Franco Di Tizio "I rapporti segreti fra D'Annunzio e Mussolini"
Apr 18, 2022 ·
20m 56s
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Franco Di Tizio "I rapporti segreti fra D'Annunzio e Mussolini" nelle rivelazioni di Tom Antongini Ianieri Edizioni https://www.ianieriedizioni.com/catalogo/ Tom Antongini, scrittore e giornalista, ha scritto su d’Annunzio, di cui è...
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Franco Di Tizio
"I rapporti segreti fra D'Annunzio e Mussolini"
nelle rivelazioni di Tom Antongini
Ianieri Edizioni
https://www.ianieriedizioni.com/catalogo/
Tom Antongini, scrittore e giornalista, ha scritto su d’Annunzio, di cui è stato segretario personale per molti anni, cinque libri. Ha pubblicato, inoltre, a più riprese, in quotidiani e riviste, I rapporti segreti fra D’Annunzio e Mussolini. Questo libro, quindi, raccoglie tutto ciò che l’eclettico segretario del Poeta, in qualità di intermediario, ha rivelato sui rapporti tra i «due duci», definiti da lui anche «due grandi attori». Si tratta di lunghi saggi apparsi nel dopoguerra in importanti riviste dell’epoca.
Antongini, però, ha riportato i fatti «ad usum delphini», e quindi ciò che scrive non può prendersi per oro colato ma con il beneficio d’inventario; ed è per questo che, curando il testo, Franco Di Tizio ha rimarcato anche le opinioni di altri biografi dannunziani e le sue, che sono spesso in contrasto con le affermazioni di Antongini, il quale ha avuto il difetto di descrivere il suo datore di lavoro come un personaggio che era riuscito nel suo intento, ossia «a fare della sua vita un’opera d’arte». Alla fine, però, sarà lui stesso ad affermare che vi furono alcuni critici che considerarono la sua biografia di d’Annunzio come «una lettera d’amore di 800 pagine, di un innamorato alla sua innamorata».
Di Tizio ha diviso il libro in due parti; nella prima ha riportato notizie su Antongini che, oltre a segretario di d’Annunzio, è stato un importante scrittore e giornalista del Novecento. Egli ricostruisce con dovizia di particolari la sua biografia e descrive minutamente le non poche opere pubblicate, concludendo che la sua figura di scrittore andrebbe maggiormente rivaluta.
Nella Parte seconda l’autore riporta, invece, ciò che Antongini ha pubblicato a più riprese sui rapporti fra D’Annunzio e Mussolini, il tutto seguito quasi sempre dal suo commento.
Nella Nota conclusiva, poiché lo stesso Antongini ha affermato che d’Annunzio e Mussolini si incontrarono pochissime volte, l’autore ha chiarito in maniera definitiva quanti sono stati i loro incontri e quali sono stati i loro colloqui: interessante argomento che sinora non era stato mai compiuto.
Ha scritto Umberto Russo nel risvolto di copertina: «Nei primi decenni del Novecento due uomini emersero alla massa in Italia, suscitando adesioni e dissensi, critiche ed applausi. In una singolare coincidenza, l’uno e l’altro affidarono il loro messaggio alla parola che avvinceva e convinceva: Gabriele d’Annunzio e Benito Mussolini, destinati a tracciare un solco profondo nelle vicende culturali del loro tempo, s’incontrarono, si conobbero, dialogarono, sia pure a distanza di luoghi e nel divario dei rispettivi ruoli. Franco Di Tizio, con la sua consueta perizia e sulla base delle memorie di un solerte testimone quale fu Tom Antongini, ne ricostruisce attentamente la vicenda, offrendo così un ulteriore, valido contributo alla conoscenza della storia del ventesimo secolo».
Franco Di Tizio, nato il 14 ottobre 1948 a Francavilla al Mare, è medico umanista. Ha esordito in campo letterario, a vent’anni, pubblicando una raccolta di poesie, Aliquando permutabo (Solfanelli, 1968). Studioso del Cenacolo michettiano e, principalmente, biografo dannunziano, ha dato alle stampe numerosi libri, tra cui: Francesco Paolo Michetti nel cinquantenario della morte (Brandolini, 1980), Francesco Paolo Tosti (Brandolini, 1984), Bibliografia essenziale di Mario Vecchioni (Solfanelli, 1986), Ferdinando Galiani (Solfanelli, 1988), Costantino Barbella (Solfanelli, 1991), Raffaele Paolucci (Solfanelli, 1991), Carte dannunziane (Menabò, 1998), Il Camarlingo e la Camerlengo (Ediars, 2000), L’Attendente e il Vate (Ianieri, 2001), D’Annunzio e Michetti. La verità sui loro rapporti (Ianieri, 2002), Paolo De Cecco e gli amici del Cenacolo michettiano, (Associazione culturale “Amici del libro”, 2002), D’Annunzio e Albertini. Vent’anni di sodalizio (Ianieri, 2003), Lina Cavalieri. La vita (1875-1944) (Ianieri, 2004), Antonietta Treves e d’Annunzio (Ianieri, 2005), Basilio Cascella. La vita (1960-1950) (Ianieri, 2006), D’Annunzio e Mondadori (Ianieri, 2006), Francesco Paolo Michetti nella vita e nell’arte (Ianieri, 2007), La Santa Fabbrica del Vittoriale nel carteggio inedito d’Annunzio-Maroni (Ianieri, 2009), D’Annunzio e Antonino Liberi. Carteggio 1879-1933 (Ianieri, 2009), La tormentata vita di Gabriellino d’Annunzio nel carteggio inedito con il padre (Ianieri, 2010), Giuseppe Mezzanotte e d’Annunzio. Cinquant’anni di amicizia (Ianieri, 2011), Gabriele d’Annunzio e la famiglia d’origine (Ianieri, 2013), Guido Treves e d’Annunzio negli anni del declino della Casa Editrice (Ianieri, 2014), D’Annunzio e la figlia Renata. Carteggio inedito 1897-1937 (Ianieri, 2015), Bibliografia essenziale di Umberto Russo (Ianieri, 2015) e Gabriele Cruillas. Il figlio non riconosciuto da d’Annunzio (Ianieri, 2016).
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nelle rivelazioni di Tom Antongini
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Tom Antongini, scrittore e giornalista, ha scritto su d’Annunzio, di cui è stato segretario personale per molti anni, cinque libri. Ha pubblicato, inoltre, a più riprese, in quotidiani e riviste, I rapporti segreti fra D’Annunzio e Mussolini. Questo libro, quindi, raccoglie tutto ciò che l’eclettico segretario del Poeta, in qualità di intermediario, ha rivelato sui rapporti tra i «due duci», definiti da lui anche «due grandi attori». Si tratta di lunghi saggi apparsi nel dopoguerra in importanti riviste dell’epoca.
Antongini, però, ha riportato i fatti «ad usum delphini», e quindi ciò che scrive non può prendersi per oro colato ma con il beneficio d’inventario; ed è per questo che, curando il testo, Franco Di Tizio ha rimarcato anche le opinioni di altri biografi dannunziani e le sue, che sono spesso in contrasto con le affermazioni di Antongini, il quale ha avuto il difetto di descrivere il suo datore di lavoro come un personaggio che era riuscito nel suo intento, ossia «a fare della sua vita un’opera d’arte». Alla fine, però, sarà lui stesso ad affermare che vi furono alcuni critici che considerarono la sua biografia di d’Annunzio come «una lettera d’amore di 800 pagine, di un innamorato alla sua innamorata».
Di Tizio ha diviso il libro in due parti; nella prima ha riportato notizie su Antongini che, oltre a segretario di d’Annunzio, è stato un importante scrittore e giornalista del Novecento. Egli ricostruisce con dovizia di particolari la sua biografia e descrive minutamente le non poche opere pubblicate, concludendo che la sua figura di scrittore andrebbe maggiormente rivaluta.
Nella Parte seconda l’autore riporta, invece, ciò che Antongini ha pubblicato a più riprese sui rapporti fra D’Annunzio e Mussolini, il tutto seguito quasi sempre dal suo commento.
Nella Nota conclusiva, poiché lo stesso Antongini ha affermato che d’Annunzio e Mussolini si incontrarono pochissime volte, l’autore ha chiarito in maniera definitiva quanti sono stati i loro incontri e quali sono stati i loro colloqui: interessante argomento che sinora non era stato mai compiuto.
Ha scritto Umberto Russo nel risvolto di copertina: «Nei primi decenni del Novecento due uomini emersero alla massa in Italia, suscitando adesioni e dissensi, critiche ed applausi. In una singolare coincidenza, l’uno e l’altro affidarono il loro messaggio alla parola che avvinceva e convinceva: Gabriele d’Annunzio e Benito Mussolini, destinati a tracciare un solco profondo nelle vicende culturali del loro tempo, s’incontrarono, si conobbero, dialogarono, sia pure a distanza di luoghi e nel divario dei rispettivi ruoli. Franco Di Tizio, con la sua consueta perizia e sulla base delle memorie di un solerte testimone quale fu Tom Antongini, ne ricostruisce attentamente la vicenda, offrendo così un ulteriore, valido contributo alla conoscenza della storia del ventesimo secolo».
Franco Di Tizio, nato il 14 ottobre 1948 a Francavilla al Mare, è medico umanista. Ha esordito in campo letterario, a vent’anni, pubblicando una raccolta di poesie, Aliquando permutabo (Solfanelli, 1968). Studioso del Cenacolo michettiano e, principalmente, biografo dannunziano, ha dato alle stampe numerosi libri, tra cui: Francesco Paolo Michetti nel cinquantenario della morte (Brandolini, 1980), Francesco Paolo Tosti (Brandolini, 1984), Bibliografia essenziale di Mario Vecchioni (Solfanelli, 1986), Ferdinando Galiani (Solfanelli, 1988), Costantino Barbella (Solfanelli, 1991), Raffaele Paolucci (Solfanelli, 1991), Carte dannunziane (Menabò, 1998), Il Camarlingo e la Camerlengo (Ediars, 2000), L’Attendente e il Vate (Ianieri, 2001), D’Annunzio e Michetti. La verità sui loro rapporti (Ianieri, 2002), Paolo De Cecco e gli amici del Cenacolo michettiano, (Associazione culturale “Amici del libro”, 2002), D’Annunzio e Albertini. Vent’anni di sodalizio (Ianieri, 2003), Lina Cavalieri. La vita (1875-1944) (Ianieri, 2004), Antonietta Treves e d’Annunzio (Ianieri, 2005), Basilio Cascella. La vita (1960-1950) (Ianieri, 2006), D’Annunzio e Mondadori (Ianieri, 2006), Francesco Paolo Michetti nella vita e nell’arte (Ianieri, 2007), La Santa Fabbrica del Vittoriale nel carteggio inedito d’Annunzio-Maroni (Ianieri, 2009), D’Annunzio e Antonino Liberi. Carteggio 1879-1933 (Ianieri, 2009), La tormentata vita di Gabriellino d’Annunzio nel carteggio inedito con il padre (Ianieri, 2010), Giuseppe Mezzanotte e d’Annunzio. Cinquant’anni di amicizia (Ianieri, 2011), Gabriele d’Annunzio e la famiglia d’origine (Ianieri, 2013), Guido Treves e d’Annunzio negli anni del declino della Casa Editrice (Ianieri, 2014), D’Annunzio e la figlia Renata. Carteggio inedito 1897-1937 (Ianieri, 2015), Bibliografia essenziale di Umberto Russo (Ianieri, 2015) e Gabriele Cruillas. Il figlio non riconosciuto da d’Annunzio (Ianieri, 2016).
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