Giorgio Mangani "Francesco Merloni. Il secolo dello sviluppo"
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Giorgio Mangani "Francesco Merloni. Il secolo dello sviluppo Internazionalizzazione e coscienza territoriale il lavoro editoriale https://lavoroeditoriale.com Nel 2023 la Fondazione “Aristide Merloni” festeggia i sessanta anni di attività, la Ariston...
show more"Francesco Merloni. Il secolo dello sviluppo
Internazionalizzazione e coscienza territoriale
il lavoro editoriale
https://lavoroeditoriale.com
Nel 2023 la Fondazione “Aristide Merloni” festeggia i sessanta anni di attività, la Ariston Group novantatre e Francesco Merloni, l’ultimo dei figli del fondatore Aristide, tuttora presidente della Fondazione e presidente onorario del Gruppo industriale, novantotto anni.
A raccontare questo secolo che ha coinciso anche con le stagioni del “miracolo economico” italiano, attraverso l’esperienza diretta di uno dei suoi protagonisti, è dedicato il libro: Francesco Merloni. Il secolo dello sviluppo. Internazionalizzazione e coscienza territoriale in libreria per la casa editrice Il Lavoro Editoriale, a firma di Giorgio Mangani.
In oltre trecento pagine che utilizzano fonti inedite provenienti dagli archivi dell’impresa e della fondazione e frutto di lunghe conversazioni con l’imprenditore che si racconta, ma anche con personalità come Giuseppe De Rita e Romano Prodi, che di entrambe sono stati storici consulenti, il libro ripercorre criticamente la storia e la cultura imprenditoriale italiana, oggi nella fase di passaggio verso la cosidetta “economia della conoscenza”.
Ricostruendo le origini della Ariston vengono presentate in modo completamente nuovo la figura del fondatore, Aristide Merloni (Albacina di Fabriano, 1897-1970), e le motivazioni sociali e politiche che lo indussero ad andare contro il modello industriale dominante al suo tempo della concentrazione degli insediamenti produttivi, portando invece il lavoro nelle periferie montane del Centro Italia.Quella storia prosegue nel Dopoguerra con il figlio Francesco Merloni, cui si deve la scelta decisiva di diversificare, nel 1954, l’originaria produzione di bascule verso la produzione di bombole di gas liquido e il riscaldamento e poi la prima internazionalizzazione degli anni Settanta, che aprì la strada del gruppo industriale Merloni verso la produzione degli elettrodomestici e i traguardi raggiunti negli ultimi trenta anni dalla Ariston Thermo, oggi Ariston Group, quotata in borsa e guidata dal figlio Paolo, diventata azienda leader globale nel comfort termico.
Il libro racconta questa storia attraverso la lente della passione politica e sociale di Francesco Merloni: sette legislature, dal 1972 al 2001, come parlamentare della Dc e poi dell’Ulivo, le battaglie contro gli sprechi delle Partecipazioni statali, la fine della Dc, la nascita del Partito popolare e poi dell’Ulivo, compresa la parentesi come Ministro dei Lavori Pubblici (1992-94) nei Governi Amato e Ciampi e la burrascosa approvazione della prima legge organica di riforma degli appalti, dopo gli scandali di Tangentopoli, che porta il suo nome.
Quello che potrebbe sembrare solo l’interesse secondario di un imprenditore, la politica, si rivela invece uno strumento formidabile per capire i nuovi mondi sui quali investire come industriale, opportunità per costruire amicizie profonde come quelle con Beniamino Andreatta (con il quale Merloni fonda nel 1976 l’Arel. Agenzia ricerche e legislazione), con Romano Prodi e Giuseppe De Rita.Insieme a loro, per oltre cinquanta anni, Merloni ha sostenuto e favorito lo studio dello sviluppo economico italiano degli anni Settanta e Ottanta, della “Terza Italia”, del cosidetto “Modello Marchigiano” e della “Via adriatica”, che hanno dato origine al nostro “Quarto Capitalismo”, oggetto di sempre maggiore attenzione internazionale. Un impegno, quello di Francesco Merloni, che si è mosso, come il libro ricostruisce, alla ricerca di una possibile “terza via” tra collettivismo e liberismo, nel tentativo di coniugare, per quanto possibile, competizione globale, radicamento territoriale e responsabilità sociale dell’impresa.
Giorgio Mangani insegna Geografia culturale all’Università di Bologna (Campus di Ravenna) ed è stato manager di imprese e istituzioni culturali.
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