Paolo Calvino "In guerra non andare"
Nov 1, 2020 ·
22m 48s
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Description
Paolo Calvino "In guerra non andare" Un viaggio in Etiopia dalla memoria alla scoperta Neos Edizioni http://www.neosedizioni.it/ Un viaggio nell’Etiopia di oggi sull’itinerario percorso dal nonno soldato negli anni Trenta....
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Paolo Calvino
"In guerra non andare"
Un viaggio in Etiopia dalla memoria alla scoperta
Neos Edizioni
http://www.neosedizioni.it/
Un viaggio nell’Etiopia di oggi sull’itinerario percorso dal nonno soldato negli anni Trenta. Il diario contemporaneo che ne scaturisce e l’epistolario coloniale del nonno si intrecciano in un’alternanza di voci e di vicende che si trasforma in un’esperienza esistenziale e in un’appassionata perorazione contro tutte le guerre.
Un anziano che ha fatto la guerra d’Etiopia, spiega al nipote perché in guerra non ci si deve proprio andare. Il nipote cresciuto ritrova le lettere africane del nonno e, in un periodo della sua vita in cui ha messo tutto in discussione, la loro lettura lo tocca profondamente. Progetta allora un viaggio per ripercorrere il suo itinerario: Adua, Macallè, l’Amba Aradam, l’Amba Alagi, Mai Ceu e il lago Ascianghi, Dessiè, Addis Abeba e Gibuti.
Durante il percorso, le scoperte quotidiane si intercalano con gli interrogativi sulla vita del nonno e a ciò che, nel frattempo, l’Autore intuisce di se stesso. Per capire meglio va quindi alla ricerca di informazioni e testimonianze ulteriori che colmino le lacune inevitabili in un epistolario: saggi storici, opere di letteratura, racconti di persone incontrate nel Corno d’Africa o altrove.
I viaggi del nonno e del nipote si fondono così in un intreccio di voci e di epoche storiche che si confrontano e si mescolano attraverso ricordi, missive e documenti, in una narrazione introspettiva che ha il sapore di un romanzo.
«In guerra non andare. Per nessun motivo. Non andare». Con questo comandamento mio nonno chiudeva i suoi racconti, che mi parlasse del servizio militare o della guerra in Etiopia o della Resistenza. La conclusione era sempre la stessa: «Piuttosto vai a nasconderti in montagna, ma non andare a fare la guerra. Non ascoltare le storie che ti raccontano, è la cosa più brutta che c’è».
Io, negli anni delle elementari, il fascino della guerra lo avevo subito e le battaglie le trovavo semplicemente avventurose…
Io non me ne accorgevo, ma mio nonno era infastidito da questi miei interessi bellici e quando passai alle scuole medie, cominciò a raccontarmi la sua vita da soldato. Si vedeva che non parlava volentieri degli interminabili anni delle guerre, ma insistette fino a quando riuscì a trasformare la mia passione per le battaglie e le armi in disgusto.
Paolo Calvino
è nato nel 1969 a Torino, dove vive. Negli anni universitari ha viaggiato nell’Europa settentrionale e orientale, è stato in India e nel frattempo si è laureato in Filosofie dell’India e dell’Estremo Oriente. Ha poi vissuto a Londra, in Italia e in Giappone. Finora i suoi sogni lo hanno condotto in quarantanove Stati del mondo. Ha viaggiato in treno più volte nei Balcani e in Russia. Poco prima dei quarant’anni ha scoperto quanto si può andare lontano con i propri piedi: prima attraversando l’Italia settentrionale, poi l’isola giapponese di Shikoku e infine percorrendo la via Francigena. Una volta compiuto un viaggio, ne trasforma alcuni episodi in racconti; dal 2010, lo fa nel suo blog: paolocalvino.blogspot.it
Per Neos edizioni, ha partecipato con i suoi racconti alle due edizioni dell’antologia Pagine in viaggio: La via del fiume (2018) e Metropolis (2019).
IL POSTO DELLE PAROLE
ascoltare fa pensare
https://ilpostodelleparole.it/
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Un viaggio nell’Etiopia di oggi sull’itinerario percorso dal nonno soldato negli anni Trenta. Il diario contemporaneo che ne scaturisce e l’epistolario coloniale del nonno si intrecciano in un’alternanza di voci e di vicende che si trasforma in un’esperienza esistenziale e in un’appassionata perorazione contro tutte le guerre.
Un anziano che ha fatto la guerra d’Etiopia, spiega al nipote perché in guerra non ci si deve proprio andare. Il nipote cresciuto ritrova le lettere africane del nonno e, in un periodo della sua vita in cui ha messo tutto in discussione, la loro lettura lo tocca profondamente. Progetta allora un viaggio per ripercorrere il suo itinerario: Adua, Macallè, l’Amba Aradam, l’Amba Alagi, Mai Ceu e il lago Ascianghi, Dessiè, Addis Abeba e Gibuti.
Durante il percorso, le scoperte quotidiane si intercalano con gli interrogativi sulla vita del nonno e a ciò che, nel frattempo, l’Autore intuisce di se stesso. Per capire meglio va quindi alla ricerca di informazioni e testimonianze ulteriori che colmino le lacune inevitabili in un epistolario: saggi storici, opere di letteratura, racconti di persone incontrate nel Corno d’Africa o altrove.
I viaggi del nonno e del nipote si fondono così in un intreccio di voci e di epoche storiche che si confrontano e si mescolano attraverso ricordi, missive e documenti, in una narrazione introspettiva che ha il sapore di un romanzo.
«In guerra non andare. Per nessun motivo. Non andare». Con questo comandamento mio nonno chiudeva i suoi racconti, che mi parlasse del servizio militare o della guerra in Etiopia o della Resistenza. La conclusione era sempre la stessa: «Piuttosto vai a nasconderti in montagna, ma non andare a fare la guerra. Non ascoltare le storie che ti raccontano, è la cosa più brutta che c’è».
Io, negli anni delle elementari, il fascino della guerra lo avevo subito e le battaglie le trovavo semplicemente avventurose…
Io non me ne accorgevo, ma mio nonno era infastidito da questi miei interessi bellici e quando passai alle scuole medie, cominciò a raccontarmi la sua vita da soldato. Si vedeva che non parlava volentieri degli interminabili anni delle guerre, ma insistette fino a quando riuscì a trasformare la mia passione per le battaglie e le armi in disgusto.
Paolo Calvino
è nato nel 1969 a Torino, dove vive. Negli anni universitari ha viaggiato nell’Europa settentrionale e orientale, è stato in India e nel frattempo si è laureato in Filosofie dell’India e dell’Estremo Oriente. Ha poi vissuto a Londra, in Italia e in Giappone. Finora i suoi sogni lo hanno condotto in quarantanove Stati del mondo. Ha viaggiato in treno più volte nei Balcani e in Russia. Poco prima dei quarant’anni ha scoperto quanto si può andare lontano con i propri piedi: prima attraversando l’Italia settentrionale, poi l’isola giapponese di Shikoku e infine percorrendo la via Francigena. Una volta compiuto un viaggio, ne trasforma alcuni episodi in racconti; dal 2010, lo fa nel suo blog: paolocalvino.blogspot.it
Per Neos edizioni, ha partecipato con i suoi racconti alle due edizioni dell’antologia Pagine in viaggio: La via del fiume (2018) e Metropolis (2019).
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