L’arcobaleno nel deserto è un’autobiografia che narra le vicende dell’autore dall’anno 1997 fino al 2018. Attraverso il racconto diaristico l’autore mostra in modo coinvolgente e sofferto tutti gli aspetti della sindrome maniaco–depressiva conosciuta anche come bipolarismo. Il testo è suddiviso in tre parti: un resoconto del servizio militare culminante in un primo episodio maniacale; una riflessione, scritta poco dopo le prime cure, che contiene il tentativo di comprendere quanto accaduto attraverso i pochi strumenti allora a disposizione dell’autore e, infine, una narrazione degli anni che vanno dal 2008 al 2018 caratterizzati da nuovi episodi, depressivo e maniacale, e dal successivo percorso di cure che hanno portato a una piena guarigione. La scelta dell’autore è stata di preservare il più possibile integro il testo scritto durante la leva e durante l’anno successivo il ritorno a casa. Le prime due parti mantengono così l’originalità e l’immediatezza dello svolgersi quotidiano del percorso e dei motivi che hanno portato l’autore alla prima crisi maniacale e al conseguente congedo dall’Esercito. Al lettore è così permesso di “sentire dall’interno” il disagio e quasi di riviverlo. La seconda parte, quella riflessiva, mostra uno sforzo di comprensione ancora troppo influenzato dallo stato precedente nonostante fosse trascorso un anno dall’episodio principale. La terza parte, redatta nel 2017 e nel 2018, con uno stile più evoluto e consapevole, spiega nel dettaglio i sintomi del paziente e il percorso di cure che ha portato alla guarigione. L’autore, tuttavia, non si limita a una cronaca descrittiva e fredda, ma coinvolge il lettore nei suoi deliri, nelle frustrazioni, nelle insicurezze, nelle visioni e in ogni sfaccettatura della vita quando viene stravolta dalla malattia. Attraverso un lento e graduale crescendo, identico a quello della patologia, il lettore si immerge nella vicenda fino a desiderare di giungere a un epilogo mite e pacifico. Nelle ultime pagine, in modo simile a quanto aveva tentato di fare molti anni prima, in quella che oggi è la seconda parte del libro, l’autore interpreta gli anni recenti giungendo a rivelare le scoperte che gli permettono di vivere finalmente in modo sereno. Sorprendentemente, le conclusioni dell’uomo sano, quale è ora l’autore, non si discostano molto da quelle del giovane instabile.
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