1 OCT 2020 · Dal laboratorio "Voci nelle storie, storie nelle voci" realizzato durante il Silent Rome Festival 2020, domenica 27 settembre
ll progetto di "film sonoro" ribalta la logica di composizione filmica.
Si parte dal suono per arrivare a vedere personaggi, azioni, ambientazioni. E man mano che si vede si procede con una sceneggiatura rapsodica che lega e cuce insieme le varie situazioni evocate. La parola è l'ultimo ingrediente posto alla fine dell'intero processo.
Ciò che fa la differenza è il poter riascoltare, durante la composizione, ogni traccia registrata con "voce" e "oggetto di recupero" che sia appunto un'azione, un personaggio, un paesaggio evocato.
L'ascolto prolungato chiarisce le immagini collettive. Ne vengono scelte alcune e scartate altre. E si va avanti. Tecniche come il "binomio fantastico" o "l'ipotesi fantastica" aiutano il gruppo a dare senso (e nonsense) alle cuciture narrative.
Con il gruppo presente di bambine, bambini, genitori è nata una storia "rupestre", primitiva, spietata e salvifica che mette in scena la tragedia e l'ineluttabilità di essere prede e predatori.
I suoni "scavano" sensazioni di terra, acqua, paura, morte, salvezza, riparo e trappola, buio e luce.
L'intera storia è stata scritta e immaginata dai bambini, sequenza per sequenza. Gli adulti sono stati validi interpreti di ogni momento condiviso.
Buon ascolto!