, con la preferenza per gli uomini che uccidono le donne, facendo intendere che l'origine del male è nella natura maschile, sulla violenza (ben peggiore e più abominevole) della pedofilia e della tortura satanica di bimbi e neonati si tace. Certo la notizia fa cascare il castello fuorviante dietro cui la cultura dominante nasconde la vera origine del male, così da non permettere che le sue vere radici siano riconosciute.
Certo è che se il mondo mediatico e politico non si muove in blocco contro quanto sta avvenendo, c'è da pensare che per mantenere il potere e stare in equilibrio certi cuori siano disposti davvero a tutto. Anche all'umanamente inaccettabile, mentre si fingono ipocritamente impegnati a combattere il razzismo.
Nota di BastaBugie: l'autrice del precedente articolo, Benedetta Frigerio, nell'articolo seguente dal titolo "Scovata una setta che torturava i bambini, ma qualcosa non torna" rivela che nel giro di due mesi, oltre ai video delle torture, gli abusi e gli omicidi anche di neonati, le autorità italiane hanno scoperto due sette. Una coinvolgeva adolescenti, l'altra bambini in rituali violenti. Dietro determinati rituali c'è il satanismo che opera sempre allo stesso modo. Non parlarne lo ha fatto dilagare.
Ecco l'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana il 21 luglio 2020:
Dopo le due indagini da parte delle forze dell'ordine italiane che sono risultate in decine di arresti di italiani coinvolti in veri e propri rituali compiuti su bambini piccolissimi, anche neonati, torturati, abusati e poi uccisi, la polizia di Novara e la Squadra Mobile di Torino, ha dato notizia ieri della scoperta di una setta che abusava di bambini, operante da oltre trent'anni fra Novara, Milano e Pavia.
A far partire le indagini dell'Operazione Dioniso, circa due anni fa, una vittima reclutata da bambina che, fuoriuscita dalla setta e dopo un percorso di recupero, era riuscita a raccontare quanto avveniva all'interno del gruppo. Ma in realtà i particolari rilasciati ieri mattina dalle forze dell'ordine sono troppo generici (come in tutti i recenti casi di cronaca collegati alle torture e abusi di bambini), motivo per cui è difficile comprendere le vere ragioni che muovevano gli adepti.
Si sa solo che a capo della setta vi era un libero professionista di 77 anni, che attirava bambine e giovanissime per poi decidere in che percorsi studi avviarle, in modo da metterle a capo di una serie di attività legate al gruppo: si fa riferimento innanzitutto ad un vero e proprio centro psicologico, ad una casa editrice, ad alcune scuole di danza, ad una scuola di "Spada Celtica", a diverse erboristerie e ad una bottega di artigianato. Le autorità non hanno però fatto nomi né dei responsabili né delle attività . Il che è gravissimo perché il pubblico ha diritto di sapere se in qualche modo è mai venuto a contatto con il capo della setta o con una di queste attività .
Ancora una volta un caso di criminalità gravissimo operante da anni su un territorio vastissimo, che avrà reclutato decine (se non centinaia) di bambini in difficoltà , non solo viene chiuso come se fosse un fatto isolato che coinvolge qualche maniaco sessuale, ma viene accolto dal pubblico senza che particolari necessari ad esso siano rivelati. Soprattutto viene archiviato senza porre attenzione su particolari molto importanti come questo: «Le psicologhe - hanno continuato gli investigatori - facendo leva su uno stato di fragilità emotiva delle "prede", avviavano un meticoloso percorso di indottrinamento fatto apparentemente di attenzioni, di premure ma in realtà consistente in un vero e proprio "lavaggio del cervello"». Inoltre, «questo programma di indottrinamento e di reclutamento» prevedeva «abusi sessuali... estremamente dolorosi, delle vere e proprie torture come qualcosa addirittura di magico... le giovani ragazze o le bambine arrivano a pensare che determinate pratiche sessuali per quanto dolorose servivano perché erano una pratica magica».
Ma come, si fa cenno a riti "magici" che hanno rovinato la vita a chissà quante persone e non se ne indaga la natura? In che modo si spiega poi il fatto che per anni diverse persone siano riuscite a vivere torturando crudelmente dei piccoli indifesi? Come credere che con delle normali sedute di psicoterapia le "adepte" riuscissero a convincere i bambini a farsi torturare? Soprattutto quando le forze dell'ordine hanno ammesso che le «pratiche magiche... vere e proprie torture», servivano, «nella logica impartita dal leader, ad annullare "l'io pensante", "accendere il fuoco interiore" ed entrare in un "mondo magico, fantastico e segretissimo"».
È difficile accontentarsi così, soprattutto se si conoscono i racconti di alcune vittime di rituali satanici che prevedono sedute di ipnosi e abusi sessuali di minori e bambini piccoli. Per questo sorge il dubbio che quella di Torino, definita come "psico-setta", fosse in realtà qualcosa di peggio. [...]
Per questo motivo forse non ha fatto molto scalpore il fatto che a giugno sia stata scoperta a Firenze una setta diretta da un giovane di 23 anni che reclutava minorenni (fragili psicologicamente, esclusi o bullizzati) per seviziarli e compiere riti sessuali e orge sataniche. Anche qui si prometteva alle vittime la guarigione psicologica e un potere di riscatto.
30 JUN 2020 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6199
LA PEDOFILIA DILAGA IN EUROPA, MA LE INDAGINI SI BLOCCANO E I MEDIA TACCIONO di Benedetta Frigerio
Il 16 giugno scorso 26 persone vengono arrestate per pedofilia in Gran Bretagna. Quel che la stampa ha reso noto solo in minima parte (il caso non è comparso sulle prime pagine dei grandi quotidiani) è che si tratta di 14 uomini e di 12 donne di età compresa fra i 20 e i 69 anni e che le vittime hanno sofferto dal 2008 al 2016 «fisicamente ed emotivamente». L'ispettore Jo Floyd ha dichiarato solo che «questa è un'indagine complessa che ha coinvolto diversi giovani che hanno subito abusi fisici ed emotivi... Comprendiamo che questa indagine causerà preoccupazione nella comunità locale». Le accuse includono aggressioni sessuali, incitamento dei bambini a compiere atti sessuali e a guardarli, crudeltà e stupri su minori sotto i 13 anni. La Bbc si è limitata a parlarne in un trafiletto. Niente nomi degli indagati, nessuna notizia su come e dove i bambini venivano detenuti. Silenzio sui luoghi da cui provenivano. Nessun giornale è andato più a fondo delle righe d'agenzia.
Il 18 giugno 2020 sempre la Bbc dedica qualche riga alla notizia di 5 arresti a Derby e Bradford per abusi sessuali su minori. Anche qui si spiega solo che l'"operazione Stovewood" fa seguito alla pubblicazione del Jay Report, secondo cui almeno 1.400 minorenni sono state abusate a Rotherham dal 2007 al 2013 (in prevalenza da pakistani, cosa che la Bbc tace). Nessuno si è fatto scappare altri particolari. Eppure sarebbe importantissimo per la prevenzione e la conoscenza di un fenomeno che dovrebbe indignare il mondo impegnato a giustificare la violenza perpetrata in nome della lotta al razzismo.
GERMANIA: BAMBINI IN ETÀ DA ASILO ABUSATI PER ORE
La stessa identica dinamica è seguita dalla stampa tedesca. Basti pensare che all'inizio del mese sono state arrestate 11 persone «connesse a un anello di abusi sessuali che coinvolge tutta la nazione», si legge su dw.com. Alla faccenda ha dedicato 11 righe il New York Times nonostante fossero coinvolti bambini in età da asilo prima drogati e poi abusati per ore per circa un anno.
L'abominio avveniva in una casa a Münster, a 125 chilometri dal campeggio di Lügde, dove tra il il 2008 e il 2018 centinaia di bambini sono stati abusati: in questo secondo caso il tribunale distrettuale di Detmold ha condannato due uomini, Andreas V. (56 anni) e Mario S. (34 anni), a soli 13 anni di carcere per aver violentato per dieci anni e per migliaia di volte quasi 40 bambini e bambine dai 3 ai 14 anni di età , registrando dei filmati. Di come i bambini venissero adescati si sa poco, anche perché le indagini si sono bloccate dopo la scomparsa in caserma della valigia contenente quasi tutte le prove e i filmati relativi agli abusi, mentre due poliziotti sono sotto indagine per aver coperto l'uomo (denunciato tempo fa) e per aver inquinato le indagini. La polizia tedesca era convinta che dietro i pedofili ci fosse una banda più ampia. Il ministro dell'Interno dello Stato tedesco, Herbert Reu, ha dovuto parlare di "fallimento" da parte della polizia. Ma può bastare una scusa a bloccare un processo simile?
Subito dopo questo scandalo la polizia tedesca ha scovato una chat di 1.800 pedofili, con vittime di età comprese fra i 12 mesi e 14 anni, molti dei quali figliastri o figli dei colpevoli. Dopo 8 arresti, avvenuti nell'autunno del 2019, Frank Hoever, direttore dell'ufficio di Polizia criminale statale, ha chiarito che: «Non è ancora possibile stimare quanto sarà grande il caso». Uno dei colpevoli era già stato interrogato mesi prima e, pur avendo ammesso di essere un pedofilo, era stato rilasciato: le autorità avevano ritenuto le informazioni insufficienti per far scattare un mandato d'arresto. Da allora ad oggi non si hanno novità .
Lo Spiegel ha riferito che l'anno scorso, su 2.500 indagini aperte per abusi su minori, 557 erano state sospese a causa della mancanza di personale, dando così tempo agli indagati di distruggere le prove, come spiega anche il Guardian.
Difficile scandalizzarsi se dagli anni '70 ai primi anni 2000 a Berlino i bambini senza tetto o senza famiglie venivano dati consapevolmente in affido ai pedofili su suggerimento del professore universitario Helmut Kentler. E se, come spiega il Corriere della Sera, «l'inchiesta dell'Università di Hildesheim ha fatto emergere l'esistenza di una "rete che attraversava le istituzioni educative scientifiche"».
GRAN BRETAGNA: 450 ARRESTI DI PEDOFILI
Ma la collusione della delinquenza con la politica e le istituzioni non è solo tedesca: in un'intervista pubblicata dall'Independent nel marzo scorso, Simon Bailey, responsabile per la Gran Bretagna della polizia per la protezione dei minori, ha parlato di 450 arresti di pedofili dal 2016 ad oggi, chiarendo che «il numero crescente, l'ampiezza della minaccia crescente, il numero di bambini che subiscono abusi è in crescita», per cui «dovremmo avere un dibattito pubblico... per cercare di affrontare la minaccia». Ma purtroppo, ha ammesso Bailey, «politicamente è molto difficile».
Ad aprile la polizia belga insieme all'Europol ha scoperto un giro di pedofilia che si estende in 44 Paesi, trovando filmati e immagini dove le vittime violentate atrocemente avevano dai pochi mesi di vita ai 13 anni. Delle 99 persone sospette, 24 sono residenti in Belgio (tutti minori di 40 anni che lavoravano nel settore dell'infanzia o che erano addirittura genitori delle vittime). Nonostante la portata degli arresti, la stampa non ha dato grande eco alla notizia, mentre i magistrati hanno punito a qualche anno di carcere i responsabili, per cui la Ong Child Focus ha accusato l'«estrema morbidezza» delle sentenze che sono «uno schiaffo in faccia alle vittime» e che danno «un segnale sbagliato ai colpevoli e all'opinione pubblica». Esattamente come avvenuto qualche giorno fa in Italia, dove una coppia ha abusato di bambini fin dalla nascita e se l'è cavata con 6 e 9 anni di carcere.
ITALIA: LA GIORNALISTA ASSASSINATA PERCHÉ SCOMODA
Ma la tolleranza istituzionale è di vecchia data se già negli anni Novanta la giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli, poco prima di essere assassinata nel novembre 2001, scriveva: «L'inchiesta sui pedofili belgi si è arenata. Il processo all'uomo accusato di aver stuprato e ucciso quattro bambine continua a slittare. Sono stati sospesi investigatori, screditati testimoni "scomodi"... Il Paese è sotto choc. Spuntano connessioni internazionali. Scenari foschi dove si materializzano incubi orgiastici, sadismi insospettabili, ma anche interessi d'altro genere. Il Belgio, quartiere generale dell'Unione Europea, della Nato, di migliaia di multinazionali, scopre che dietro l'affare della pedofilia si potrebbe nascondere una rete criminale che mina lo Stato dai vertici alle fondamenta. Cinque anni dopo, nessun imputato è alla sbarra...Un imputato aveva persino ammesso che "ho frequentato club dove si tenevano orge. Ho incontrato ministri, magistrati, gente piazzata ancora più in alto"». Eppure, continuava la giornalista, «all'inizio l'inchiesta parte bene. Un magistrato zelante, Jean Marc Connerotte, in brevissimo tempo riesce... a scoprire i quattro omicidi. La sua rimozione ad ottobre 1996... Comincia l'affossamento: l'investigatore Patrick De Baets e il suo aiutante Eimé Bille, dopo aver ascoltato una decina di testimoni... vengono messi da parte e accusati di malversazioni (...) Régina Louf, testimone "X1", ha cominciato a parlare l'anno prima... Dice di aver preso parte a orge con altri minorenni, di aver visto ragazzini costretti ad accoppiarsi con cani, torturati, uccisi ma "Régine è stata dichiarata pazza - racconta l'avvocatessa -. E anche noi legali abbiamo passato anni a difenderci dalle accuse"».
Anche in Francia è avvenuto qualcosa di simile, ma l'Italia non è da meno. Per anni il sistema del Forteto, nonostante le denunce sugli abusi che avvenivano verso i bambini ospitati dalla comunità , ha continuato a "funzionare" grazie al blocco continuo delle indagini e agli insabbiamenti mentre si è rimandata ad oltranza l'istituzione di una Commissione d'inchiesta parlamentare aperta solo di recente. Qui, durante l'audizione del 22 giugno scorso, la Pm di Firenze Ornella Galeotti ha spiegato il peggio: «Ricordo l'estate in cui ho letto le carte... passata spesso a piangere nella mia stanza quando leggevo gli atti riguardanti questi bambini mandati al Forteto... Mi sono sentita molto sola. Molti colleghi mi hanno tolto il saluto, sono diventata il soggetto deviante nell'ambiente giudiziario fiorentino. Ho visto cose accadere in questo processo... questo genere di pressioni e di atteggiamenti non mi è mai capitato».
14 APR 2020 · TESTO DELL'ARTICOLO ➜http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=6091
LA SCARCERAZIONE DEL CARDINAL PELL E LA DITTATURA DELL'OPINIONE PUBBLICA di ALDO MARIA VALLI
In questa Settimana Santa segnata da tanta sofferenza e desolazione a causa della pandemia, una luce arriva dall'Australia, dove l'Alta corte di giustizia ha prosciolto il cardinale George Pell da ogni accusa, ordinandone l'immediata liberazione e la cancellazione del suo nome dalla lista dei responsabili di abusi sessuali.
Pell, che si trova ora in un istituto religioso nei pressi di Melbourne, ha ottenuto la libertà dopo 405 lunghissimi giorni di prigionia, durante i quali gli era stato vietato persino di celebrare la Santa Messa.
Da più parti, in tutto il mondo, l'accanimento giudiziario contro il cardinale era stato denunciato come sintomo evidente di pregiudizio, in mancanza di prove contro Pell e anzi in presenza di tante testimonianze che lo scagionavano.
Tuttavia, il cardinale è stato dato in pasto all'opinione pubblica come un mostro, contro ogni più elementare garanzia di giustizia, lasciando passare come circostanze a carico accuse che in realtà si erano già dimostrate inconsistenti e fasulle.
Pell, questa la verità , nella moderna e liberale Australia ha subito un'autentica persecuzione perché non allineato con il progressismo dominante. L'accusa sottesa al processo era quella di essere un conservatore, un cattolico reazionario, non disposto al compromesso con i dogmi della modernità .
Forte è anche il sospetto che il processo a suo carico sia stato utilizzato da ambienti della polizia per distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica da un caso di corruzione.
L'annullamento della precedente condanna a carico di Pell è stato deciso all'unanimità da parte dell'Alta corte australiana: i sette giudici hanno così ribaltato il giudizio della Corte d'appello, emesso nello scorso agosto, che confermava la decisione del Tribunale di Melbourne del dicembre 2018.
UN CLIMA DA CACCIA ALLE STREGHE
Ricordiamo che il cardinale Pell, settantotto anni, arcivescovo emerito di Sydney e già prefetto della Segreteria per l'Economia della Santa Sede, si è sempre dichiarato innocente.
Subito dopo la scarcerazione, Pell ha detto di non nutrire alcun risentimento verso la persona che lo ha accusato, un ministrante della cattedrale di Melbourne.
Se posso permettermi un'annotazione personale, ricordo che nel luglio del 2008, quando andai in Australia per seguire il viaggio di Benedetto XVI in occasione della Giornata mondiale della gioventù, mi resi conto dell'ostilità diffusa nei confronti di Pell. Durante un'inchiesta, parlando con professionisti, insegnanti e docenti universitari, verificai che il cardinale era considerato per lo più un conservatore intollerante, esponente di una Chiesa arretrata, incapace di cogliere i segni dei tempi e di praticare lo stile del "dialogo" con il mondo.
Non sorprende quindi che il processo al cardinale si sia svolto in un clima da caccia alle streghe, tanto che il professor John Finnis, filosofo del diritto dell'Università di Notre Dame e docente emerito di Oxford, ha parlato di "disastro giudiziario" che dovrebbe fare inorridire tutti quelli che hanno a cuore lo stato di diritto, il giusto processo, la presunzione di innocenza e altri istituti civili ritenuti sacri.
Il clima in cui si sono svolti i processi, con Pell e i suoi avvocati insultati dagli attivisti e quasi tutti i mass media impegnati ad alimentare un clima di odio, fa capire come possa diventare difficile ottenere un giudizio equanime anche in uno Stato di diritto.
La vicenda del cardinale Pell (alla quale si può accomunare quella del cardinale Barbarin, prosciolto dalla Corte d'appello del Tribunale penale di Lione, che ha accolto il ricorso del porporato contro la condanna in primo grado per non aver denunciato i maltrattamenti di un sacerdote nei confronti di un minorenne) ha molto da insegnare sotto diversi punti di vista.
MI LIMITO QUI A CONSIDERARNE UNO
Riguarda quella che potremmo chiamare la dittatura dell'opinione pubblica, e cioè il fatto che quando il pensiero dominante vuole che una persona sia condannata, tale volontà si impone su tutto, anche sul sistema giudiziario, facendo venir meno ogni garanzia.
La prova di questa forma di dittatura sta nel fatto che non c'è paragone tra il clamore (per non dire la vera e propria gazzarra) suscitata dagli accusatori contro il malcapitato di turno e il silenzio con il quale in genere viene poi accolto il verdetto di assoluzione.
Il ruolo dei mass media in tutto ciò è ovviamente determinante, il che fa capire quanto sia importante la controinformazione nell'epoca della dittatura del pensiero mainstream. La lotta tra la verità e la menzogna richiede un impegno quotidiano.
Ricordo che, nel caso del processo a Pell, il velo della menzogna a un certo punto è stato squarciato da un giornalista, non cattolico e neppure credente, che ha semplicemente fatto il suo dovere: si tratta di Andrew Bolt, che in una puntata del suo Bolt Report, su Sky News, ha ripercorso minuziosamente l'intera storia arrivando a questa conclusione: "Non solo è improbabile che il cardinale Pell abbia commesso il crimine, è proprio impossibile".
Quando poi Sky News e Bolt hanno subito pressioni e minacce per essere andati alla ricerca della verità , il giornalista ha sbottato così: "Ma, dannazione! La giustizia deve pur contare qualcosa in questo Paese!".
Trovo questo commento molto appropriato.
"Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato...
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"Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare" (Matteo 18,6)
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