17.Onda Nottambula: Shakespeare's Breakdowns... un viaggio nell'incognito
Jul 22, 2018 ·
6m 14s
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Description
Shakespeare’s Breakdowns duo per voce recitante, contrabbasso drammaturgia e voce Vitaliano Trevisan musiche – eseguite dal vivo – Daniele Roccato (contrabbasso) About anyone so great as Shakespeare, it is probable...
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Shakespeare’s Breakdowns
duo per voce recitante, contrabbasso
drammaturgia e voce Vitaliano Trevisan
musiche – eseguite dal vivo – Daniele Roccato (contrabbasso)
About anyone so great as Shakespeare, it is probable that we can never be right; and if we can never be right, it is better that we should from time to time change our way of being wrong.
T.S. Eliot, Shakespeare and the stoicism of Seneca
Vitaliano Trevisan e Daniele Roccato si sono incontrati diverse volte lungo sentieri di parole e di musica. Il precedente spettacolo, Il ponte, dall’omonimo romanzo di Trevisan, ci conduce nella mente di un uomo: nel giallo di una vita di ordinaria follia.
Oggi i due guardano ai personaggi di William Shakespeare, seguendone le debolezze deflagranti, le crisi nervose, gli attacchi di panico che deragliano. E ci guidano attraverso nuove profondità dell’animo umano.
Per iniziare, un frammento da “Il Passato e i Pensieri”, di Alexandr Herzen:
Non dissi nemmeno una parola; stavo in salotto davanti al tavolo grande con le braccia incrociate sul petto…probabilmente il mio viso era del tutto sconvolto. Il silenzio continuò ancora…
La moglie, Natalia, ha appena confessato di essere innamorata di un altro uomo. Un crollo non shakespeariano. Ma non occorre essere Otello perché impeti di gelosia, di vendetta, di amor proprio offeso, inebrîno al punto di arrivare a concepire la possibilità di un atto estremo che, come nel caso di Herzen, va contro tutti i nostri più fermi principî; né occorre essere Macbeth per provare paura di fronte a orrori solo immaginati.
Il silenzio continuò ancora, scrive Herzen. E le parole di Shakespeare, i suoi crolli, ci sembrano lo strumento ideale per indagare quel silenzio.
L’opera di Shakespeare è disseminata di crolli nervosi – ciò che oggi chiameremmo “attacchi di panico”. Uomini stagliati, sicuri di sé stessi, determinati e privi di pensiero (dubbio) nell’azione – Macbeth; che hanno fatto dell’autocontrollo una disciplina – Otello; cinici al punto da riuscirci simpatici a dispetto di crimini orrendi – Riccardo III, arrivano al punto di rottura e si ritrovano annichiliti dall’improvvisa coscienza di una totale perdita di controllo. Entra in scena il corpo.
Il cuore batte sulle costole. Il respiro si fa affannoso. Per respirare devo ricordarmi. Se non mi ricordo, non respiro. Il testo si incrina: crollo del personaggio.
Non so se ciò che ho scritto ha un senso. Crollo anche del drammaturgo.
Affrontare il problema da un punto di vista musicale. Forse è questa la chiave. Forse no.
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duo per voce recitante, contrabbasso
drammaturgia e voce Vitaliano Trevisan
musiche – eseguite dal vivo – Daniele Roccato (contrabbasso)
About anyone so great as Shakespeare, it is probable that we can never be right; and if we can never be right, it is better that we should from time to time change our way of being wrong.
T.S. Eliot, Shakespeare and the stoicism of Seneca
Vitaliano Trevisan e Daniele Roccato si sono incontrati diverse volte lungo sentieri di parole e di musica. Il precedente spettacolo, Il ponte, dall’omonimo romanzo di Trevisan, ci conduce nella mente di un uomo: nel giallo di una vita di ordinaria follia.
Oggi i due guardano ai personaggi di William Shakespeare, seguendone le debolezze deflagranti, le crisi nervose, gli attacchi di panico che deragliano. E ci guidano attraverso nuove profondità dell’animo umano.
Per iniziare, un frammento da “Il Passato e i Pensieri”, di Alexandr Herzen:
Non dissi nemmeno una parola; stavo in salotto davanti al tavolo grande con le braccia incrociate sul petto…probabilmente il mio viso era del tutto sconvolto. Il silenzio continuò ancora…
La moglie, Natalia, ha appena confessato di essere innamorata di un altro uomo. Un crollo non shakespeariano. Ma non occorre essere Otello perché impeti di gelosia, di vendetta, di amor proprio offeso, inebrîno al punto di arrivare a concepire la possibilità di un atto estremo che, come nel caso di Herzen, va contro tutti i nostri più fermi principî; né occorre essere Macbeth per provare paura di fronte a orrori solo immaginati.
Il silenzio continuò ancora, scrive Herzen. E le parole di Shakespeare, i suoi crolli, ci sembrano lo strumento ideale per indagare quel silenzio.
L’opera di Shakespeare è disseminata di crolli nervosi – ciò che oggi chiameremmo “attacchi di panico”. Uomini stagliati, sicuri di sé stessi, determinati e privi di pensiero (dubbio) nell’azione – Macbeth; che hanno fatto dell’autocontrollo una disciplina – Otello; cinici al punto da riuscirci simpatici a dispetto di crimini orrendi – Riccardo III, arrivano al punto di rottura e si ritrovano annichiliti dall’improvvisa coscienza di una totale perdita di controllo. Entra in scena il corpo.
Il cuore batte sulle costole. Il respiro si fa affannoso. Per respirare devo ricordarmi. Se non mi ricordo, non respiro. Il testo si incrina: crollo del personaggio.
Non so se ciò che ho scritto ha un senso. Crollo anche del drammaturgo.
Affrontare il problema da un punto di vista musicale. Forse è questa la chiave. Forse no.
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