66 - Turbanti e canoe - «Morimondo» di Paolo Rumiz
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Description
Da quando aveva preso il comando, il riminese cercava sangue barbarico: "voglio donne da altri mondi", disse digrignando i denti, "voglio cacciatori di Frodo e vituperati extracomunitari". E la sterminata...
show moreE la sterminata Padania l'avrebbe presto accontentato, infatti le terre mantovane verso Curtatone e Bagnolo San Vito, dove il Mincio luccicava lontano nel bigio, erano punteggiati di turbanti, e ogni turbante aveva un colore.
Ora Po non era né Don né Mississippi: era il Gange del monsone, il fiume sacro degli Indù che trasudava vapori di vacca e incenso, ricotta e stufato al curry.
E i turbanti erano quelli dei Sich, degli indiani e dei pakistani del Punjab, gente di golena che mungeva giorno e notte per tenere in piedi il PIL della Padania.
Due giovani canoisti erano appena passati di là provenienti dal Ticino.
Un pescatore ci disse che navigavano su una robusta canadese a due posti, bella carica di roba. Disse: “non ce n'è tanta di gente che viene da così lontano”, e mi diede i contatti di uno di loro.
Ma quei due, l'avrei presto capito, filavano come diavoli e fino a Pila avremmo trovato solo tracce del loro passaggio.
Al giovane canoista mandai quindi una lettera a fine traversata, per capire per sapere nella risposta che aveva navigato a ritmi infernali - 80 km al giorno - e da Vigevano era arrivato a Venezia in una settimana, dopo 450 km e 300.000 pagaiate.
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Author | Giuseppe Cocco |
Organization | Giuseppe Cocco |
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