Massimo Calandri "Non puoi fidarti di gente così"
Jul 7, 2022 ·
19m 7s
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Description
Massimo Calandri "Non puoi fidarti di gente così" Mondadori Editore https://www.mondadori.it/ «Non ci restano che gli italiani.» «Stai scherzando, vero?» Nel 1973, il Sudafrica dell’apartheid cerca di rompere il boicottaggio...
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Massimo Calandri
"Non puoi fidarti di gente così"
Mondadori Editore
https://www.mondadori.it/
«Non ci restano che gli italiani.» «Stai scherzando, vero?» Nel 1973, il Sudafrica dell’apartheid cerca di rompere il boicottaggio e l’isolamento grazie al rugby, sport di cui è maestro, ma le nazionali di tutto il mondo rifiutano l’invito ad affrontare gli atleti di un Paese razzista. Solo l’Italia accetta, anche se molti dei giocatori convocati rinunciano. Nasce una squadra improbabile, giovane e inesperta, che ha un duplice desiderio: conoscere i campioni di questo gioco e usare lo sport come strumento di fratellanza universale. Infatti l’Italia pone un’unica condizione: incontrare anche i Leopards, la selezione “negra” sudafricana. Quel mese di rugby si rivela un’eccezionale avventura sportiva, umana e politica, che Massimo Calandri, valente giornalista di “Repubblica”, ha ricostruito con un preciso lavoro di archivio e con una serie di interviste ai co-protagonisti ancora in vita. La spedizione sudafricana fa scoprire ai giocatori e al grande pubblico la bellezza mozzafiato e le disumane ingiustizie di una terra straordinaria. La squadra italiana incrocia Ian Smith, suprematista bianco e dittatore dell’allora Rhodesia, poi i leader della lotta all’apartheid, Nelson Mandela e Steve Biko, trasformando ogni partita in una lotta per i diritti umani. Nove battaglie in meno di un mese contro giganti famosi per la loro violenza in campo. Un solo, storico successo: proprio coi Leopards, e l’incontro che al fischio finale diventa una grande festa nella township di Port Elisabeth. E l’improvvisa consapevolezza che lo sport può contribuire a cambiare i destini del mondo.
Massimo Calandri (Genova, 1963) è un inviato di "Repubblica". Per Mondadori ha scritto con Carlo Pernat, Belin, che paddock.
IL POSTO DELLE PAROLE
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https://ilpostodelleparole.it/
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«Non ci restano che gli italiani.» «Stai scherzando, vero?» Nel 1973, il Sudafrica dell’apartheid cerca di rompere il boicottaggio e l’isolamento grazie al rugby, sport di cui è maestro, ma le nazionali di tutto il mondo rifiutano l’invito ad affrontare gli atleti di un Paese razzista. Solo l’Italia accetta, anche se molti dei giocatori convocati rinunciano. Nasce una squadra improbabile, giovane e inesperta, che ha un duplice desiderio: conoscere i campioni di questo gioco e usare lo sport come strumento di fratellanza universale. Infatti l’Italia pone un’unica condizione: incontrare anche i Leopards, la selezione “negra” sudafricana. Quel mese di rugby si rivela un’eccezionale avventura sportiva, umana e politica, che Massimo Calandri, valente giornalista di “Repubblica”, ha ricostruito con un preciso lavoro di archivio e con una serie di interviste ai co-protagonisti ancora in vita. La spedizione sudafricana fa scoprire ai giocatori e al grande pubblico la bellezza mozzafiato e le disumane ingiustizie di una terra straordinaria. La squadra italiana incrocia Ian Smith, suprematista bianco e dittatore dell’allora Rhodesia, poi i leader della lotta all’apartheid, Nelson Mandela e Steve Biko, trasformando ogni partita in una lotta per i diritti umani. Nove battaglie in meno di un mese contro giganti famosi per la loro violenza in campo. Un solo, storico successo: proprio coi Leopards, e l’incontro che al fischio finale diventa una grande festa nella township di Port Elisabeth. E l’improvvisa consapevolezza che lo sport può contribuire a cambiare i destini del mondo.
Massimo Calandri (Genova, 1963) è un inviato di "Repubblica". Per Mondadori ha scritto con Carlo Pernat, Belin, che paddock.
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