Emiliano Cribari "La cura della pioggia"
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Emiliano Cribari "La cura della pioggia" Piccolo omaggio alla malinconia che allieta Ediciclo Editore www.ediciclo.it La collana «Piccola filosofia di viaggio» chiede a Emiliano Cribari, poeta e camminatore, di condurci...
show more"La cura della pioggia"
Piccolo omaggio alla malinconia che allieta
Ediciclo Editore
www.ediciclo.it
La collana «Piccola filosofia di viaggio» chiede a Emiliano Cribari, poeta e camminatore, di condurci nel bosco in un giorno piovoso. Solo così capiremo che arrenderci alla pioggia ci rende più presenti, liquidi e sensibili. La pioggia attutisce i rumori, ci invita ad abbassare la voce, ad annullare il nostro io, ad ascoltare, finalmente ad ascoltare.
“Poeta, camminatore, cercatore di luoghi perduti, ha lavorato come fotografo, come regista, ma soprattutto come venditore ambulante di libri usati. Ha fatto frotte di (strani) mestieri, tranne l’unico che forse avrebbe voluto fare: essere un musicista, suonare l’armonica. Ha visto pochissimo il mondo, ma ha annusato quasi tutto l’Appennino, paese per paese. Parla in dialetto ad alberi e piante, ma non parla l’inglese.”
"La pioggia asciuga. Diluendo il troppo che appassisce. Ci permette di zittirci, di abbassare la voce: parla lei. Di ascoltare, finalmente.
La pioggia suona. Strumenti diversi per ogni stagione. D'estate ha una cadenza misteriosa: un bosco è un suono. Ogni bosco ha il suo suono. E raro è essere colti da una nota piena. La sentono gli uccelli, su in alto, sopra le foglie sommitali; poi, via via che cadendo le gocce impattano con altre foglie, deviano impazzite su nuovi spartiti e improvvisano, calando di tono e di volume; alcune gocce, smagrite, restano ammaliate da una foglia su cui intonano l'ultima nota; altre continuano a scendere, a scivolare, a rimbalzare, a sciamare di picciolo in picciolo, di apice in apice, e come gli uccelli che muovono in coro i loro corpi, s'orchestrano e non stonano mai; quando infine capitano a terra sono frante - diesis, bemolle - mezze note smorzate, smezzate, sciaguattate, che niente hanno perso, però, dalla loro primordiale perfezione..."
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ascoltare fa pensare
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