Laura Bosio "Writers. Gli scrittori si raccontano"
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Laura Bosio "Writers. Gli scrittori si raccontano" www.writersfestival.it Writers Festival Sabato 1° febbraio 2020, ore 16:00 Italiani anche noi. Penny Wirton, una scuola senza muri Incontro con Laura Bosio e...
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www.writersfestival.it
Writers Festival
Sabato 1° febbraio 2020, ore 16:00
Italiani anche noi. Penny Wirton, una scuola senza muri
Incontro con Laura Bosio e Fabio Santopietro
Writers#8
E in questo chiaroscuro nascono i mostri
Si ha sempre più l’impressione di trovarsi immersi in una nebbia, dove passato presente e futuro sono confusi e domini un chiaroscuro che, come suggeriva Antonio Gramsci in una celebre frase, genera mostri.
I mostri, vecchi e nuovi, a volte sembra di vederli benissimo, ma più spesso si intravedono soltanto delle strane sembianze. A volte, addirittura, i mostri hanno l’aspetto della normalità. Sarebbe troppo facile se, come sosteneva Goya, il sonno della Ragione generasse orribili e riconoscibili mostri. I mostri che ci circondano sono invece spesso molto normali. Al momento opportuno però gettano la maschera e urlano, incitano all’odio, disprezzano la cultura e la vita civile. Sono molto imprevedibili. E le porte del passato, che all’improvviso si spalancano e mostrano il baratro del dimenticato e sepolto, sembrano rigidamente sigillate e per sempre sorpassate.
In questo corridoio nebbioso e poco illuminato, dove si agitano ombre e fantasmi non ben definiti, viviamo oggi.
L’ottava edizione del festival Writers, che anche quest’anno ha scelto di essere dedicato solo ad un tema, si propone di raccontare e rappresentare non l’orrido ma il normale che cela l’orrido. Per questo intendiamo chiedere a scrittori, poeti e artisti, di sforzarsi di guardare dietro il chiaroscuro della normalità quotidiana, dialogando con coloro che tutti i giorni sperimentano la nebbia e ne sono, come tutti noi, disorientati.
Raccontare, cantare, recitare non significa chiarire ma è il solo modo che conosciamo per dare luce ai dubbi, attraverso il piacere di ascoltare storie che ormai, anche i giornali, le televisioni e social media, sempre meno intendono e riescono a comunicare.
Laura Bosio è scrittrice, editor e consulente editoriale.
Con il romanzo d’esordio, I dimenticati (Feltrinelli 1993) ha vinto il Premio Bagutta Opera prima. Sono seguiti, tra gli altri libri: Annunciazione (Mondadori 1997, Premio Europeo Moravia; nuova ed. Longanesi); Le stagioni dell’acqua (Longanesi 2007, Finalista Premio Strega); D’amore e di ragione. Donne e spiritualità (Laterza 2012); Da un’altra Italia. 63 lettere, diari, testimonianze sul “carattere” degli italiani (con Bruno Nacci, Utet 2104); Per seguire la mia stella (con Bruno Nacci, Guanda 2017); Una scuola senza muri (Enrico Damiani Editore, 2019). Di prossima uscita il romanzo La casa degli uccelli (con Bruno Nacci, Guanda 2020).
È stata docente di “Tecniche della scrittura” al Master in giornalismo dell’Università Cattolica di Milano.
Dal 2015 dirige la scuola di italiano per migranti Penny Wirton Milano.
Laura Bosio
"Una scuola senza muri"
ED Enrico Damiani Editore
Vengono da lontano. Si chiamano Makan, Idowu, Teresa, Bomani, Trésor, Mariela, Amadou. I loro fragili passaporti li condannerebbero a restare dove sono, nel deserto della miseria e della guerra, ma non hanno altra scelta. Come Giacobbe che combatte tutta la notte al buio in un estenuante corpo a corpo con uno sconosciuto, attraversano il mare in una lacerante e disumana ricerca di salvezza, di identità. Identità che non hanno neppure le parole per esprimere. Laura Bosio, che insieme a tanti volontari li accoglie nelle aule della sua scuola senza muri, dove "italiano" significa ascolto, dialogo, incontro inaspettato, dà voce alle loro storie, incrocia i loro sguardi, accoglie le loro reazioni quando, costretti a rispondere "bene" alla domanda "come stai?" del manuale, "ridono, rovesciandosi all'indietro sullo schienale della sedia e allargando le braccia". E in questo mondo di rabbia e disprezzo, di pregiudizi e di muri, trova spazio il più autentico cuore di un sogno, quello dei migranti e il nostro: perché, dice Laura, nonostante tutto noi siamo qui, "sulle sedie multicolore, gomito a gomito, davanti a un libro aperto, a guardarci negli occhi mentre diciamo: Io sono, affermando il semplice diritto di esistere".
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
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