Guido Cossard "I Santuari del Solstizio d'inverno"
Mar 28, 2021 ·
21m 4s
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Description
Guido Cossard "I Santuardi del solstizio d'inverno" Edizioni Pedrini https://www.edizionipedrini.it/ Il mascherone di pietra veglia sul bastione del film degli Avengers. Il forte di Bard, nelle riprese del film Age...
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Guido Cossard
"I Santuardi del solstizio d'inverno"
Edizioni Pedrini
https://www.edizionipedrini.it/
Il mascherone di pietra veglia sul bastione del film degli Avengers. Il forte di Bard, nelle riprese del film Age of Ultron, rappresenta l’inespugnabile rifugio dei nemici degli Avengers: lo storico monumento valdostano ricopre nella trama della pellicola il ruolo di sede dell’organizzazione terroristica Hydra, acerrima avversaria degli eroi della Marvel. Col-locato nella nazione immaginaria di Sokovia, Bard è il quartier generale dei cattivi, preso d’assalto con successo dagli Avengers. Su di una parete rocciosa, collocata a ovest della rocca del forte, un inconsueto profilo sembra riprodurre una forma umana: un guerriero di pietra, dal grande volto litico, che sembra rivolgere il suo sguardo attento e severo pro-prio in direzione del forte di Bard. E' in questo contesto che le rilevazioni astroarcheologiche di Cossard diventano un punto di riferimento anche per approfondimenti successivi, estendendone la conoscenza archeologica odierna, all'a-spetto antropologico e quindi psicologico e fisiologico, collegandole all'habitat naturale. Questo per favorirne una decifrazione legata alla pianificazione della vita preistorica, associandola al sorgere del sole e al posizionamento dei pianeti, sino al solstizio d'inverno e d'estate. Le numerose coppelle, alcune con canaletta, il reticolato, le profonde inci-sioni e il loro posizionamento sulla nuda roccia, lo scivolo della fertilità accanto al masso erratico, indicano una serie di operazioni non avvenute a caso all'interno del sito, che si prospetta dunque come un santuario preistorico, e come straordinario punto di osservazione della volta celeste. Il manifesto simbolo solare, raffigurato sul punto più in altro che domina l'area rituale, che si conforma alla caratteristica geomorfologica del luogo creata dal ritiro del ghiacciaio Balteo 20.000 anni fa, si colloca in relazione all'analisi e al controllo che l'uomo primitivo, in questo caso il “sacerdo-te” poneva, con l'acquisizione di nozioni utili alla sopravvivenza stessa del gruppo o meglio del clan. Anche il cielo è stato trascritto dall'uomo del neolitico: lo indicano le costellazioni e l'Orsa Minore che si notano all'inizio delle rocce montonate, e anch'esse raccontano di una Civiltà perduta che ha lasciato evidenti simboli, tracce e testimonianze. Gui-do Cossard ha il merito di aver rimosso dall'oblio una parte della storia antica della Valle d'Aosta, che volutamente è definita “Civiltà perduta”, ma giuntaci con i suoi indelebili messaggi scolpiti su pietra e su roccia. Nel libro, testi e foto su Newgrange (Irlanda) i tumuli di Gavrinis e di Dissignac in Francia, i tumuli del Marocco ed i dolmen pugliesi. Per la parte valdostana, vengono presentati: Saint-Martin-de-Corléans, il dolmen del col d'Arla, la roccia forata di Donnas, il menhir del lago Coperto di Champorcher e a Lillianes il Plan des Sorcières (Piano delle streghe) che citati nel libro, ad ogni effetto propongono una piccola guida del mistero. Informazioni e prenotazione Briviodue cell. 3466286717 - (www.edizionipedrini.it)
Note sull'autore Guido Cossard
Dopo aver conseguito la laurea in Fisica, è designato all'appassionante ruolo di Presidente dell’Associazione di Ri-cerche e Studi di Archeoastronomia Valdostana.
Attivo conferenziere, ha pubblicato numerosi testi tra cui "Codex 2027. Il cielo degli aztechi e la fine del mondo, Edi-zioni l'Età dell'Acquario (2020), Storia e riti di Capodanno", Rizzoli Editore (1999), "Cieli Perduti. Archeoastrono-mia: le stelle dei popoli antichi" Utet (2018), tradotto in "Firmamentos Perdidos" (Città del Messico, 2015) e sempre per la UTET ha collaborato all’Atlante dell’Universo (1998).
In considerazione del contributo da lui dato nel campo dell’archeoastronomia, nel 2005 la International Astronomical Union (IAU) gli ha dedicato il pianetino (4993) 1983 GR, che da allora si chiama Cossard, con la seguente motivazio-ne:
"Italian archeoastronomer, Guido Cossard (b. 1958) made a big contribution to the study of megalithic sites located in Valle d'Aosta, in particular on the interpretation of several engravings with astronomical meanings found there. Of particular importance is his work on the Coligny calendar dating back the Celtic period. [Ref: Minor Planet Circ. 53952].
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Il mascherone di pietra veglia sul bastione del film degli Avengers. Il forte di Bard, nelle riprese del film Age of Ultron, rappresenta l’inespugnabile rifugio dei nemici degli Avengers: lo storico monumento valdostano ricopre nella trama della pellicola il ruolo di sede dell’organizzazione terroristica Hydra, acerrima avversaria degli eroi della Marvel. Col-locato nella nazione immaginaria di Sokovia, Bard è il quartier generale dei cattivi, preso d’assalto con successo dagli Avengers. Su di una parete rocciosa, collocata a ovest della rocca del forte, un inconsueto profilo sembra riprodurre una forma umana: un guerriero di pietra, dal grande volto litico, che sembra rivolgere il suo sguardo attento e severo pro-prio in direzione del forte di Bard. E' in questo contesto che le rilevazioni astroarcheologiche di Cossard diventano un punto di riferimento anche per approfondimenti successivi, estendendone la conoscenza archeologica odierna, all'a-spetto antropologico e quindi psicologico e fisiologico, collegandole all'habitat naturale. Questo per favorirne una decifrazione legata alla pianificazione della vita preistorica, associandola al sorgere del sole e al posizionamento dei pianeti, sino al solstizio d'inverno e d'estate. Le numerose coppelle, alcune con canaletta, il reticolato, le profonde inci-sioni e il loro posizionamento sulla nuda roccia, lo scivolo della fertilità accanto al masso erratico, indicano una serie di operazioni non avvenute a caso all'interno del sito, che si prospetta dunque come un santuario preistorico, e come straordinario punto di osservazione della volta celeste. Il manifesto simbolo solare, raffigurato sul punto più in altro che domina l'area rituale, che si conforma alla caratteristica geomorfologica del luogo creata dal ritiro del ghiacciaio Balteo 20.000 anni fa, si colloca in relazione all'analisi e al controllo che l'uomo primitivo, in questo caso il “sacerdo-te” poneva, con l'acquisizione di nozioni utili alla sopravvivenza stessa del gruppo o meglio del clan. Anche il cielo è stato trascritto dall'uomo del neolitico: lo indicano le costellazioni e l'Orsa Minore che si notano all'inizio delle rocce montonate, e anch'esse raccontano di una Civiltà perduta che ha lasciato evidenti simboli, tracce e testimonianze. Gui-do Cossard ha il merito di aver rimosso dall'oblio una parte della storia antica della Valle d'Aosta, che volutamente è definita “Civiltà perduta”, ma giuntaci con i suoi indelebili messaggi scolpiti su pietra e su roccia. Nel libro, testi e foto su Newgrange (Irlanda) i tumuli di Gavrinis e di Dissignac in Francia, i tumuli del Marocco ed i dolmen pugliesi. Per la parte valdostana, vengono presentati: Saint-Martin-de-Corléans, il dolmen del col d'Arla, la roccia forata di Donnas, il menhir del lago Coperto di Champorcher e a Lillianes il Plan des Sorcières (Piano delle streghe) che citati nel libro, ad ogni effetto propongono una piccola guida del mistero. Informazioni e prenotazione Briviodue cell. 3466286717 - (www.edizionipedrini.it)
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Dopo aver conseguito la laurea in Fisica, è designato all'appassionante ruolo di Presidente dell’Associazione di Ri-cerche e Studi di Archeoastronomia Valdostana.
Attivo conferenziere, ha pubblicato numerosi testi tra cui "Codex 2027. Il cielo degli aztechi e la fine del mondo, Edi-zioni l'Età dell'Acquario (2020), Storia e riti di Capodanno", Rizzoli Editore (1999), "Cieli Perduti. Archeoastrono-mia: le stelle dei popoli antichi" Utet (2018), tradotto in "Firmamentos Perdidos" (Città del Messico, 2015) e sempre per la UTET ha collaborato all’Atlante dell’Universo (1998).
In considerazione del contributo da lui dato nel campo dell’archeoastronomia, nel 2005 la International Astronomical Union (IAU) gli ha dedicato il pianetino (4993) 1983 GR, che da allora si chiama Cossard, con la seguente motivazio-ne:
"Italian archeoastronomer, Guido Cossard (b. 1958) made a big contribution to the study of megalithic sites located in Valle d'Aosta, in particular on the interpretation of several engravings with astronomical meanings found there. Of particular importance is his work on the Coligny calendar dating back the Celtic period. [Ref: Minor Planet Circ. 53952].
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