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Cronache semiserie dal Festival "La notte dei Poeti"
27 JUL 2018 · Francesco Capuano | Nicola Picardi
Glitch Project
di e con Francesco Capuano e Nicola Picardi
concept e regia Francesco Capuano e Nicola Picardi
riprese Pierpaolo Pennacchio
costumi Roberta De Berardinis
coreografia Francesco Capuano e Nicola Picardi
vincitore Danza Urbana XL 2018
azione del Network Anticorpi XL. Proposte di danza nei paesaggi urbani
produzione Körper
Suddiviso in due parti, vuole esprimere l’intento di scrollarsi di dosso il peso della quotidianità, stress, insoddisfazione lavorativa, frenesia e tutto ciò che porti l’uomo a cercare un compromesso con la realtà…. racchiude l’immedesimarsi in una anomalia di una tipica giornata lavorativa. ”VISIORAMICA” è uno sguardo verso un orizzonte urbano quasi utopico, tentativo di evasione mentale, ma sfumata quest’armonia, si fa ritorno alla dimensione reale, dove ci si proietta nella manipolazione meccanica del sistema e di uno stile di vita che porta ad una monotonia quotidiana…..“LOOP”
27 JUL 2018 · Nidodiragno
La morte della Pizia
di Friedrich Dürrenmatt
con Daniele Pecci
e Chiara Di Benedetto (violoncello)
Nella mitologia greca, la Pizia era l’eletta sacerdotessa del dio Apollo a Delfi che, seduta sul suo tripode e avvolta dal vapore, profetizzava agli uomini il volere degli dei attraverso uno solenne vaticinio. Nel racconto La morte della Pizia di Friedrich Dürrenmatt, pubblicato nel Mitmacher nel 1976, la profetessa di Apollo diventa “un’imbrogliona che improvvisava gli oracoli a casaccio, secondo l’umore del momento”, l’ultima delle pizie che appaiono come la versione antica delle cartomanti di oggi.
Friedrich Dürrenmatt, scrittore svizzero del Novecento (1921-1990), tiene in modo particolare alla parodia (un altro tentativo riuscito è Il Minotauro) e con questo racconto, piccolo capolavoro della burla ironica, ci presenta un mito che assomiglia a una caricatura, prendendo tuttavia le dovute distanze dalla satira e dal sarcasmo infondato. Perché la messa in ridicolo della Pizia è motivata dalla ragione prima del suo autore, ovvero l’investigazione e l’interpretazione dello straordinario arcano, il protagonista assoluto del racconto, che fa uscire pazzi gli antichi greci che gli si accostavano con fede incondizionata.
Anche nella reinterpretazione del testo firmata da Daniele Pecci nasce una rilettura laica, sottile, dissacratoria e divertente del mito greco ed in particolare del mito di Edipo.
Un’ormai decrepita discendente Pizia, sacerdotessa dell’oracolo di Delfi, viene chiamata a rispondere alle domande di un giovane Edipo. Attraverso il suo sogno si intrecciano in vorticose trame l’invenzione, la casualità e il destino, tutte credibili, che manifesteranno il vero abitante di Delfi: l’enigma.
27 JUL 2018 · C.M.C – Nidodiragno
La storia di Antigone
Favola in musica per cornacchie, cani selvatici, maledizioni, tiranni, sepolcri & fanciulle in fiore
raccontata da Anita Caprioli
cantata da Didie Caria
regia Roberto Tarasco
produzione C.M.C – Nidodiragno
Indicata da Alessandro Baricco come una delle storie da salvare, la versione della tragedia di Sofocle della scrittrice scozzese Ali Smith riporta una visione fortemente ecologista dalla parte dei corvi che popolano la città di Tebe. Ad accompagnare Anita Caprioli, attrice colta e sensibile, i suoni live del cantante e compositore Didie Caria e le sculture immaginifiche di Giovanni Tamburelli.
La storia di Antigone è il resoconto di una cornacchia appollaiata su una delle 7 porte di Tebe. Dalla sua formidabile posizione il pennuto assiste al tentativo di Antigone di dare sepoltura al cadavere del fratello Polinice contro la volontà del nuovo re Creonte. Scoperta da una guardia, Antigone viene condannata ad essere tumulata in una grotta.
Sono più importanti le leggi degli uomini o quelle di Dio?
E queste ultime esistono, o sono anch’esse leggi di uomini ammantate di sacralità?
Può una donna contrapporsi al potere di un uomo? E se questi è un re?
Cosa è più giusto? Difendere i diritti del fratello o far rispettare la legge, anche se colpisce i familiari?
Suscitando questi interrogativi Antigone rimane, a distanza di millenni, una straordinaria storia di emancipazione. La vicenda di una donna che con il coraggio di una visone “altra” e “alta” rivendica il suo diritto a parlare e si ribella a una ristretta concezione del potere tutta maschile. E più in generale la storia di una contestazione, risoluta e avventata, contro la “tirannia” della legge.
27 JUL 2018 · BAM Teatro
Proprietà e atto
di Will Eno
traduzione di Chiara Maria Baire
supervisione di Elena Battista
con Francesco Mandelli
regia Leonardo Lidi
testo inedito-prima rappresentazione in Italia
produzione BAM Teatro e La Corte Ospitale
United States premiere originally produced by Signature Theatre, New York City
James Houghton, Founding Artistic Director
Erika Mallin, Executive Director
in association with Gare St Lazare Players May 20, 2012
TITLE AND DEED is produced by special arrangement with United Talent Agency
Proprietà e atto è un monologo interpretato da un uomo che viene da qualche parte imprecisata e che è arrivato qui. Nei suoi esilaranti e strazianti tentativi di comprendere se stesso e il mondo che gli è rimasto, o di comprendere noi e il mondo in cui è arrivato, getta una luce decisamente necessaria sulla nostra esperienza collettiva.
Il tempo di esecuzione, se l’attore non muore o pensa ad altro, è di circa un’ora.
Will Eno
“Proprietà e atto” (Title and Deed) di Will Eno è idealmente un terzo tempo, dopo “Thom Pain” e “Lady Grey”, di riflessione sull’esistenza e il valore del tempo nelle nostre vite.
Will Eno, celebre drammaturgo del teatro minimale americano, già finalista Pulitzer per la sezione Teatro con “Thom Pain” nel 2005, in “Proprietà e atto” con ironia e sarcasmo – senza dimenticare le digressioni poetiche a cui la sua scrittura ci ha abituato – concentra la sua riflessione sulla vita come stato di esilio permanente.
Il testo, attraverso un sinuoso scorrere di aneddoti e visioni particolari, parla del nostro essere “senza dimora” in questo mondo. Divaga sul significato e l’impronta che lasciano le parole nel vivere quotidiano, sul senso della memoria e sulla solitudine.
“Non importa se vi troviate in giardino o dall’altra parte del più freddo degli oceani” – dice il narratore/personaggio – “siete e sarete sempre lontani da casa vostra, non dei clochard, necessariamente, ma degli a-dimorati”.
Lo spettacolo ha debuttato in prima esecuzione ad Edimburgo nel 2014, Festival che rivelò al mondo il talento prodigioso di Will Eno.
“Audace, spettacolare, divertente. Poesia da palcoscenico di alto livello” -The New Yorker
“Una riflessione sulla vita come stato di esilio permanente” The NY Times
“Uno straniero nella terra di Beckett” Theater reviews
“Spirito malinconico, humor distorto, momenti lirici, testo per nulla facile, scritto riga per riga in maniera splendida e ingegnosa. L’impronta dell’idolo Samuel Beckett è pesante e riconoscibile nella scrittura dell’iconico Will Eno”
“Will Eno è il Samuel Beckett della generazione di Jon Steward”
26 JUL 2018 · Tracce nella città sommersa
Percorso teatrale nel sito archeologico di Nora
testo e regia Rossella Dassu
con Sharon Caboni, Rossella Dassu, Daniel Dwerryhouse, Lara Farci
e con la partecipazione di Lia Corona e Francesca Spano
“Gli Iberi, dopo Aristeo, si trasferirono in Sardegna sotto la guida di Norace e da essi fu fondata la città di Nora, e tramandano che questa fosse la prima città dell’isola. Si dice che Norace fosse figlio di Hermes e di Eritheia figlia di Gerione.” Pausania
Una distesa infinita di acqua chiamata mare. A destra la torre. A sinistra le terme.
In mezzo il tempo, questo spartiacque tra ieri e domani che scivola via tra le dita di una mano dell’oggi come sabbia.
Chi siamo? Da dove veniamo? Seguiamo le tracce e ritroviamo brandelli, sassi, cocci e schegge impazzite di ieri sopravvissute alla dimenticanza che con tenacia sono arrivate fino a noi. Per dirci cosa? Che siamo il risultato di coloro che ci hanno preceduti, che siamo la premessa di coloro che saranno.
Di padre, in figlio, in padre ci siamo mescolati con tutti coloro che sono approdati sulle coste dell’isola, ne abbiamo adottato la lingua, gli dei, la cultura in una narrazione che ad ogni dominazione ha acquistato un ulteriore brandello di sé.
I resti di Nora sono stati scoperti casualmente, quando una violenta mareggiata nel 1889 ha riportato alla luce una parte dell’edificio funerario del tophet, fino ad allora la città era rimasta sommersa e invisibile.
Proprio a Nora è stata ritrovata una stele su cui compare la scritta SRDN da cui la parola Shardana, il favoloso popolo del mare che abitava i nuraghe. Partiremo dalla storia emersa dagli scavi di Nora, passando attraverso l’approdo di Norace, l’arrivo dei Cartaginesi, la difesa da parte di Cicerone di Marco Emilio Scauro, accusato dell’omicidio di Bostare, ricco cittadino di Nora, per arrivare alle battaglie di Amsicora, dando voce ad alcuni fantasmi del passato che tra mito e leggenda hanno fatto la storia non solo di Nora ma di tutta la Sardegna dell’epoca delle dominazioni fenicia, punica e romana.
25 JUL 2018 · Tracce nella città sommersa
Percorso teatrale nel sito archeologico di Nora
testo e regia Rossella Dassu
con Sharon Caboni, Rossella Dassu, Daniel Dwerryhouse, Lara Farci
e con la partecipazione di Lia Corona e Francesca Spano
“Gli Iberi, dopo Aristeo, si trasferirono in Sardegna sotto la guida di Norace e da essi fu fondata la città di Nora, e tramandano che questa fosse la prima città dell’isola. Si dice che Norace fosse figlio di Hermes e di Eritheia figlia di Gerione.” Pausania
Una distesa infinita di acqua chiamata mare. A destra la torre. A sinistra le terme.
In mezzo il tempo, questo spartiacque tra ieri e domani che scivola via tra le dita di una mano dell’oggi come sabbia.
Chi siamo? Da dove veniamo? Seguiamo le tracce e ritroviamo brandelli, sassi, cocci e schegge impazzite di ieri sopravvissute alla dimenticanza che con tenacia sono arrivate fino a noi. Per dirci cosa? Che siamo il risultato di coloro che ci hanno preceduti, che siamo la premessa di coloro che saranno.
Di padre, in figlio, in padre ci siamo mescolati con tutti coloro che sono approdati sulle coste dell’isola, ne abbiamo adottato la lingua, gli dei, la cultura in una narrazione che ad ogni dominazione ha acquistato un ulteriore brandello di sé.
I resti di Nora sono stati scoperti casualmente, quando una violenta mareggiata nel 1889 ha riportato alla luce una parte dell’edificio funerario del tophet, fino ad allora la città era rimasta sommersa e invisibile.
Proprio a Nora è stata ritrovata una stele su cui compare la scritta SRDN da cui la parola Shardana, il favoloso popolo del mare che abitava i nuraghe. Partiremo dalla storia emersa dagli scavi di Nora, passando attraverso l’approdo di Norace, l’arrivo dei Cartaginesi, la difesa da parte di Cicerone di Marco Emilio Scauro, accusato dell’omicidio di Bostare, ricco cittadino di Nora, per arrivare alle battaglie di Amsicora, dando voce ad alcuni fantasmi del passato che tra mito e leggenda hanno fatto la storia non solo di Nora ma di tutta la Sardegna dell’epoca delle dominazioni fenicia, punica e romana.
24 JUL 2018 · Tracce nella città sommersa
Percorso teatrale nel sito archeologico di Nora
testo e regia Rossella Dassu
con Sharon Caboni, Rossella Dassu, Daniel Dwerryhouse, Lara Farci
e con la partecipazione di Lia Corona e Francesca Spano
“Gli Iberi, dopo Aristeo, si trasferirono in Sardegna sotto la guida di Norace e da essi fu fondata la città di Nora, e tramandano che questa fosse la prima città dell’isola. Si dice che Norace fosse figlio di Hermes e di Eritheia figlia di Gerione.” Pausania
Una distesa infinita di acqua chiamata mare. A destra la torre. A sinistra le terme.
In mezzo il tempo, questo spartiacque tra ieri e domani che scivola via tra le dita di una mano dell’oggi come sabbia.
Chi siamo? Da dove veniamo? Seguiamo le tracce e ritroviamo brandelli, sassi, cocci e schegge impazzite di ieri sopravvissute alla dimenticanza che con tenacia sono arrivate fino a noi. Per dirci cosa? Che siamo il risultato di coloro che ci hanno preceduti, che siamo la premessa di coloro che saranno.
Di padre, in figlio, in padre ci siamo mescolati con tutti coloro che sono approdati sulle coste dell’isola, ne abbiamo adottato la lingua, gli dei, la cultura in una narrazione che ad ogni dominazione ha acquistato un ulteriore brandello di sé.
I resti di Nora sono stati scoperti casualmente, quando una violenta mareggiata nel 1889 ha riportato alla luce una parte dell’edificio funerario del tophet, fino ad allora la città era rimasta sommersa e invisibile.
Proprio a Nora è stata ritrovata una stele su cui compare la scritta SRDN da cui la parola Shardana, il favoloso popolo del mare che abitava i nuraghe. Partiremo dalla storia emersa dagli scavi di Nora, passando attraverso l’approdo di Norace, l’arrivo dei Cartaginesi, la difesa da parte di Cicerone di Marco Emilio Scauro, accusato dell’omicidio di Bostare, ricco cittadino di Nora, per arrivare alle battaglie di Amsicora, dando voce ad alcuni fantasmi del passato che tra mito e leggenda hanno fatto la storia non solo di Nora ma di tutta la Sardegna dell’epoca delle dominazioni fenicia, punica e romana.
24 JUL 2018 · Memoria di ragazza
Un affascinante (auto)ritratto al femminile – attraverso la scrittura svelante, lucida e crudele di Annie Ernaux – per il XXXVI Festival La Notte dei Poeti: Una lettura e qualche canzone” con Daria Deflorian, Monica Demuru e Monica Piseddu per un ideale affresco della società in anni cruciali del Novecento.
Una pièce coinvolgente in cui si intrecciano e quasi affastellano pensieri, ricordi e forse qualche rimpianto, una narrazione a tre voci affidata a tre signore della scena: tra riti di passaggio e graffi sull’anima, il libro di una delle più interessanti e originali autrici francesi contemporanee descrive la metamorfosi di una giovane donna, la sua sete di vita e di conoscenza, il suo confrontarsi con una realtà non sempre amabile né piacevole, l’amarezza e il disincanto ma anche e soprattutto l’iniziazione alla scrittura.
Viaggio a ritroso nel tempo per reincontrare quella ragazza temeraria e forse ingenua, curiosa del mondo e pronta gettarsi nell’avventura dell’esistenza, desiderosa di crescere, temeraria ma ancora timida e riservata, alle prese con la scopetta dell’amore e le prime feroci disillusioni davanti all’inadeguatezza da un lato e l’indifferenza e la malizia dall’altro, fino all’acquisizione di una nuova coscienza di sé e la folgorazione per la letteratura.
“Memoria di ragazza” rievoca esperienze dolorose ma anche fondamentali, in una sorta di moderno romanzo di formazione in cui la protagonista è l’autrice stessa, un diario sorprendentemente intimo che mette a nudo temi scottanti e attuali come la condizione e il ruolo delle donne nella società, la libertà e le scelte consapevoli, i pregiudizi e il rammarico per la mancanza di solidarietà femminile.
La mise en scène originale accosta frammenti significativi e rimandi alle atmosfere dell’epoca – la fine degli Anni Cinquanta – per restituire quasi più per impressioni e intuizioni profonde ma inafferrabili l’immagine di una giovane donna in una fase importante della definizione della personalità come dello sviluppo fisico e psichico, prima ancora che intellettuale.
La visione originale della scrittrice francese si incarna sulla scena, si proietta sulle tre interpreti, ciascuna delle quali vive e fa vivere quella ragazza del passato, senza nostalgia ma con un’assoluta consapevolezza del presente: una trama avvincente e ricca di suspence come solo può esserlo l’esistenza spesso contraddittoria e magari insoddisfacente ma illuminante nella sua verità.
24 JUL 2018 · Memoria di ragazza
Un affascinante (auto)ritratto al femminile – attraverso la scrittura svelante, lucida e crudele di Annie Ernaux – per il XXXVI Festival La Notte dei Poeti: Una lettura e qualche canzone” con Daria Deflorian, Monica Demuru e Monica Piseddu per un ideale affresco della società in anni cruciali del Novecento.
Una pièce coinvolgente in cui si intrecciano e quasi affastellano pensieri, ricordi e forse qualche rimpianto, una narrazione a tre voci affidata a tre signore della scena: tra riti di passaggio e graffi sull’anima, il libro di una delle più interessanti e originali autrici francesi contemporanee descrive la metamorfosi di una giovane donna, la sua sete di vita e di conoscenza, il suo confrontarsi con una realtà non sempre amabile né piacevole, l’amarezza e il disincanto ma anche e soprattutto l’iniziazione alla scrittura.
Viaggio a ritroso nel tempo per reincontrare quella ragazza temeraria e forse ingenua, curiosa del mondo e pronta gettarsi nell’avventura dell’esistenza, desiderosa di crescere, temeraria ma ancora timida e riservata, alle prese con la scopetta dell’amore e le prime feroci disillusioni davanti all’inadeguatezza da un lato e l’indifferenza e la malizia dall’altro, fino all’acquisizione di una nuova coscienza di sé e la folgorazione per la letteratura.
“Memoria di ragazza” rievoca esperienze dolorose ma anche fondamentali, in una sorta di moderno romanzo di formazione in cui la protagonista è l’autrice stessa, un diario sorprendentemente intimo che mette a nudo temi scottanti e attuali come la condizione e il ruolo delle donne nella società, la libertà e le scelte consapevoli, i pregiudizi e il rammarico per la mancanza di solidarietà femminile.
La mise en scène originale accosta frammenti significativi e rimandi alle atmosfere dell’epoca – la fine degli Anni Cinquanta – per restituire quasi più per impressioni e intuizioni profonde ma inafferrabili l’immagine di una giovane donna in una fase importante della definizione della personalità come dello sviluppo fisico e psichico, prima ancora che intellettuale.
La visione originale della scrittrice francese si incarna sulla scena, si proietta sulle tre interpreti, ciascuna delle quali vive e fa vivere quella ragazza del passato, senza nostalgia ma con un’assoluta consapevolezza del presente: una trama avvincente e ricca di suspence come solo può esserlo l’esistenza spesso contraddittoria e magari insoddisfacente ma illuminante nella sua verità.
22 JUL 2018 · Shakespeare’s Breakdowns
duo per voce recitante, contrabbasso
drammaturgia e voce Vitaliano Trevisan
musiche – eseguite dal vivo – Daniele Roccato (contrabbasso)
About anyone so great as Shakespeare, it is probable that we can never be right; and if we can never be right, it is better that we should from time to time change our way of being wrong.
T.S. Eliot, Shakespeare and the stoicism of Seneca
Vitaliano Trevisan e Daniele Roccato si sono incontrati diverse volte lungo sentieri di parole e di musica. Il precedente spettacolo, Il ponte, dall’omonimo romanzo di Trevisan, ci conduce nella mente di un uomo: nel giallo di una vita di ordinaria follia.
Oggi i due guardano ai personaggi di William Shakespeare, seguendone le debolezze deflagranti, le crisi nervose, gli attacchi di panico che deragliano. E ci guidano attraverso nuove profondità dell’animo umano.
Per iniziare, un frammento da “Il Passato e i Pensieri”, di Alexandr Herzen:
Non dissi nemmeno una parola; stavo in salotto davanti al tavolo grande con le braccia incrociate sul petto…probabilmente il mio viso era del tutto sconvolto. Il silenzio continuò ancora…
La moglie, Natalia, ha appena confessato di essere innamorata di un altro uomo. Un crollo non shakespeariano. Ma non occorre essere Otello perché impeti di gelosia, di vendetta, di amor proprio offeso, inebrîno al punto di arrivare a concepire la possibilità di un atto estremo che, come nel caso di Herzen, va contro tutti i nostri più fermi principî; né occorre essere Macbeth per provare paura di fronte a orrori solo immaginati.
Il silenzio continuò ancora, scrive Herzen. E le parole di Shakespeare, i suoi crolli, ci sembrano lo strumento ideale per indagare quel silenzio.
L’opera di Shakespeare è disseminata di crolli nervosi – ciò che oggi chiameremmo “attacchi di panico”. Uomini stagliati, sicuri di sé stessi, determinati e privi di pensiero (dubbio) nell’azione – Macbeth; che hanno fatto dell’autocontrollo una disciplina – Otello; cinici al punto da riuscirci simpatici a dispetto di crimini orrendi – Riccardo III, arrivano al punto di rottura e si ritrovano annichiliti dall’improvvisa coscienza di una totale perdita di controllo. Entra in scena il corpo.
Il cuore batte sulle costole. Il respiro si fa affannoso. Per respirare devo ricordarmi. Se non mi ricordo, non respiro. Il testo si incrina: crollo del personaggio.
Non so se ciò che ho scritto ha un senso. Crollo anche del drammaturgo.
Affrontare il problema da un punto di vista musicale. Forse è questa la chiave. Forse no.
Cronache semiserie dal Festival "La notte dei Poeti"
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