Murat Cinar "Ogni luogo è Taksim"
Feb 18, 2018 ·
19m 54s
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Description
Murat Cinar "Ogni luogo è Taksim" di Deniz Yucel con la prefazione di Antonio Negri e un'analisi di Murat Cinar Rosenberg & Sellier Editore Presentazione del libro: martedì 20 febbraio,...
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Murat Cinar
"Ogni luogo è Taksim" di Deniz Yucel
con la prefazione di Antonio Negri e un'analisi di Murat Cinar
Rosenberg & Sellier Editore
Presentazione del libro: martedì 20 febbraio, ore 18.30
Bardotto - Via Mazzini 23/D, Torino
A quasi un anno dall'arresto del suo autore - in carcere a Silivri dal 14 febbraio 2017, accusato di propaganda a favore di un'organizzazione terroristica e di incitamento alla ribellione -, Ogni luogo è Taksim rappresenta un'operazione di solidarietà internazionale, congiunta alla riedizione aggiornata del testo da parte dell'editore tedesco Nautilus. Deniz Yücel, giornalista corrispondente dalla Turchia per "Die Welt", ripercorre in questo libro, da un punto di vista storico e sociale, il movimento del Gezi Park nato ad Istanbul nel 2013. Questa pagina fondamentale della storia della Turchia contemporanea è rievocata attraverso le voci dei giovani, dei loro genitori già attivi politicamente negli anni Settanta, delle minoranze rappresentate da curdi, aleviti, armeni, gruppi LGBT, che si battono per una Turchia migliore e hanno dato vita a una formidabile esperienza di resistenza civile contro il governo sempre più autoritario di Erdoğan.
Fondamentale per avere un inquadramento della Turchia nello scacchiere internazionale è la prefazione al volume firmata da Alberto Negri, già inviato speciale per il Sole 24 Ore, nonché Senior Advisor all'Ispi. Mentre Murat Cinar, giornalista, videomaker e fotografo freelance di origine turca, propone un'analisi in cui sono illustrati i risvolti politico-economici di un paese vittima di censura e propaganda sempre più ostinate. Tra i molti argomenti trattati all'interno di quest'ultimo contributo va sicuramente ricordata la questione curda, riemersa proprio in questi giorni per via del nuovo episodio della guerra siriana.
La storia di Deniz ha fatto il giro del mondo, in tanti si stanno mobilitando per lui e per tutti i giornalisti vittime di censura attualmente in carcere in Turchia.
Rosenberg & Sellier devolverà 1 euro per ogni copia venduta a sostegno della campagna per la sua liberazione.
Murat Cinar è un giornalista turco che vive da anni a Torino. Conoscitore della realtà del suo Paese di origine, in cui le libertà fondamentali del giornalisti vengono quotidianamente negate (il Caffè aveva trattato l’argomento in occasione dell’arresto di Can Dundar), ha promosso un appello a tutti i giornalisti italiani perché non lascino soli i colleghi turchi in questo momento di grave difficoltà. Ecco il testo dell’appello:
“Invitiamo tutti i giornalisti che lavorano in Italia a non lasciare soli nella loro battaglia i colleghi detenuti in Turchia. Chiediamo a tutti i giornalisti di aggiornare sistematicamente i propri lettori in merito alla libertà di stampa, espressione e pensiero in Turchia. Nel 2012, Reporter Senza Frontiere definiva la Turchia come “il carcere più grande del mondo per i giornalisti”. Sono passati quattro anni e, attualmente, nelle carceri turche si trovano almeno 30 giornalisti.
Giornalisti che pubblicano o ripubblicano certi articoli, alcune fotografie, interviste o video, vengono accusati di “incitare la popolazione a provocare una rivolta armata contro il governo centrale”, “istigare e delinquere”, “collaborare con organizzazioni terroristiche” oppure di “appartenere a un’organizzazione terroristica”. Tutto questo diventa possibile grazie a una serie di realtà legislative presenti nel codice penale”.
fonte: caffedeigiornalisti.it
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
www.ilpostodelleparole.it
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A quasi un anno dall'arresto del suo autore - in carcere a Silivri dal 14 febbraio 2017, accusato di propaganda a favore di un'organizzazione terroristica e di incitamento alla ribellione -, Ogni luogo è Taksim rappresenta un'operazione di solidarietà internazionale, congiunta alla riedizione aggiornata del testo da parte dell'editore tedesco Nautilus. Deniz Yücel, giornalista corrispondente dalla Turchia per "Die Welt", ripercorre in questo libro, da un punto di vista storico e sociale, il movimento del Gezi Park nato ad Istanbul nel 2013. Questa pagina fondamentale della storia della Turchia contemporanea è rievocata attraverso le voci dei giovani, dei loro genitori già attivi politicamente negli anni Settanta, delle minoranze rappresentate da curdi, aleviti, armeni, gruppi LGBT, che si battono per una Turchia migliore e hanno dato vita a una formidabile esperienza di resistenza civile contro il governo sempre più autoritario di Erdoğan.
Fondamentale per avere un inquadramento della Turchia nello scacchiere internazionale è la prefazione al volume firmata da Alberto Negri, già inviato speciale per il Sole 24 Ore, nonché Senior Advisor all'Ispi. Mentre Murat Cinar, giornalista, videomaker e fotografo freelance di origine turca, propone un'analisi in cui sono illustrati i risvolti politico-economici di un paese vittima di censura e propaganda sempre più ostinate. Tra i molti argomenti trattati all'interno di quest'ultimo contributo va sicuramente ricordata la questione curda, riemersa proprio in questi giorni per via del nuovo episodio della guerra siriana.
La storia di Deniz ha fatto il giro del mondo, in tanti si stanno mobilitando per lui e per tutti i giornalisti vittime di censura attualmente in carcere in Turchia.
Rosenberg & Sellier devolverà 1 euro per ogni copia venduta a sostegno della campagna per la sua liberazione.
Murat Cinar è un giornalista turco che vive da anni a Torino. Conoscitore della realtà del suo Paese di origine, in cui le libertà fondamentali del giornalisti vengono quotidianamente negate (il Caffè aveva trattato l’argomento in occasione dell’arresto di Can Dundar), ha promosso un appello a tutti i giornalisti italiani perché non lascino soli i colleghi turchi in questo momento di grave difficoltà. Ecco il testo dell’appello:
“Invitiamo tutti i giornalisti che lavorano in Italia a non lasciare soli nella loro battaglia i colleghi detenuti in Turchia. Chiediamo a tutti i giornalisti di aggiornare sistematicamente i propri lettori in merito alla libertà di stampa, espressione e pensiero in Turchia. Nel 2012, Reporter Senza Frontiere definiva la Turchia come “il carcere più grande del mondo per i giornalisti”. Sono passati quattro anni e, attualmente, nelle carceri turche si trovano almeno 30 giornalisti.
Giornalisti che pubblicano o ripubblicano certi articoli, alcune fotografie, interviste o video, vengono accusati di “incitare la popolazione a provocare una rivolta armata contro il governo centrale”, “istigare e delinquere”, “collaborare con organizzazioni terroristiche” oppure di “appartenere a un’organizzazione terroristica”. Tutto questo diventa possibile grazie a una serie di realtà legislative presenti nel codice penale”.
fonte: caffedeigiornalisti.it
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