Eva Capirossi "Scritturapura"
Dec 11, 2020 ·
20m 14s
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Description
Eva Capirossi "Scritturapura" http://www.scritturapura.it/index.php Scritturapura – letteratura dalle terre di confine Scritturapura è una piccola casa editrice indipendente nata, in forma di cooperativa, a inizio millennio tra le colline del...
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Eva Capirossi
"Scritturapura"
http://www.scritturapura.it/index.php
Scritturapura – letteratura dalle terre di confine
Scritturapura è una piccola casa editrice indipendente nata, in forma di cooperativa, a inizio millennio tra le colline del Monferrato ma anche, da sempre, gravitante intorno all’asse Asti-Torino.
Il desiderio era, ed è, quello di volgere lo sguardo all’orizzonte, pubblicando prevalentemente letteratura straniera, letteratura delle terre ai confini dell’Europa: dalla Danimarca e dall’Olanda, dall’Islanda e dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Russia. E qualche volta, perché no?, anche storie dal cuore dell’Europa, come da Germania, Svizzera e Belgio, e, più raramente, dal resto del mondo.
Ogni romanzo è una storia e anche una Storia: a latitudini diverse, donne e uomini, ragazze e ragazzi, declinano le contraddizioni e le magie dei loro Paesi d’origine, spesso rivelando tratti comuni, che li mostrano cittadine e cittadini di uno stesso mondo. Storie in chiaroscuro per rappresentare la ricerca di libertà dei diversi popoli ma anche le profonde ambiguità dell’animo umano. Il tutto a un livello letterario di qualità.
Animato da grande passione, il nostro piccolo gruppo di lavoro sogna di spingersi fino alle strade letterarie di Dublino, tra i bevitori di birra del Galles o i lapilli dei vulcani islandesi, e comincia a frequentare la Fiera del libro di Francoforte, quella di Londra e Istanbul, a tessere rapporti con gli Istituti di cultura di diversi Paesi, ad acquistare i primi diritti, assegnare traduzioni...
E così che abbiamo portato in Italia – per primi – alcuni degli scrittori più significativi e dirompenti dei loro Paesi, contemporanei e classici moderni (ossia, a grandi linee, intorno alla metà del ’900).
Come Sabahattin Ali (1907-1948), con La madonna col cappotto di pelliccia, classico turco del ’900 riscoperto nel 2013 dai manifestanti di Piazza Taksim e divenuto simbolo della lotta al regime (proposto anche da Fazi alcuni anni dopo): la storia straordinaria, commovente e intensissima dell'amore di uno studente turco nella Berlino degli anni Trenta per la donna ritratta in un quadro.
Oppure Gudrún Eva Mínervudóttir, con Il circo dell’arte del dolore e Il creatore, ospite d’onore delle cerimonie di apertura alla Fiera di Francoforte del 2011.
O Jan Wolkers, con Olga la rossa, romanzo cult della liberazione sessuale degli anni Sessanta in Olanda, da cui è stato tratto il film Fiore di carne.
O ancora l’austriaco Robert Menasse, con Don Juan de la Mancha, vincitore del Deutscher Buchpreis nel 2017 con La capitale (edito da Sellerio).
E Ahmet Ümit, con Capodanno a Istanbul, lo scrittore turco che ha pubblicato di più al mondo: 20 best sellers tradotti in 60 lingue.
Senza però disdegnare la letteratura italiana, contemporanea, che da Nord a Sud può avere un mondo dentro: Giorgio Bona, con Sangue di tutti noi, romanzo storico sulla vita spezzata del militante comunista Mario Acquaviva; Lorenzo Scoles, con Augusto Central, giallo legato alle cave di marmo delle Apuane dove, di fronte alla pietra scintillante, il protagonista ha una folgorazione; Gabriella Greison, con Prossima fermata Highbury, raccolta di racconti sul mondo del calcio; o Luca Ragagnin, con Cinque sigilli, testi immaginari di nove cantanti, da Janis Joplin a Nina Simone, in attesa di uno sposo che non arriva; o Salvo Zappulla, con Il violino di Dio, romanzo su un futuro distopico, conseguenza dei disastri ambientali delle nostre generazioni.
Ma anche, saggi d’arte, architettura, testi legati ad esperienze in ambito sociale e letteratura di viaggio.
E, infine, antichi classici del Monferrato, come Matteo Bandello e Vittorio Alfieri.
Scritturapura è nato come nome evocativo della grande importanza che diamo allo stile, alla lingua, alla scrittura, alla qualità e alla cura del testo in generale.
Volevamo qualità per tutto, in primis per le storie dei nostri romanzi. Ma anche per i traduttori. Per ogni lingua i migliori traduttori: per il danese Bruno Berni, traduttore di Peter Hoeg, per l’islandese Silvia Cosimini, traduttrice di Arnaldur Indriðason, per il turco Barbara La Rosa, traduttrice di Orhan Pamuk. E così cerchiamo di continuare.
Ci piacerebbe anche che la nostra letteratura fosse riconoscibile per l’originalità delle sue storie: quelle che ci colpiscono di più hanno al centro donne e uomini in situazioni di transizione, di crisi, di lotta, coi regimi così come con sé stessi. Tutti i nostri personaggi cercano la libertà, tutti. Libertà dall’oppressione, dai potenti, dalla malavita, dagli sfruttatori di ogni tipo, dal buio che avvolge il loro cielo.
Storie forti, drammatiche, sì, ma illuminate dalla speranza o, almeno, venate d’ironia.
A partire dal desiderio di dare visibilità al tema del diritto all’autodeterminazione, politica, sessuale, di genere eccetera, abbiamo vinto due edizioni del bando “Creative Europe” della Commissione Cultura dell’Unione Europea con progetti di traduzione letteraria:
- Grazie al primo progetto, “Inside/Outside: a Mankind’s Research”, dedicato al tema dell’essere umano alla ricerca di se stesso, abbiamo potuto pubblicare: Carattere bastardo di Ferdinad Bordewijk, un classico moderno olandese ambientato nella città portuale di Rotterdam negli anni Venti del secolo scorso, da cui è stato tratto Character - Bastardo eccellente, Premio Oscar 1998 come miglior film in lingua straniera; La stanza dipinta di Inger Christensen, classico danese ambientato all'epoca in cui Mantegna affrescò la Camera degli sposi nel Palazzo ducale di Mantova; e Come fosse al presente, Premio De Gyldne Laurbær, della danese Helle Helle sullo smarrimento interiore di una diciannovenne che, finito il liceo, non ha idea di che direzione dare alla sua vita.
- Grazie al progetto “WOLO - Women Love without Violence”, abbiamo pubblicato quattro autrici contemporanee che presentano figure di donne che, di fronte a situazioni di sopruso o duri conflitti, disinnescano, a differenza degli uomini, la tentazione della violenza, trovando la forza di percorrere altre vie fino a diventare soggetti positivi per le loro comunità: Solo uno di noi dorme della danese Josephine Klougart, storia di una giovane scrittrice che sceglie di tornare nella casa natale dopo il fallimento di due storie d'amore; Una nuova epoca di Ida Jessen, diario di una maestra in un villaggio rurale nelle Danimarca di inizi ’900; Stella, non scappare più della giornalista turca Perihan Mağden, sul percorso di crescita di un'adolescente infatuata di una rock star; e Boy di Wytske Versteeg, in cui, nella civilissima Olanda, il protagonista incontra un bullismo che lo devasta.
IL POSTO DELLE PAROLE
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"Scritturapura"
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Scritturapura – letteratura dalle terre di confine
Scritturapura è una piccola casa editrice indipendente nata, in forma di cooperativa, a inizio millennio tra le colline del Monferrato ma anche, da sempre, gravitante intorno all’asse Asti-Torino.
Il desiderio era, ed è, quello di volgere lo sguardo all’orizzonte, pubblicando prevalentemente letteratura straniera, letteratura delle terre ai confini dell’Europa: dalla Danimarca e dall’Olanda, dall’Islanda e dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Russia. E qualche volta, perché no?, anche storie dal cuore dell’Europa, come da Germania, Svizzera e Belgio, e, più raramente, dal resto del mondo.
Ogni romanzo è una storia e anche una Storia: a latitudini diverse, donne e uomini, ragazze e ragazzi, declinano le contraddizioni e le magie dei loro Paesi d’origine, spesso rivelando tratti comuni, che li mostrano cittadine e cittadini di uno stesso mondo. Storie in chiaroscuro per rappresentare la ricerca di libertà dei diversi popoli ma anche le profonde ambiguità dell’animo umano. Il tutto a un livello letterario di qualità.
Animato da grande passione, il nostro piccolo gruppo di lavoro sogna di spingersi fino alle strade letterarie di Dublino, tra i bevitori di birra del Galles o i lapilli dei vulcani islandesi, e comincia a frequentare la Fiera del libro di Francoforte, quella di Londra e Istanbul, a tessere rapporti con gli Istituti di cultura di diversi Paesi, ad acquistare i primi diritti, assegnare traduzioni...
E così che abbiamo portato in Italia – per primi – alcuni degli scrittori più significativi e dirompenti dei loro Paesi, contemporanei e classici moderni (ossia, a grandi linee, intorno alla metà del ’900).
Come Sabahattin Ali (1907-1948), con La madonna col cappotto di pelliccia, classico turco del ’900 riscoperto nel 2013 dai manifestanti di Piazza Taksim e divenuto simbolo della lotta al regime (proposto anche da Fazi alcuni anni dopo): la storia straordinaria, commovente e intensissima dell'amore di uno studente turco nella Berlino degli anni Trenta per la donna ritratta in un quadro.
Oppure Gudrún Eva Mínervudóttir, con Il circo dell’arte del dolore e Il creatore, ospite d’onore delle cerimonie di apertura alla Fiera di Francoforte del 2011.
O Jan Wolkers, con Olga la rossa, romanzo cult della liberazione sessuale degli anni Sessanta in Olanda, da cui è stato tratto il film Fiore di carne.
O ancora l’austriaco Robert Menasse, con Don Juan de la Mancha, vincitore del Deutscher Buchpreis nel 2017 con La capitale (edito da Sellerio).
E Ahmet Ümit, con Capodanno a Istanbul, lo scrittore turco che ha pubblicato di più al mondo: 20 best sellers tradotti in 60 lingue.
Senza però disdegnare la letteratura italiana, contemporanea, che da Nord a Sud può avere un mondo dentro: Giorgio Bona, con Sangue di tutti noi, romanzo storico sulla vita spezzata del militante comunista Mario Acquaviva; Lorenzo Scoles, con Augusto Central, giallo legato alle cave di marmo delle Apuane dove, di fronte alla pietra scintillante, il protagonista ha una folgorazione; Gabriella Greison, con Prossima fermata Highbury, raccolta di racconti sul mondo del calcio; o Luca Ragagnin, con Cinque sigilli, testi immaginari di nove cantanti, da Janis Joplin a Nina Simone, in attesa di uno sposo che non arriva; o Salvo Zappulla, con Il violino di Dio, romanzo su un futuro distopico, conseguenza dei disastri ambientali delle nostre generazioni.
Ma anche, saggi d’arte, architettura, testi legati ad esperienze in ambito sociale e letteratura di viaggio.
E, infine, antichi classici del Monferrato, come Matteo Bandello e Vittorio Alfieri.
Scritturapura è nato come nome evocativo della grande importanza che diamo allo stile, alla lingua, alla scrittura, alla qualità e alla cura del testo in generale.
Volevamo qualità per tutto, in primis per le storie dei nostri romanzi. Ma anche per i traduttori. Per ogni lingua i migliori traduttori: per il danese Bruno Berni, traduttore di Peter Hoeg, per l’islandese Silvia Cosimini, traduttrice di Arnaldur Indriðason, per il turco Barbara La Rosa, traduttrice di Orhan Pamuk. E così cerchiamo di continuare.
Ci piacerebbe anche che la nostra letteratura fosse riconoscibile per l’originalità delle sue storie: quelle che ci colpiscono di più hanno al centro donne e uomini in situazioni di transizione, di crisi, di lotta, coi regimi così come con sé stessi. Tutti i nostri personaggi cercano la libertà, tutti. Libertà dall’oppressione, dai potenti, dalla malavita, dagli sfruttatori di ogni tipo, dal buio che avvolge il loro cielo.
Storie forti, drammatiche, sì, ma illuminate dalla speranza o, almeno, venate d’ironia.
A partire dal desiderio di dare visibilità al tema del diritto all’autodeterminazione, politica, sessuale, di genere eccetera, abbiamo vinto due edizioni del bando “Creative Europe” della Commissione Cultura dell’Unione Europea con progetti di traduzione letteraria:
- Grazie al primo progetto, “Inside/Outside: a Mankind’s Research”, dedicato al tema dell’essere umano alla ricerca di se stesso, abbiamo potuto pubblicare: Carattere bastardo di Ferdinad Bordewijk, un classico moderno olandese ambientato nella città portuale di Rotterdam negli anni Venti del secolo scorso, da cui è stato tratto Character - Bastardo eccellente, Premio Oscar 1998 come miglior film in lingua straniera; La stanza dipinta di Inger Christensen, classico danese ambientato all'epoca in cui Mantegna affrescò la Camera degli sposi nel Palazzo ducale di Mantova; e Come fosse al presente, Premio De Gyldne Laurbær, della danese Helle Helle sullo smarrimento interiore di una diciannovenne che, finito il liceo, non ha idea di che direzione dare alla sua vita.
- Grazie al progetto “WOLO - Women Love without Violence”, abbiamo pubblicato quattro autrici contemporanee che presentano figure di donne che, di fronte a situazioni di sopruso o duri conflitti, disinnescano, a differenza degli uomini, la tentazione della violenza, trovando la forza di percorrere altre vie fino a diventare soggetti positivi per le loro comunità: Solo uno di noi dorme della danese Josephine Klougart, storia di una giovane scrittrice che sceglie di tornare nella casa natale dopo il fallimento di due storie d'amore; Una nuova epoca di Ida Jessen, diario di una maestra in un villaggio rurale nelle Danimarca di inizi ’900; Stella, non scappare più della giornalista turca Perihan Mağden, sul percorso di crescita di un'adolescente infatuata di una rock star; e Boy di Wytske Versteeg, in cui, nella civilissima Olanda, il protagonista incontra un bullismo che lo devasta.
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