Pierandrea Amato "La rivolta"
Aug 31, 2020 ·
28m 15s
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Description
Pierandrea Amato "La rivolta" con un intervento di Georges Didi-Huberman Edizioni Cronopio http://www.cronopio.it/edizioni/ “La destituzione ha un rapporto con l’esistenza – riprendo qui il tema delle primissime righe de La...
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Pierandrea Amato
"La rivolta"
con un intervento di Georges Didi-Huberman
Edizioni Cronopio
http://www.cronopio.it/edizioni/
“La destituzione ha un rapporto con l’esistenza – riprendo qui il tema delle primissime righe de La rivolta – solo se si temporalizza, se si prolunga in un futuro che non prende certamente le forme di un ‘programma’, ma di un desiderio. Se con un gesto della mano spazzo via tutti gli oggetti posati sul tavolo davanti a me, quel che destituisco mandandolo all’aria trova comunque una ‘risposta’, un prolungamento che è frutto del mio stesso gesto: la mia mano, una volta gettati gli oggetti per terra, continua da sola il suo movimento in una certa direzione, anche se mi è sconosciuta. Essa distrugge, ma si lancia contemporaneamente verso uno spazio altro, che essa designa al di là del mio progetto e che, dunque, in una certa maniera, desidera. […] Può darsi che il gesto di rivolta segni forse la ‘fine dell’età del progetto politico’, come scrivi all’inizio de La rivolta. Ma questo non implica la fine di ogni speranza politica” (dalla Lettera/postfazione di Georges Didi-Huberman, traduzione di Andrea Inzerillo).
Pierandrea Amato (Napoli, 1973) è professore associato di Estetica all’Università di Messina. Ha concentrato i suoi studi prevalentemente sulla filosofia del Novecento, approfondendo però anche alcuni aspetti del pensiero antico. A partire dal pensiero di Nietzsche, si è occupato delle questioni legate al nichilismo e alla tecnica moderna. In questo senso, si è impegnato, nell’analisi dell’opera di alcuni pensatori post-metafisici del XX secolo, in particolare tedeschi (Heidegger, Jünger, Benjamin, Schmitt) e francesi (Deleuze, Foucault). Ha dedicato una parte consistente della propria ricerca al vaglio della relazione tra la vita e il potere nella filosofia contemporanea e, più nello specifico, alla nozione di bio-politica. Inoltre, è interessato alla nuova figura dell’umano (il post-umano). Ha prestato particolare attenzione al tema dello spazio e dell’abitare contemporaneo e, più recentemente, alle questioni estetiche che derivano dall’implicazione tra l’arte e la tecnica con una specifica attenzione al medium fotografico.
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“La destituzione ha un rapporto con l’esistenza – riprendo qui il tema delle primissime righe de La rivolta – solo se si temporalizza, se si prolunga in un futuro che non prende certamente le forme di un ‘programma’, ma di un desiderio. Se con un gesto della mano spazzo via tutti gli oggetti posati sul tavolo davanti a me, quel che destituisco mandandolo all’aria trova comunque una ‘risposta’, un prolungamento che è frutto del mio stesso gesto: la mia mano, una volta gettati gli oggetti per terra, continua da sola il suo movimento in una certa direzione, anche se mi è sconosciuta. Essa distrugge, ma si lancia contemporaneamente verso uno spazio altro, che essa designa al di là del mio progetto e che, dunque, in una certa maniera, desidera. […] Può darsi che il gesto di rivolta segni forse la ‘fine dell’età del progetto politico’, come scrivi all’inizio de La rivolta. Ma questo non implica la fine di ogni speranza politica” (dalla Lettera/postfazione di Georges Didi-Huberman, traduzione di Andrea Inzerillo).
Pierandrea Amato (Napoli, 1973) è professore associato di Estetica all’Università di Messina. Ha concentrato i suoi studi prevalentemente sulla filosofia del Novecento, approfondendo però anche alcuni aspetti del pensiero antico. A partire dal pensiero di Nietzsche, si è occupato delle questioni legate al nichilismo e alla tecnica moderna. In questo senso, si è impegnato, nell’analisi dell’opera di alcuni pensatori post-metafisici del XX secolo, in particolare tedeschi (Heidegger, Jünger, Benjamin, Schmitt) e francesi (Deleuze, Foucault). Ha dedicato una parte consistente della propria ricerca al vaglio della relazione tra la vita e il potere nella filosofia contemporanea e, più nello specifico, alla nozione di bio-politica. Inoltre, è interessato alla nuova figura dell’umano (il post-umano). Ha prestato particolare attenzione al tema dello spazio e dell’abitare contemporaneo e, più recentemente, alle questioni estetiche che derivano dall’implicazione tra l’arte e la tecnica con una specifica attenzione al medium fotografico.
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